Voci dell’Amazzonia (iltascabile.com)

di

Tra deforestazione e lotta indigena, un reportage 
ecologico e letterario sulle tracce di sciamani 
e attivisti.

La striscia azzurra del Rio delle Amazzoni segna il confine meridionale della Colombia per una settantina di chilometri fino a un puntino sulla mappa, la cittadina di Léticia. Camminando per mezzora lungo la costa si entra in Brasile, a Tabatinga; attraversando il fiume si approda in Perù.

Ci vuole un attimo a distogliere lo sguardo dal navigatore – il nome delle leggendarie guerriere, le frontiere nazionali disegnate a tavolino – avvistare un orizzonte d’acqua color caffellatte e scoprirsi totalmente spaesati.

La sera del mio arrivo a Léticia c’è un concorso di bellezza e le stradine sono piene di gente. Il tassista rinuncia ad arrivare in ostello e mi fa scendere a un incrocio allagato: “È la festa più grande dell’anno”, spiega. “Di solito qui non c’è nessuno. Ma oggi vengono le famiglie dai dintorni, da oltre confine”. Mi affretto verso i fumi di cucina che segnalano il parco Orellana … leggi tutto

Nuove linee per la rivoluzione in Rojava: il parlamento del popolo curdo (argonline.it)

Jonas Staal nel 2015 ha avviato a Dêrik, nel Canton Cizîrê del Rojava, la costruzione del parlamento curdo: «un parlamento senza stato per una democrazia senza stato». I lavori sono terminati nel 2018, ne diamo notizia con un contributo di Staal, precedentemente pubblicato su Sicilia Libertaria, che ringraziamo per la concessione.

Due gru si muovono circolarmente sopra una grande fossa nel terreno, sollevando dei pesanti, archi metallici neri, ricoperti da parole dipinte a mano: Yekani Regezi (parità di genere), Xwe-Bergîri (autodifesa). I vicini che abitano attorno al cantiere sono usciti dalle loro case per vedere la coreografia di gru, camion carichi di cemento e bulldozer – alcuni di questi macchinari sono decorati con le bandiere di partiti politici e comitati.

Tra gli osservatori c’è Amina Osse, il ministro degli affari esteri del cantone di Cezîre, che guarda lo spettacolo insieme ad alcune donne delle forze di sicurezza locale. Osse è una delle forze trainanti del processo di costruzione, una dei suoi co-autorileggi tutto

Suk, M5S Torino contro Appendino: “Siamo subalterni alle destre” (alanews.it)

di Sara Iacomussi

La capogruppo: “Post ideologici non significa sentirci a nostro agio con muri”

“Abbiamo sempre detto di essere post ideologici, ma questo non significa poterci sentire a nostro agio con chi dice che i muri servono. Oggi siamo subalterni a uno schema politico e narrativo delle destre .

Così Valentina Sganga, capogruppo del M5S nel Consiglio comunale di Chiara Appendino, andando contro la decisione della sua sindaca di posizionare, davanti al Suk vicino a Porta Palazzo, jersey di cemento per impedirne l’accesso agli ambulanti … leggi tutto

Nasce Radionderoad, la radio che va incontro alla periferia (dinamopress.it)

Radionderoad è la nuova web radio nata qualche giorno fa nel quartiere romano di Tor Sapienza da un’idea della Cooperativa Antropos e dell’associazione zeroviolenza con il finanziamento dell’otto per mille della tavola valdese. L’obiettivo è «raccontare il territorio da cui nasce il progetto, il quartiere di Tor sapienza, per metterlo in connessione con il racconto della città di Roma e il resto delle sue periferie», spiega il gruppo di giovani romani, tutti studenti, che hanno dato vita all’iniziativa

Una voce pungente e alternativa che cercherà di offrire un’opportunità di riscatto per le periferie e l’intera città. Si presenta così Radionderoad, la nuova web radio nata qualche giorno fa nel quartiere romano di Tor Sapienza da un’idea della Cooperativa Antropos e di Zeroviolenza con il finanziamento dell’otto per mille della tavola valdese. L’obiettivo è quello di «raccontare il territorio da cui è partito il progetto, il quartiere di Tor Sapienza, per metterlo in connessione con il racconto della città di Roma e il resto delle sue periferie», spiega il gruppo di giovani romani, tutti studenti, che hanno dato vita all’iniziativa.

La periferia come luogo materiale, dunque, insieme a tutte le difficoltà che vi si nascondono dentro. Ma soprattutto come osservatorio privilegiato, chiave di lettura per comprendere la realtà, «vista dai giovani che ogni giorno misurano le proprie aspettative di crescita e di vita con il mondo che li circonda». Dicono da Radionderoad: «il nostro è un viaggio a puntate tra chi promuove quelle attività come musica, teatro, cinema e tutte quelle forme d’arte che rimettendo al centro la periferia romana ne fanno un polo di attrazione» … leggi tutto

Anatomia di un assedio. La paura nella città (leparoleelecose.it)

di Marco Filoni

[E’ uscito da poco per Skira Anatomia di un assedio. La paura nella città, un saggio storico-filosofico di Marco Filoni. Ne proponiamo il capitolo intitolato Cose selvagge, ringraziando autore ed editore].

Così stanno le cose, nelle città come nella vita:

un momento sbrighiamo le nostre incombenze

come se nulla fosse e quello dopo moriamo,

e il fatto che la fine incomba sempre su di noi

non impedisce i nostri effimeri incipit e svolgimenti,

fino all’istante in cui lo fa. (Mohsin Hamid, Exit West)

Affrontare la paura, darle un nome, dare un volto al nemico è una necessità dell’uomo – necessità tanto nota quanto sfruttata da quel potere politico che vuol costruire il nemico là dove, secondo le sue perverse logiche, è necessario. Una paura senza nome e un nemico senza volto producono alienazione. O almeno possono produrla, come nel caso di alcuni soldati che combattono le guerre oggi.

La tecnologia ormai ha cancellato l’esperienza del conflitto ravvicinato, perciò la chiave per comprendere la nuova dimensione della guerra è la parola “distanza”. Ecco allora che si combatte e si uccide seduti di fronte a un computer, intenti a comandare droni – magari in qualche base del Texas, mentre le operazioni avvengono in Afghanistan.

Oppure si spara con fucili in grado di colpire a centinaia e centinaia di metri. Lo descrive con rigore ed efficacia lo scrittore William Langewiesche nel suo reportage Esecuzioni a distanza[1]: cosa succede quando un cecchino spara a un’ombra, una silhouette muta che non ha volto perché troppo lontana e che si muove in maniera “sospetta”? … leggi tutto