La sentinella Primo Levi a un secolo dalla nascita. Lo speciale (corriere.it)

di FREDIANO SESSI

L’esempio del testimone di Auschwitz che metteva in discussione anche sé stesso: le sue parole restano un monito contro l’infezione sempre latente dell’odio

«Molte lettere che ricevo ammirano la forza con cui ho sopportato un anno di prigionia (nel Lager di Auschwitz, ndr); ma era una forza passiva, quella con cui uno scoglio sopporta l’urto dell’acqua di un torrente. Io non sono un uomo forte. Affatto». Nel 1987 quando Primo Levi dice di sé queste cose al giornalista Roberto Di Caro, è già uno scrittore affermato a livello internazionale e, per la maggioranza dei suoi lettori, è considerato il testimone per eccellenza del sistema concentrazionario nazionalsocialista; il sopravvissuto che più di altri ha saputo restituire al mondo dei vivi la storia degli ebrei sterminati … leggi tutto

Lo speciale del Corriere della Sera

La chimica umana di Primo Levi (internazionale.it)

, Reforma, Messico

Il passato può essere visto come una galera dalla quale si è sfuggiti per miracolo. Il tempo cancella in maniera sorprendente situazioni che sembravano insormontabili.

Una di queste sono le lezioni di chimica: non ho la minima idea di come io abbia potuto essere promosso in una materia della quale non ho mai saputo nulla e della quale ricordo solo l’odore acido dell’aria dopo un’esplosione.

Per colmare la nostra insicurezza pensiamo che quello che non ci interessa ci sia sostanzialmente estraneo. Eppure per la chimica non può essere così. Come negare l’importanza dell’oro, del titanio, del fosforo o del ferro? … leggi tutto

Levi e gli occhiali (doppiozero.com)

di Marco Belpoliti 

Basso Cannarsa ha scattato questa fotografia insieme ad altre in un giorno di febbraio del 1987. Non so se sia l’ultimo ritratto di Levi, di sicuro è uno degli ultimi. Lo scrittore si ucciderà due mesi dopo, l’11 aprile 1987, gettandosi nella tromba delle scale del suo palazzo.

Credo che sia uno dei più bei ritratti di Primo Levi. La parte destra del volto emerge dal buio con una forza inattesa, mentre il lato sinistro rimane immerso nel buio, eppure lo si vede ugualmente. Basta anche solo metà del viso per far capire l’intensità della concentrazione di Primo Levi.

S’è messo in posa e guarda altrove, verso qualcosa che si trova alle spalle di chi lo sta fotografando. Sembra perso nella contemplazione d’un oggetto che non scorgiamo o di un pensiero che non conosciamo. Come potremmo altrimenti? Nella fotografia c’è solo questo sguardo che allude ad altro … leggi tutto

Primo Levi intervistato da Luigi Silori (1963)

Primo LEVI intervistato da Luigi Silori per la trasmissione Rai “L’Approdo”, trasmessa il 27 settembre 1963 (1.a e 2.a parte) e ripresa poi nella serie “Gli scrittori raccontano…”, progetto firmato da Patrizio Barbaro e trasmesso a partire dal mese di gennaio del 1998.

Radio3 ricorda Primo Levi (audio)

Nei nostri archivi sono disponibili, per riascoltare e scaricare in podcast, decine di ore di trasmissioni, presentazioni di libri su e con Primo Levi e molte sue interviste alla radio.

La lingua batte
Un ritratto di Primo Levi dalla penna di Giordano Meacci >>
La grande scrittura di Primo Levi  >>

Pantheon
Primo Levi alla Radio.

Tra le letture Ad Alta Voce:
Il sistema periodico, letto in questi giorni da Elio De Capitani;
La tregua, letto da Valentina Carnelutti;
Se questo è un uomo, letto da Valentina Carnelutti. Leggi tutto “Radio3 ricorda Primo Levi (audio)”

In una lettera ai cugini Primo Levi racconta l’orrore della deportazione. La nascita 100 anni fa (lastampa.it)

di Ernesto Ferrero

Il “big bang” di uno scrittore. Lo stile è riconoscibile a partire dall’understatement dell’apertura

La lettera del 26 novembre 1945 indirizzata da Primo Levi ai parenti che nel 1939, all’indomani delle leggi razziali, si erano rifugiati in Brasile era rimasta a oggi custodita negli archivi famigliari, e dobbiamo essere grati ai suoi figli, Lisa e Renzo, di avercene fatto dono, nel centenario della nascita dello scrittore (31 luglio 1919), e nel 75° della partenza per Auschwitz.

È in pari tempo un documento di eccezionale importanza per la ricostruzione del percorso del Levi scrittore, di cui rappresenta il Big Bang, e un flash vivacissimo che fotografa i malesseri dell’Italia e dell’Europa («vecchia, maledetta e pazza») nei primi mesi di un dopoguerra in cui una vera pace è ancora lontana … leggi tutto