Per chi suona la campana dell’alluvione in Spagna? Il negazionismo climatico uccide (greenreport.it)

di Luca Aterini

Crisi climatica e adattamento

Mancata allerta e soppressione dell’Unità valenciana d’emergenza sono un’eredità dell’ultradestra di Partito popolare e Vox, appoggiato in campagna elettorale dalla presidente Meloni

La tragica conta dei morti per l’alluvione alimentata da Dana (Depresión Aislada en Niveles Altos) che il 29 e 30 ottobre scorsi ha colpito la Spagna, e in particolare la regione di Valencia, sta continuando giorno dopo giorno: al momento si ferma a 217 vittime ma è destinata a salire, nonostante barlumi di speranza come quello arrivato oggi dal parcheggio sotterraneo nel centro commerciale Bonaire di Aldaia, dove si temeva un’ecatombe – sono 5.700 i posti auto finiti sott’acqua – al momento non si registrano vittime.

La legittima disperazione dei cittadini ancora immersi nel fango si è scagliata ieri contro il re Felipe e il premier Sanchez, che durante un sopralluogo sono stati sottoposti al lancio di fango e bastoni.

Ma il bersaglio politico è quello sbagliato: a governare la regione di Valencia è la destra negazionista di Carlos Mazón, del Partito popolare, che è stato eletto grazie all’appoggio della destra neofascista di Vox – la stessa che la premier Meloni lo scorso anno ha appoggiato in campagna elettorale, attaccando il cosiddetto «fanatismo ultraecologista» –, oggi fuori dalla Giunta per contrasti sulle politiche migratorie.

«Si apprende a mezzo stampa che il presidente della Regione Valenciana Carlos Mazón possa aver sottovalutato e rimandato in maniera significativa l’allarme – ricapitola nel merito l’europarlamentare Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica del Pd nazionale – A causa di ciò, per 11 ore i cittadini sarebbero rimasti ignari e quindi indifesi rispetto agli eventi catastrofici cui stavano andando incontro.

Un fatto che, se confermato, sarebbe aggravato dalla soppressione dell’Unità valenciana di emergenza, voluta e istituita dall’ex presidente Puig (Psoe) proprio per fare fronte a emergenze di questo tipo. Una soppressione che all’epoca era stata rivendicata e che si era concretizzata su iniziativa di Vox, uno dei partiti di estrema destra negazionista della crisi climatica».

Lo stesso 29 ottobre, poche ore prima del disastro, è emerso come Mazón continuasse a minimizzare la portata dell’incombente alluvione. È la dimostrazione plastica di come il negazionismo e l’inazionismo climatico non siano solo una strategia per orientare politicamente l’opinione dell’elettorato, ma rappresentino ormai un pericolo enorme per la vita stessa delle persone.

Come sottolinea adesso l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), è la crisi climatica in corso col relativo surriscaldamento di mari e atmosfera, a rendere più intensi e più probabili eventi meteo estremi come l’alluvione di Valencia, che in 8 ore ha scaricato a terra la pioggia attesa in un anno.

«L’inondazione che stiamo vedendo in Spagna è solo uno dei tanti, tanti, tantissimi disastri estremi legati al meteo e all’acqua che si sono verificati in tutto il mondo quest’anno. Quasi ogni settimana vediamo immagini così scioccanti», commenta la portavoce Onu Clare Nullis.

Per affrontare una simile situazione tutti i Paesi del mondo sono chiamati a muoversi su un doppio binario: affrontare la causa della crisi climatica, ovvero tagliare le emissioni di gas serra dovute all’impiego di combustibili fossili investendo in efficienza energetica e rinnovabili, e al contempo investire nell’adattamento dei territori alla quota parte di cambiamento climatico già avvenuta, e con la quale non possiamo fare altro che convivere.

L’estrema destra rifiuta però questa soluzione, negando la crisi climatica o limitando l’azione a contrasto. È accaduto nella regione di Valencia, potrebbe accadere negli Stati Uniti se domani Trump uscisse vincitore dalle elezioni che lo vedono confrontarsi con Kamala Harris, e sta succedendo anche in Italia: nella legge di Bilancio predisposta dal Governo Meloni le risorse per l’adattamento climatico sono quasi inesistenti, nonostante le alluvioni siano cresciute del 400% rispetto al 2018, mentre il Green deal continua ad essere additato – dall’efficientamento energetico delle case all’auto elettrica, passando dagli impianti rinnovabili – come nemico del popolo anziché strumento di sviluppo sostenibile.

Una retorica che fa danni al Paese, e può arrivare a uccidere come mostra il caso spagnolo.

I soldati di Putin mangiano carne di cane nordcoreana (bild.de)

di Daniele Bellut

Non sospettavano nulla

Brutta sorpresa! Le forniture alle truppe russe ora includono anche prodotti nordcoreani. Ai soldati russi non sembrano piacere affatto! (Brutta sorpresa! Il catering delle truppe russe ora include anche prodotti nordcoreani con carne di cane stagionata Foto: Fonte: X)

Si dice che siano nella guerra del dittatore russo Vladimir Putin (72)  per fungere da carne da cannone nella costosa guerra con l’Ucraina.

E con loro, a quanto pare, anche le specialità dell’Estremo Oriente hanno raggiunto il fronte. Si dice che ai soldati russi sia stata inconsapevolmente servita carne di cane stagionata dalla Corea del Nord. L’indignazione è grande!

Il dittatore Kim guarda con orgoglio i suoi soldati da combattimento d'élite. Sono già in prima linea in Russia?

(Il dittatore Kim guarda con orgoglio i suoi soldati d’élite. Sono già in prima linea in Russia. Foto: @sbsnews8)

In vari video di Telegram, si possono vedere i soldati russi maneggiare i prodotti in scatola: su di essi si può leggere “carne di cane Nureongi” in lettere coreane. I “Nureongi” sono cani di taglia media con pelo corto e brunastro. Questa razza di cane Spitz è un cane da cibo popolare in Corea. Sul retro c’è scritto: “Prodotto esclusivamente per l’esercito della Repubblica Popolare Democratica di Corea”.

I video sono stati pubblicati nella Canale telegram Supernova+. È un canale di guerra filo-ucraino che mostra principalmente video di combattimenti.

Proteste contro il consumo di carne di cane! C'è sempre più resistenza in Corea del Sud. In Corea del Nord tutto rimane uguale

(Proteste contro il consumo di carne di cane! C’è sempre più resistenza in Corea del Sud. In Corea del Nord tutto rimane uguale Foto: Ahn Young-joon/dpa)

► Un video mostra come un sospetto soldato russo spalma un panino con la carne di cane stagionata e alla fine morde con gusto.

► In un altro video, un soldato avverte i suoi compagni di non mangiare più il contenuto del cibo in scatola. “È fottuta carne di cane”, si lamenta in russo. In precedenza, un compagno aveva avuto l’idea di tradurre l’iscrizione sul cibo in scatola.

11.000 soldati nordcoreani sono arrivati nella regione di confine russa di Kursk, è stato detto lunedì sera dal Il presidente Volodymyr Zelensky (46). Non sorprende che la carne di cane abbia trovato la sua strada nelle razioni delle truppe russe: in Corea del Nord, la carne di cane è una prelibatezza e consente una dieta ricca di proteine, nonostante la consueta carenza di cibo.

L’agenzia di stampa sudcoreana “Yonhap News Agency” ha riferito in risposta ai video: “Il governo (nordcoreano) del paese non solo incoraggia le persone a mangiare carne di cane, ma ha anche recentemente tenuto un concorso nazionale di cucina a base di carne di cane a Pyongyang, a cui hanno partecipato ristoranti”.

L’attacco del governo ai giudici colpisce i rapporti con l’Europa (linkiesta.it)

di Francesco Cundari

Modello ungherese

Se per Giorgia Meloni e Matteo Salvini il semplice rispetto del diritto dell’Ue è un atto eversivo contro la politica, forse è il caso di sapere cosa ne pensi quel Raffaele Fitto che dovrebbe far parte della Commissione.

Come dimostra il caso di Donald Trump, il momento in cui i leader con tendenze autoritarie o illiberali gettano davvero la maschera, e si dimostrano più pericolosi, non è quando si sentono all’apice del trionfo, ma quando si sentono all’angolo.

La loro vera natura non si vede da come esultano per le vittorie, ma dal modo in cui si confrontano con i fallimenti. E la reazione del governo italiano al conclamato, prevedibilissimo e ampiamente previsto fallimento del protocollo albanese sull’immigrazione è quanto mai rivelatrice.

Dopo che ieri il tribunale di Catania ha annullato il trattenimento di cinque migranti, mentre a Roma un altro tribunale, dopo quello di Bologna, si appellava alla Corte di giustizia europea, il governo è tornato ad attaccare i magistrati, in modi che ricordano assai più l’Ungheria di Viktor Orbán che le battaglie di Silvio Berlusconi.

Per giunta, alle sette di sera, un comunicato di Palazzo Chigi ha fatto sapere che Giorgia Meloni aveva ricevuto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli. Scelta che i giornali definiscono pudicamente «irrituale», considerando che presidente del Csm è il Capo dello Stato, il quale negli stessi articoli è descritto infatti come assai «stupito».

Tanto più che giusto ieri mattina gran parte del Csm aveva depositato la richiesta di una pratica a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati del tribunale di Bologna, i primi a rinviare alla Corte di giustizia europea il decreto sui Paesi sicuri.

Di qui gli attacchi forsennati del governo, dalla stessa Meloni, che subito aveva definito l’atto del tribunale un «volantino propagandistico», al vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ieri è tornato ad attaccare i giudici definendoli «comunisti».

Una reazione a dir poco sproporzionata, di fronte a un atto che gli stessi avvocati penalisti hanno difeso come ineccepibile («particolarmente prudente e particolarmente accurato nel rispettare le indicazioni che vengono dalle norme internazionali e dalla giurisprudenza sovranazionale», lo ha definito il presidente delle Camere penali) per non dire scontato, come ha ricordato anche l’Associazione italiana studiosi di diritto dell’Unione europea.

Ma se per il governo italiano il semplice rispetto del diritto europeo costituisce un inaccettabile attacco alla politica, per non dire un atto eversivo (di «eversione» ha parlato esplicitamente un autorevole esponente di Fratelli d’Italia, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli) sarebbe forse il caso di conoscere il parere di Raffaele Fitto, la cui audizione al Parlamento europeo è fissata per martedì prossimo, considerato l’importante ruolo non solo di commissario ma anche di vicepresidente che dovrebbe andare a ricoprire proprio nella nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen.

Se posso permettermi un suggerimento, almeno una domandina al riguardo penso che sarebbe certamente utile a dissipare molti possibili equivoci.