Un nuovo caso Satnam Singh: operaio egiziano ferito e scaricato a un distributore (ilmanifesto.it)

di Marco Pasi

Lavoro

Un operaio egiziano di 53 anni è caduto da un’impalcatura di tre metri ed è stato abbandonato ferito a un distributore a Grado in Friuli Venezia Giulia.

La denuncia di Caterina Conti, segretaria Pd del Friuli: “Un fatto che riporta alla luce un ambito di grave illegalità”

È stato abbandonato vicino a un distributore di benzina dopo essere caduto da un’altezza di circa tre metri, probabilmente mentre lavorava in un cantiere. Quello che che mercoledì sera è accaduto a Grado, in provincia di Gorizia, a un operaio di 53 anni di nazionalità egiziana ricorda molto quanto accaduto pochi mesi fa a Satnam Singh.

L’uomo è rimasto ferito riportando traumi in più punti del corpo, ma invece di essere soccorso e portato in ospedale, è stato lasciato solo e senza cure. Sarebbe stato poi lo stesso operaio a chiedere aiuto direttamente al benzinaio che ha chiamato i soccorsi.

Secondo quanto si è appreso, l’uomo risiede a Milano e sarebbe in Italia regolarmente. Gli operatori del 118 che sono arrivati sul posto l’hanno trovato ancora cosciente ma molto sofferente per i forti dolori.

La vittima non avrebbe rilasciato altre dichiarazioni e per ora non avrebbe  fornito spiegazioni utili a far luce sul caso, probabilmente perché era stato assunto in nero in un cantiere della zona e potrebbe essere caduto da un’impalcatura. In seguito è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Udine in codice rosso, dove ancora oggi è ricoverato in gravi condizioni.

«Non esito a definire terribile l’episodio accaduto a Grado. Un uomo di 53 anni di origini egiziane ferito sul lavoro in un cantiere viene lasciato davanti a un distributore di benzina. Nessun soccorso, nessuna pietà. Come fosse un oggetto e non un essere umano. Siamo davanti a una bestialità che non può essere in alcun modo giustificata. Questo episodio ci ricorda in maniera inquietante la tragedia di Satnam Singh a Latina, ucciso dalla ferocia di un caporale. Presenteremo una interrogazione parlamentare: non possiamo tacere davanti a quelli che sono veri e propri crimini contro la persona», dichiara Arturo Scotto del Pd.

«Quanto avvenuto a Grado si può definire solo come un crimine contro la persona e il lavoro: fatto salvo l’esito fortunatamente non letale. Gli inquirenti accerteranno i dettagli dell’evento e confido saranno trovati e puniti i responsabili di un fatto che riporta alla luce un ambito di grave illegalità. Questa è l’ulteriore conferma che anche in Friuli Venezia Giulia c’è una realtà sommersa di lavoro nero, sfruttamento, caporalato, che si approfitta del bisogno dei lavoratori, e qui potrebbe esserci anche l’omissione di soccorso. Serve più forza per combattere una realtà criminale che sfrutta i lavoratori e danneggia le imprese sane che rispettano le regole», afferma la segretaria regionale del Pd del Friuli Venezia Giulia, Caterina Conti.

Manconi: “Parole di Delmastro? Meritano un analisi clinica, grazie a conoscenze in psicopatologia” (alanews)

di Stefano Chianese

"In sociopatia e parafalia del disturbo del sadismo"

Durante un evento all’Università La Sapienza incentrato sui Ddl sicurezza, Luigi Manconi ha espresso una dura critica nei confronti delle dichiarazioni del sottosegretario Andrea Delmastro, affermando: “Io non penso che meritino un’analisi politica, ma un’analisi clinica. Utilizzando strumenti provenienti dalla letteratura scientifica in materia di psicopatologia, sociopatia e parafalia del disturbo del sadismo.”

Manconi ha poi sottolineato l’importanza di conoscere a fondo i decreti sicurezza, invitando i partecipanti a valutarne attentamente le conseguenze: “Per tutta la giornata parlerete dei decreti sicurezza. È fondamentale conoscerli bene, saperli indagare, valutarne le conseguenze e contestarli. Questi decreti si inseriscono in un clima culturale che riguarda tutti noi.”

L’eccitazione di Delmastro sull’auto blindata della penitenziaria: “Gioia vedere come non lasciamo respirare chi sta dietro vetro blindato” (ilriformista.it)

“L’idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà il prestigio con il gruppo operativo mobile sopra, far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato credo sia per il sottoscritto un’intima gioia”.

Parole del sottosegretario alla giustizia del governo Meloni Andrea Delmastro Delle Vedove che appare quasi eccitato per la nuova auto blindata della polizia penitenziaria che servirà per il trasporto dei detenuti al 41bis e dell’alta sicurezza. Auto presentata lo scorso 13 novembre al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Un esponente delle istituzioni che si crogiola nel vedere braccato, quasi senza fiato, un detenuto. Parole imbarazzanti quelle del numero due di via Arenula (cosa ne pensa il ministro che si professa garantista Carlo Nordio?) che arrivano in un momento storico delicatissimo per i penitenziari italiani dove dall’inizio del 2024 sono stati registrati ben 80 suicidi e dove tra sovraffollamento, mancanza di figure professionali e strutture fatiscenti vivere in cella è una lunga ed estenuante agonia.