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«Putin accetterà la tregua solo a obiettivi raggiunti. L’Europa deve svegliarsi» (corriere.it)

di Marco Imarisio

L’intervista

L’ex capo del Kgb di Mosca Savostyanov: nuovo ordine globale

Nella sua vita precedente, Evgeny Savostyanov faceva questo. «Analizzavo, studiavo documenti, facevo previsioni». Che fosse a capo del Kgb di Mosca, o dentro qualche ministero prima sotto Boris Eltsin e poi Vladimir Putin, il suo mestiere è sempre stato uno solo.

Vive all’estero dal 2023, come conseguenza del suo no all’Operazione militare speciale che lo ha trasformato in «agente straniero». In virtù del suo passato, gli era stato concesso di restare a casa. Ma lui ha preferito andarsene. «In modi molto diversi, io e Vladimir Vladimirovich abbiamo un grado di duttilità molto basso».

Su cosa Putin non transige?

«Vuole assolutamente entrare nella storia come “Il Grande raccoglitore delle terre russe”, colui che ha invertito la disgregazione dell’impero avviata nel 1867 con la vendita dell’Alaska agli Usa. Non è solo per sé stesso: l’inclusione in uno Stato unico di Ucraina e Bielorussia gli consentirebbe di aumentare la «sua» popolazione fino a circa 188 milioni, con un ampliamento delle risorse di mobilitazione, del mercato interno di consumo e dei quadri lavorativi. Era una teoria cara al vecchio Kgb: più è piccola, più la Russia diventa ingovernabile. Il suo principale obiettivo ha un fondamento sia pratico che ideologico».

L’Europa fa bene a preoccuparsi?

«Dovrebbe prima svegliarsi, e dovrebbe farlo in fretta. Il secondo obiettivo di Putin, diretta conseguenza del primo, è il ritrovamento di ruolo di egemone europeo e globale, perduto con lo scioglimento dell’Urss. Poco importa se ottenuto attraverso governi o regimi compiacenti. Nulla di nuovo: da reduce del Kgb, eravamo colleghi, subisce l’influenza spirituale di stampo imperiale-espansionista proprio del Pgu, il Primo direttorato del Kgb, che si occupava di intelligence estera, oggi Svr, e quello nazionalista conservatore di “sbarramento” tipico dei funzionari del controspionaggio. Nella sua prima squadra questi due schieramenti erano ben bilanciati. C’erano rappresentanti sia dello spionaggio all’estero come Sergey Ivanov, Igor Sechin, Sergey Chemezov, che del controspionaggio come Viktor Ivanov e Nikolaj Patrushev. Il fatto che oggi prevalgano gli “esteri” è significativo della dinamica degli umori di Putin».

Cosa cerca il presidente russo dagli attuali negoziati?

«Accetterà una tregua completa solo quando sarà sicuro di poter raggiungere i suoi grandi obiettivi. Nel piccolo che per lui rappresenta l’Ucraina, appare evidente che ha bisogno di un avamposto russo sulla riva destra del Dnepr. Kherson e dintorni, per capirci. Così potrà tenere sotto pressione Odessa, la Transnistria e Chisinau. Per questo non accetterà mai la dislocazione in Ucraina di forze europee di deterrenza. Queste sono le “linee rosse” di Putin».

Una vera pace è possibile?

«Non ritengo possibile una fine della guerra senza un sostanziale cambiamento del rapporto di forze sul fronte a favore della Russia, ancora più marcato di quello attuale».

Ambizione e geopolitica

Lo zar desidera entrare nella storia come «Il Grande raccoglitore delle terre russe»

Cosa può fare l’Europa?

«Assumersi il fardello della responsabilità per il proprio destino. A cominciare dall’Ucraina. Oppure, può rassegnarsi a una sottomissione de facto all’alleanza tra Cina, Russia e loro satelliti assortiti. Temo che da voi non ci sia alcuna percezione del rischio che state correndo. Non mi riferisco a possibili invasioni, Putin oggi non vuole e non può. Ma al pericolo della irrilevanza, in primo luogo dei propri valori democratici».

Il riarmo è una soluzione?

«Anche. Ma da solo non basta. Oggi siete sotto schiaffo di due potenze come la Russia e questi nuovi Usa, che detestano profondamente le vostre basi di valori. Sono uniti da quello che ritengono essere un nemico comune: voi. Siete circondati, in qualche modo. Ogni piano di rafforzamento della capacità difensiva dell’Europa deve cominciare da una potente campagna di informazione che spieghi ai cittadini la nuova realtà, che smascheri e isoli i complici di quella che non è una rivoluzione culturale in corso, ma un’aggressione mascherata».

Le intese tra Putin e Trump porteranno alla ridefinizione di un nuovo ordine mondiale?

«Un nuovo assetto geopolitico sorgerà inevitabilmente a causa della decisione degli Usa di ridurre drasticamente il loro ruolo negli affari internazionali. Putin promuoverà la sua visione, cercando una zona di influenza a Ovest per smarcarsi da quella, molto più vasta, della Cina. E lo farà indipendentemente dai rapporti con Trump, che intanto si accinge a lasciare questi territori. Anche per questo, l’Europa deve ritrovare lo status di soggetto politico globale in modo da garantire autonomamente la propria sicurezza».

I nazionalisti russi sognano un mondo diviso in tre: Usa, Cina e Russia. È uno scenario possibile?

«Se l’Europa non agisce, lo sarà. Con qualche distinzione. La Russia rimane un Paese dal debole sviluppo tecnologico, che dipende interamente dalla Cina. In questo nuovo ordine, si porrà come “il vice manesco” della corporazione globale “Cina”. Non è certo un caso se Trump sogna di chiudere presto il dossier Ucraina: vuole concentrarsi sul Pacifico, dove si deciderà l’esito della partita tra Usa e Cina. Che nonostante le ambizioni della Russia, rimane l’unica sfida di carattere davvero globale».

Scarti umani – Fiera con i cimeli del duce a Santa Lucia di Piave, esposto Anpi (tribunatreviso.it)

di Salima Barzanti

Negli stand dell’evento Militaria bottiglie, 
calendari e simboli del Ventennio. 

Il sindaco: «Io antifascista, approfondirò il caso». I numerosi visitatori dei padiglioni sono rimasti sorpresi per la merce esposta

Effigi di Mussolini alla fiera Militaria di Santa Lucia, arriva le denuncia dell’Anpi di Conegliano: «L’Anpi Mandamentale di Conegliano esprime sdegno e forte preoccupazione per la presenza, all’interno della fiera Militaria di Santa Lucia di Piave (dello scorso weekend, ndr), di materiale che richiama apertamente il regime fascista – spiega il presidente Omar Lapecia Bis – .

Durante l’evento sono stati esposti e messi in vendita gadget, accessori e bottiglie di vino con l’effige di Benito Mussolini, in aperta violazione della legge e in spregio ai valori democratici della nostra Repubblica».

Dai partigiani coneglianesi c’è anche la richiesta alle autorità competenti di «un intervento immediato affinché simili episodi non si ripetano» e un «appello a tutte le istituzioni, agli organizzatori e alla cittadinanza affinché venga sempre tenuta alta l’attenzione contro ogni forma di revisionismo e propaganda neofascista».

La sezione locale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia continua, evidenziando anche la presenza, in questo contesto, di «un’associazione con sede a Montebelluna, già più volte segnalata alle istituzioni per il mancato rispetto delle disposizioni e dei decreti che regolano l’abbigliamento delle Associazioni d’Arma.

Non essendo un’associazione d’arma, ma semplicemente un’associazione culturale, non può indossare alcun riferimento militare, come il basco amaranto, altri copricapi, brevetti, mostrine, né può esibire labari o vessilli con simboli militari, concessione riservata esclusivamente alle associazioni d’arma, combattentistiche, di reduci o mutilati di guerra – aggiunge Lapecia Bis – .

Nonostante ciò, i membri di questa associazione continuano deliberatamente a violare tali disposizioni, contravvenendo ad una precisa direttiva del 2019.

Essendo dei civili – o, più precisamente, dei venditori – e non appartenendo ad alcuna associazione d’arma riconosciuta, il loro comportamento rappresenta una grave irregolarità e un ulteriore tentativo di mistificazione storica».

Sul caso è intervenuto anche il presidente dell’Associazione Paracadutisti di Treviso, Toni Venturato: «Purtroppo, esistono persone che violano i regolamenti, indossando il copricapo militare anche quando non ne hanno diritto, e si atteggiano a paracadutisti pur sapendo che, con i loro comportamenti, prevaricazioni e atti non conformi, danneggiano il buon nome e la reputazione dei Paracadutisti d’Italia – commenta Venturato – così facendo, non solo mancano di rispetto alla nostra tradizione e ai nostri valori, ma violano anche le disposizioni vigenti e i decreti presidenziali. I paracadutisti e tutte le associazioni d’arma operano con dedizione nelle comunità per celebrare, onorare e ricordare i grandi valori e le persone che hanno reso l’Italia un Paese migliore».

Contattato per un commento sull’accaduto, il sindaco Fiorenzo Fantinel, ribadendo il suo essere antifascista, ha annunciato che chiederà un confronto con l’Anpi, sottolineando l’attenzione dell’amministrazione su questa tematica.

Ha invece preferito non rilasciare dichiarazioni in merito all’accaduto Valentina Manfren, la direttrice dell’azienda speciale Santa Lucia Fiere.

Fiera con i cimeli del duce a Santa Lucia di Piave, esposto Anpi