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Covid, Harari: «Un virus endemico che resterà a lungo, rassegniamoci» (corriere.it)

di Sergio Harari

Sin dai primi giorni la domanda più frequente 
è stata: quando finirà tutto questo? 

Ora abbiamo una risposta: non presto. Prepariamoci a scenari che prevedano un assetto sanitario diverso da quello passato. Ce lo dice l’esempio di Israele

È passato un anno dall’arrivo della pandemia nel nostro Paese, centomila nostri concittadini hanno perso la vita, altri hanno perso il lavoro, altri ancora hanno visto le loro quotidianità cambiare radicalmente. Sin dai primi giorni la domanda più frequente è stata: quando finirà tutto questo? L’estate scorsa avevamo sperato che la svolta che ci avrebbe permesso di dismettere le odiose mascherine che coprono i nostri sorrisi fosse vicina, ma ci siamo sbagliati e il prezzo della seconda ondata è stato ancor più alto di quello della prima.

Ora abbiamo una risposta alla domanda sul quando, imprecisa ma abbastanza certa: non presto, il virus non sparirà né quest’estate né il prossimo Natale, rimarrà con noi ancora a lungo. Quanto, esattamente, è difficile a dirsi, ma diventerà endemico e ci accompagnerà, ospite sgradito delle nostre vite, ancora per un periodo non breve.

Caleranno i casi severi e i numeri dei malati ricoverati, caleranno anche i contagi ma non si azzereranno. I vaccini sono la nostra unica ancora di speranza ma la battaglia per immunizzare tutti sarà lunga e complessa, non solo per gli aspetti organizzativi ma perché il virus muta, alcune varianti necessiteranno di altri richiami e non sappiamo ancora quanto duri l’immunità conferita dai vaccini o dall’infezione, tuttavia i dati scientifici oggi disponibili ci suggeriscono che sia solo per qualche mese.

Ci avviamo verso una prospettiva di una campagna vaccinale mondiale permanente, e anche per questo l’Italia non può restare fuori dalla produzione del farmaco che diventerà il più diffuso e importante della storia. Israele viene spesso citato quale esempio di come si possa uscire dall’incubo virale ma la realtà, sebbene migliore che nel resto del mondo, non fa che confermare gli scenari futuri di una endemia persistente … leggi tutto

Texas e Mississippi riaprono e aboliscono la mascherina, Biden: “Vaccini a tutti entro fine maggio” (ilriformista.it)

Negli Stati Uniti i due governatori repubblicani 
del Texas e del Mississippi hanno revocato 
l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, 
riaprendo tutte le attività a pieno regime a 
partire dal prossimo 10 marzo. 

L’annuncio di Greg Abbott, alla guida del Texas, dove si sono registrati più di 42mila (dietro solo a California e New York), arriva nonostante il parere contrario dei funzionari della sanità. “Appare chiaro dalla ripresa, dalle vaccinazioni, dal calo dei ricoveri e dalle sicure pratiche che i texani stanno seguendo, che l’obbligo (delle mascherine) non è più necessario” ha dichiarato.

“Per quasi mezzo anno gran parte delle attività sono state aperte al 50% o 75% e durante questo periodo troppi texani hanno perso opportunità di lavoro”, ha spiegato Abbott. “Troppi piccoli imprenditori hanno faticato per pagare le bollette, questo deve finire, è ora di aprire il Texas al 100%” ha aggiunto.

Una decisione che arriva mentre i governatori di tutti gli Stati Uniti stanno allentando le restrizioni, nonostante gli avvertimenti degli esperti sanitari che la pandemia sia tutt’altro che finita. Come il resto del Paese, anche il Texas ha visto diminuire il numero di contagi e morti: i ricoveri sono ai livelli più bassi da ottobre e la media su sette giorni di test positivi è scesa a circa 7.600 casi, dagli oltre 10mila a metà febbraio … leggi tutto