La protesta contro la nomina del nuovo sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato e i conti mai fatti col passato stragista (valigiablu.it)

di 

Le lettere di protesta delle associazioni delle 
vittime delle stragi, 
le dimissioni dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali di Tomaso Montanari (presidente del comitato tecnico-scientifico per le belle arti e rettore dell’Università per stranieri di Siena), e di Diana Toccafondi (presidente del comitato tecnico-scientifico per gli archivi, dimessasi anche dall’Associazione nazionale archivisti italiani), le reazioni del mondo intellettuale, politico e del settore dei beni culturali.
Stanno facendo discutere la nomina di Andrea De Pasquale (già direttore della Biblioteca Nazionale di Roma) a sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato e la difesa della sua scelta da parte del ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini, che ha definito infondate le criticità mosse dai familiari delle vittime e dagli addetti ai lavori.
La polemica – ricostruisce Benedetta Tobagi su Repubblica e in diversi post sulla sua pagina Facebook – riguarda le competenze (“Perché nominare un dirigente bibliotecario, anziché archivista, alla guida del più importante archivio del paese?”) e la vicenda, risalente allo scorso novembre, dell’acquisizione da parte della Biblioteca Nazionale di Roma delle carte di Pino Rauti, accolta all’epoca entusiasticamente dal direttore De Pasquale e accompagnata da comunicati celebrativi senza una adeguata contestualizzazione della figura del fondatore del movimento extraparlamentare di estrema destra Ordine Nuovo, poi sciolto per ricostituzione del Partito Nazionale Fascista. Dopo la reazione dei familiari delle vittime della strage di piazza Fontana, il Ministero si affrettò a rimuovere il comunicato agiografico dal sito istituzionale della Biblioteca Nazionale.

Alla luce della gestione del fondo Rauti e “considerato che il Sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato è uno dei principali responsabili della corretta attuazione della desecretazione delle carte relative a stragi e attentati”, scrivono le associazioni dei familiari delle vittime, affidare a De Pasquale “un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia” fa dubitare sull’effettiva volontà di fare chiarezza sulla stagione delle stragi. Una vicenda che coinvolge istituzioni e apparati dello Stato e sulla quale pesa ancora una volta l’eredità della storia irrisolta dello stragismo in Italia.

Ma andiamo con ordine … leggi tutto

Per il Tar il ricorso del sindacato contro l’obbligo del green pass a scuola è inamissibile (laguida.it)

di Massimiliano Cavallo

Rigettata la richiesta di sospensione dell'obbligo 
di green pass perché si tratta di un atto non lesivo

È stata rigettata con una pronuncia di oggi, martedì 24 agosto, dal Tar del Lazio la richiesta di sospensione monocratica dell’obbligo di green pass per gli insegnanti e gli studenti. In sostanza il Tar ha dichiarato che l’articolo 1 comma 6 del decreto legge 111 del 6 agosto 2021 sull’obbligo di green pass di tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario nonché per gli studenti universitari, non è un atto lesivo e quindi il ricorso presentato dai sindacati è innamissibile.

Il decreto si aggiunge alla legge 17 giugno 2021 n. 87 che è la conversione del decreto legge 22 aprile 2021, n. 52, “recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19”.

Secondo il sindacato Anief il green pass non può essere obbligatorio per entrare a scuola o all’università e dunque non può esserci obbligo vaccinale. MA il Tar ha detto che non è un atto lesivo … leggi tutto

Un delirante comunicato sindacale: Sindacato contro green pass

(Feliphe Schiarolli)

Tre ex militari fascisti cileni sono stati estradati dalla ministra Cartabia dopo la condanna all’ergastolo (globalist.it)

Erano stati condannati per l'omicidio e la 
sparizione di due cittadini italiani:

facevano parte dell’esercito di Pinochet

Le condanne erano diventate definitive il primo luglio scorso. I tre assassini hanno, infatti rinunciato al ricorso in Cassazione.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha firmato la richiesta di arresto provvisorio e di estradizione per tre ex militari cileni, condannati in via definitiva in Italia all’ergastolo, nell’ambito del processo Condor, per l’omicidio e la sparizione di due cittadini italiani.

La richiesta è stata inoltrata all’ambasciata italiana a Santiago del Cile.

I tre ex componenti dell’esercito cileno sono Rafael Francisco Ahumada Valderrama, Manuel Vasquez Chahuan e Orlando Moreno Basquez, tutti appartenenti all’esercito durante la dittatura guidata da Pinochet.

 (Elias Almaguer)

La democrazia e i diritti sono un «valore universale» (corriere.it)

di Sabino Cassese

Ma non c’è un unico modello. 

Per far valere questo diritto vi sono mezzi diversi e diversi promotori, perché più democrazia vuol dire un mondo più pacifico

Il fallimento della ventennale missione americana in Afghanistan ha confermato l’opinione di molti che la democrazia non possa essere trapiantata. La tesi che la democrazia non sia merce da import-export è antica. La sostengono coloro per cui la democrazia è il prodotto di ogni singolo popolo: ogni società ha il suo diritto e sceglie il suo sistema politico. Le istituzioni politiche debbono essere di origine locale per poter essere accettate dalle rispettive società.

Il principio di autodeterminazione dei popoli comporta che essi possano decidere di non scegliere ordinamenti democratici, optando per regimi politici di altro genere. Questo modo di ragionare continua così: ogni singolo popolo dovrebbe disinteressarsi della democraticità dei sistemi politici degli altri popoli.

La democrazia è un insieme di istituzioni maturate nel mondo occidentale e non è corretto ritenerla migliore di altri reggimenti politici e cercare di trasferirla in Paesi che hanno tradizioni diverse. È il popolo che decide le sue sorti e sceglie di intestarsi ed esercitare il potere, oppure di affidarlo ad altri accontentandosi di ordinamenti oligarchici, o autoritari, o dittatoriali, o totalitari.

Questo punto di vista, che chiamerò la versione estremistica della democrazia, ignora un cambiamento importante avvenuto nel mondo intorno all’inizio del nuovo millennio: il riconoscimento universale del diritto dei popoli alla democrazia. Già la dichiarazione internazionale (poi universale) dei diritti dell’uomo del 1948 e il patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, ambedue adottati nell’ambito delle Nazioni Unite, facevano riferimento a una «società democratica».

Poi, la dichiarazione delle Nazioni Unite del millennio, del 18 settembre 2000, prevedeva l’impegno a promuovere la democrazia e a rafforzare la capacità di tutti i Paesi di realizzarne i principi e le pratiche. Su questa base fu istituito il fondo delle Nazioni Unite per la democrazia e la parallela istituzione dell’Unione Europea.

Questi, mediante finanziamenti ad associazioni private, promuovono dall’esterno la democrazia in molti Paesi del mondo … leggi tutto

(Matthew TenBruggencate)