Egitto, vietato entrare se vuoi sapere di Regeni (il fatto quotidiano)

di Francesca Borri

Trattenuta all’aeroporto: nelle stanze della National Security dodici ore tra interrogatori e minacce per essere poi rispedita indietro

Diciamo subito il dettaglio che dice tutto: gli egiziani non mi hanno consentito di chiamare nessuno. Ero lì già da ore, quando hanno lasciato un telefono un attimo incustodito. E ho scritto a mio padre. Quando ci spiegano che è giusto avere di nuovo un ambasciatore al Cairo, anche perché altrimenti, in caso di problemi, chi interviene?, la verità è che senza quel messaggio fortuito, la Farnesina mi starebbe ancora cercando.

Poi, sì, la nostra console è arrivata subito. Ma hanno negato l’ingresso alla sua interprete. Per cui era lì, senza capire ciò che dicevano. Quando sono atterrata da Milano, nella notte tra giovedì e venerdì, intorno alle tre, un cartello di benvenuto attendeva Carlotta, dipendente dell’Eni. Io sono solo una giornalista … leggi tutto

In Catalogna è guerriglia urbana: dopo gli arresti, gli scontri di piazza (euronews.com)

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Come aver scoperchiato il vaso di Pandora: i mali, tutti quanti, sono tracimati nelle vie della Catalogna. Disordini, scontri e cariche delle forze dell'ordine contro i manifestanti. Barcellona e le altre principali città catalane bruciano

Continua dunque la tensione dopo la prima convulsa giornata, seguita alle condanne dei leader indipendentisti da parte della Corte suprema spagnola. Le mobilitazioni hanno bloccato il traffico, presidiato autostrade e occupato le stazioni ferroviarie … leggi tutto

Il traffico dei rifiuti all’ombra del Duomo (24ilmagazine.ilsole24ore.com)

di Raffaella Calandra

“La monnezza è oro”, non solo nella Terra dei Fuochi, ma nella metropoli lombarda. Lo rivela Alessandra Dolci, alla Direzione distrettuale antimafia, che indaga sull’interesse di 8 cosche su 10 in questo settore, a Milano e provincia. Uno dei più lucrosi business illeciti: un giro da un milione di euro in meno di un anno

Il suo ufficio, Michele Sindona l’aveva voluto al di sopra di tutti. Per avere la città ai suoi piedi. E alimentare, con il rampantismo di quegli anni, anticipo della Milano da bere, i suoi affari. Oggi, invece, è dal buio del sottosuolo che gli imprenditori mafiosi scrutano la metropoli lombarda.

Dalle fondamenta porose della città. In quelle viscere, che non custodiscono latitanti, come nei bunker calabresi, ma che possono comunque trasformare i rifiuti in tesori. Ed è a questo che pensa la ‘ndrangheta. Perché anche a Milano, come nella Terra dei Fuochi, i boss sanno che la “monnezza è oro”. Quella prodotta qui e quella che arriva dai feudi della camorraleggi tutto

Perché il Nobel allo scrittore Peter Handke è un errore (valigiablu.it)

di Matteo Pascoletti

Giovedì sono stati assegnati i premi Nobel per la letteratura, dopo un anno di sospensione causato dallo scandalo che aveva coinvolto Jean-Claude Arnault, fotografo svedese e marito di una giurata del Premio, condannato nel 2018 per due aggressioni sessuali.

A seguito dello scandalo e di ulteriori indagini a carico di Arnault per dei finanziamenti a una società che organizzava eventi culturali, alcuni membri del Comitato Nobel si erano dimessi, e sospendere per un anno il Premio è sembrato un segnale forte per recuperare la fiducia compromessa.

Sono stati così assegnati i Nobel sia per il 2018 che per il 2019. Per il 2018 ha vinto la scrittrice polacca Olga Tokarczuk, per il 2019 lo scrittore austriaco Peter Handke, con la seguente motivazione: «Per un lavoro influente che con ingegno linguistico ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana». Sulla decisione di premiare quest’ultimo si sono da subito addensate polemiche … leggi tutto

Se i naufraghi nel Mediterraneo diventano “persone intercettate in operazioni di polizia”. Le ricadute sui soccorsi (altreconomia.it)

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Dal 2019, lungo la rotta del Mediterraneo centrale, la stragrande maggioranza degli eventi di ricerca e soccorso sono stati classificati dalla Guardia costiera come “operazioni di polizia”. Un fenomeno inedito che potrebbe avere effetti sull’applicazione delle norme sul soccorso in mare da parte del nostro Paese e conseguenze penali per i salvati. Oltre che rafforzare il ruolo delle milizie libiche

Dal 2019, lungo la rotta del Mediterraneo centrale, la stragrande maggioranza dei naufraghi alla deriva sono stati classificati come “persone intercettate nel corso di operazioni di polizia di sicurezza”. Si tratta di un fatto inedito per dimensioni che deriva da una diversa qualificazione degli “eventi” in mare da parte della Guardia costiera italiana. Non è un semplice dettaglio di forma ma un cambiamento profondo delle prassi che potrebbe avere effetti rilevanti sull’applicazione delle norme sul soccorso in mare da parte del nostro Paese, oltre che determinare un’accelerazione ulteriore ai respingimenti per delega praticati dalle milizie costiere libiche.

Una “chiusura del cerchio” che fa seguito alla dichiarazione di un’area SAR della Libia (giugno 2018), al riconoscimento di un centro di coordinamento delle operazioni a Tripoli, alla fornitura di mezzi, formazione e servizi alle milizie libiche, alla criminalizzazione dell’attività delle Organizzazioni non governative e alla destrutturazione di un dispositivo europeo di soccorsoleggi tutto

Via il segreto di polizia sul caso Alpi-Hrovatin. “Tutti diano un contributo alla verità e via il muro del silenzio” (articolo21.org)

di Graziella Di Mambro

“Sei mesi non sono molti e questa non è una vittoria ma una tappa importante”.

Così l’avvocato Giulio Vasaturo ha illustrato gli aspetti rilevanti dell’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Roma, Andrea Fanelli, ha rinviato gli atti alla Procura perché proseguano le indagini sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avvenuta ormai piu’ di 25 anni fa a Mogadiscio.

L’importanza di questa decisione e gli scenari possibili, insieme alla necessità che intervenga maggiore trasparenza anche da parte dei Servizi per la sicurezza, sono stati al centro della conferenza stampa che si è tenuta presso la Federazione della Stampa e alla quale hanno partecipato il Presidente e il segretario della Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, e l’avvocato Giulio Vasaturo, che nel procedimento rappresenta gli organismi  dei giornalisti quali parti offese per il duplice omicidio. Chi deve parlare adesso? … leggi tutto

Come nasce l’inchiesta su Bija, il trafficante di uomini stanato da Nello Scavo. Ecco a cosa servono i giornali che qualcuno considera inutili (articolo21.org)

di Graziella Di Mambro

Ha svelato la presenza di un trafficante di essere umani all’incontro di Mineo tra il Governo Italiano e le autorità libiche per arrivare ad un accordo e bloccare così le partenze di profughi e migranti da quel Paese verso il nostro.
Era maggio del 2017, l’incontro si è tenuto al Cara di Mineo.

Nello Scavo, per Avvenire, ha pubblicato la prova fotografica che quel giorno era presente al vertice istituzionale anche Abd al-Rahman al-Milad, conosciuto come Bija, l’uomo che l’Onu accusa di essere un pericoloso trafficante di uomini in Libia, presente nella gestione dei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare molte persone. Eppure era riuscito ad entrare in Italia e a presenziare a quel vertice di cui oggi esistono le foto e dove erano seduti rappresentanti di organizzazioni umanitarie e autorità italiane.

Davvero nessuno si accorse di nulla? Chi sapeva? E come fu possibile una simile svista.

L’inchiesta di Nello Scavo sta mettendo in seria difficoltà i responsabili di quell’incontro e lascia spazio a dubbi su come si comportò la nostra intelligence. Sia come sia, il suo reportage è diventato la notizia più importante su quasi tutti i maggiori organi di informazione internazionali in quanto prova ciò che si era sempre stato ipotizzato, ossia che la vulgata sui trafficanti nascondesse qualcosa di perverso e indicibile … leggi tutto

Il carcere non sia tortura: neanche per i mafiosi (il dubbio)

di Damiano Aliprandi

La Grand Chambre della Corte Europea dei Diritti Umani ha respinto il ricorso presentato dall’Italia contro la sentenza del 13 giugno 2019 sul cosiddetto ergastolo ostativo, cioè il carcere a vita che non prevede benefici né sconti di pena, applicato in Italia per reati gravissimi come l’associazione mafiosa o il terrorismo. […]

Quindi diventa definitiva la sentenza emessa il 13 giugno dalla camera semplice della Corte europea, la quale condanna l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione ovvero per le torture e trattamenti inumani e degradanti. Il caso specifico riguarda Marcello Viola. La sua pena perpetua è divenuta definitiva nel 2004. Egli, ricordiamo, si è sempre proclamato innocente e anche per questo, ma non solo, non ha mai scelto di collaborare, unica condizione per mettere fine all’ergastolo ostativo.

Nel 2011 e nel 2013 ha presentato istanze di concessione del permesso premio, ottenendo sempre risposta negativa. Ma i giudici di Strasburgo hanno sentenziato chiaro e tondo che l’assenza di collaborazione non può essere considerata un vincolo, a cui subordinare la concessione dei benefici durante l’esecuzione della pena, e neppure può precludere in modo automatico al magistrato la valutazione di un progressivo reinserimento del detenuto nella società … leggi tutto