Quarant’anni di Banana Republic (iltascabile.com)

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Il tour di Lucia Dalla e Francesco De Gregori del 1979, tra tensioni politiche e grandi adunate pop.

A Lucio Dalla, in un concerto a Milano nel 1978, era stata lanciata una bomba molotov durante una contestazione. Nel ‘76 Francesco De Gregori era stato sottoposto a un’arringa passata alla storia come il “processo” del Palalido: alcuni ragazzi, appartenenti agli stessi collettivi studenteschi che avrebbero poi aggredito il cantautore bolognese, dopo aver interrotto la sua esibizione salirono sul palco per interrogarlo e “processarlo”.

I capi di imputazione: frequentare alberghi di lusso, suonare con cachet troppo elevati e, in sintesi, infarcire le proprie canzoni dei temi della sinistra solo per arricchirsi. La situazione degenerò e sembrò a rischio anche la stessa incolumità del cantautore: “Mancava solo l’olio di ricino e la scena sarebbe stata completa”, avrebbe commentato a caldo De Gregori.

Entrambe le incursioni erano state opera degli Autoriduttori, un movimento politico degli anni Settanta vicino alla sinistra extraparlamentare e sensibile a quanto avveniva nella musica italiana. La loro battaglia era rivolta, oltre che al rincaro dei concerti, ai cantautori di sinistra che non intraprendevano azioni di concreta militanza politica … leggi tutto

Foggia, distrutta la stele di Di Vittorio nel giorno della nascita del sindacalista. La Cgil: “Gesto miserabile” (repubblica.it)

Distrutta stele commemorativa che si trova a Orta Nova, in località Cirillo, nel luogo in cui il sindacalista ebbe il suo primo lavoro. Il sindaco: “La ripristineremo”

Nel giorno della nascita del sindacalista Giuseppe Di Vittorio, avvenuta l’11 agosto del 1892, ignoti hanno vandalizzato la stele commemorativa che si trova a Orta Nova (Fg), in località Cirillo, nel luogo in cui il sindacalista ebbe il suo primo lavoro.

Orta Nova, vandalizzata la stele commemorativa di Giuseppe Di Vittorio
“Chi ha distrutto la stele commemorativa di Di Vittorio, a Orta Nova, certamente è un miserabile, figlio di un’epoca tristemente segnata dai seminatori d’odio. Apprezziamo l’immediata presa di posizione del sindaco Mimmo Lasorsa e del consigliere comunale Gianluca Di Giovine che hanno assicurato l’immediato ripristino della stele”. E’ Franco Persiano, segretario provinciale dello SPI Cgil Foggia, a intervenire riguardo all’atto vandalico … leggi tutto

Per non dimenticare – Sant’Anna di Stazzema (santannadistazzema.org)

Gli orrori di una guerra, di tutte le guerre

A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.

La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe.

E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera … leggi tutto

50 anni fa Joni Mitchell scrisse la migliore canzone su Woodstock. Senza esserci stata. (thevision.com)

di Leonardo Tondelli

In questi giorni, mezzo secolo fa stavano per cominciare i tre giorni di pace, amore e musica del festival di Woodstock, e voi non c’eravate. Non è grave. Non c’era nemmeno Joni Mitchell, l’autrice della canzone omonima.

La colpa in questi casi è sempre del manager: Elliot Roberts convinse Joni che una comparsata tv al Dick Cavett Show sarebbe stata una promozione più efficace per il suo secondo album rispetto a un festival improvvisato, che sui manifesti citava Woodstock anche se la contea omonima aveva rifiutato di ospitarlo. Ma il nome era importante, era un simbolo.

Per i ventenni di allora, “Woodstock” era il villaggio dove, nel 1966, si era ritirato Bob Dylan per riprendersi dopo un grave incidente in motocicletta, cancellando una tournée e tornando a suonare musica folk o country. Poco importa che, in realtà, il festival si sarebbe svolto 70 chilometri più a sud rispetto al punto indicato nel cartellone … leggi tutto

Luciana Castellina. Ero giovane, bella e comunista (espresso.repubblica.it)

Buon Compleanno!

(Articolo del 31 gennaio 2011 di Chiara Valentini)

La famiglia borghese. L’ingresso nel Pci. Gli amori a Praga. La gelosia di Pajetta. Il parto in Unione Sovietica. Luciana Castellina, ormai più che ottantenne, racconta un sogno del secolo scorso

Luciana Castellina era ormai fra i pochissimi protagonisti del comunismo italiano a non aver raccontato la sua storia, che pure è fra le più curiose . E se è un caso che il suo libro venga fuori in un momento di crisi come questo, non lo è che proprio dall’eretica Castellina arrivi un convinto riconoscimento del comunismo italiano.

“Di essermi iscritta al Pci non mi sono pentita; di quel partito, con tutti i suoi difetti, ho oggi una struggente nostalgia”, scrive a conclusione delle trecento pagine della sua autobiografia giovanile (“La scoperta del mondo”, Nottetempo). Per raccontarsi la Castellina ha scelto di ripercorrere un diario iniziato nel fatale 25 luglio del ’43.

La quattordicenne Luciana, in vacanza a Riccione, stava giocando a tennis a casa Mussolini con la compagna di classe Anna Maria, quando la partita era stata interrotta. La famiglia doveva tornare a Roma, perché il duce era stato arrestato … leggi tutto