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Chi è Valentina Fusco, “leader degli apolidi”… (butac.it)
di
Un personaggio che abbiamo già incontrato negli scorsi anni è stato arrestato.
Un piccolo recap degli ultimi incontri
Durante il weekend, mentre si trovava un un treno, è stata arrestata Valentina Fusco. Racconta Il Tirreno:
…Valentina Fusco non ha rispettato le prescrizioni del giudice Sergio Compagnucci davanti al quale è in corso il processo che la vede imputata proprio per resistenza: la 43ene (sic) follonichese leader degli apolidi è stata portata nel carcere di Civitavecchia…
La scena dell’arresto è stata ripresa e pubblicata sul canale YouTube di Fusco. Per chi ci tenesse a vederlo avvertiamo che si tratta di uno splendido caso di neorealismo italiano, degno seguito degli altri video pubblicati dalla protagonista (sì, è sarcasmo). Nei tanti articoli che circolano e raccontano i fatti Fusco viene definita “leader degli apolidi”, ma sono in pochi a spiegare realmente chi sia e cosa ci sia dietro a questa donna.
Noi l’abbiamo fatto anni fa, sono anni che cerchiamo di porre attenzione su un movimento che riteniamo pericoloso, sia per chi vi partecipa, sia per chi lo incontra sul proprio percorso. Definirli solo “apolidi” è sbagliato. Valentina Fusco non è altro che l’ennesimo prodotto di quella truffa che è OPPT 1776, Noi è Io Sono, non nominare queste realtà, non fare i nomi dei soggetti che le guidano e le portano avanti da anni è un errore giornalistico grave.
Ma partiamo dall’inizio: incontriamo l’atomica Valentina sulle pagine di BUTAC una prima volta il 17 maggio 2021, ne parliamo in quanto la stessa era stata intervistata da tal Teo di RIEVOLUZIONE, (che in piena pandemia era diventato uno dei tanti guru no mask e no vax con una pletora di seguaci – oggi sul suo canale Telegram Teo ha ben 6 follower) e i suoi video venivano ricondivisi su Rumble da soggetti come Luca Nali (che invece ha tutt’ora, su YouTube, un discreto numero di follower, anche se i suoi video ora generano meno visualizzazioni di un tempo).
Valentina era una commerciante di occhiali che aveva deciso di non seguire le regole stabilite per cercare di contenere la pandemia da COVID-19 e, come raccontato da chi condivideva i suoi contenuti, era diventata “ricercatrice indipendente” di disposizioni di legge.
Questi i cartelli affissi sulla porta del suo negozio a maggio 2021:
Valentina nel suo “ricercare” aveva fatto esattamente come i soggetti di OPPT, ovvero aveva preso concetti reali, presenti nella nostra Costituzione, li aveva estrapolati dai loro contesti e adattati alla sua personale realtà.
Stiamo parlando di persone che con la scusa della sovranità individuale sono convinte di non fare parte della società in cui viviamo tutti, e pertanto – già che ci siamo – di non dover pagare svariate cose, dalle tasse alle multe, dai prestiti ai debiti, ai mutui, pedaggi autostradali inclusi. Soggetti a cui i guru insegnano come usare il legalese per evitare (o per meglio dire ritardare) il più possibile le conseguenze delle proprie azioni. Persone che vivono in una realtà parallela, gestita da avvocati con tanto pelo sullo stomaco e capisetta molto in gamba.
All’epoca uno dei tanti sciacalli del web, Morris San, prese il video con l’intervista a Fusco e lo ripropose sui propri canali dopo aver censurato la fonte e inserito il suo logo, questo per farvi capire quanto questi soggetti siano appunto interessati non a comuni battaglie, bensì a rafforzare la propria fanbase (che è anche quella che con donazioni e visualizzazioni gli permette di tirare avanti) fornendo loro contenuti che possano interessarli e fidelizzarli.
Incrociammo di nuovo Valentina sempre nel 2021, a giugno, stavolta in compagnia di una star del negazionismo pandemico, la signora Rosanna della torteria di Chivasso. Nel corso del loro incontro veniva ribadito che:
…se andiamo a chiedere copia della “Costituzione della Repubblica Italiana” non ci viene data. Perché l’Italia non è una Repubblica, ma un’azienda.
All’epoca i video di questi soggetti avevano decine di migliaia di visualizzazioni, oggi per fortuna la maggioranza di loro è caduta nel dimenticatoio, la viralità dei loro post è diminuita, come già accaduto in precedenza – ma non sono svaniti. Noi è Io Sono organizza tutt’ora eventi che attirano centinaia di persone online e offline, centinaia di persone che credono a quanto viene loro raccontato, e si fidano, con tutti i rischi del caso.
La magistratura dovrebbe andare a unire i vari puntini di queste realtà, per studiare da dove partono e che rischi comportano per i troppi che negli anni si sono fidati e le hanno seguite. Movimenti che non esitiamo a definire sette. Chi ci finisce dentro fa decisamente fatica a uscirne e fidarsi può comportare molti rischi, sia psicologici che monetari.
BUTAC ha avuto a che fare con un avvocato che anni fa gestiva la parte burocratese dietro a quelli che oggi si fanno chiamare Noi è Io sono, lo stesso avvocato ci aveva denunciato per diffamazione. L’articolo che parlava di lui è stato rimosso dal nostro sito anche se siamo stati assolti con formula piena, ma il magistrato che ha firmato la sentenza crediamo che tutt’oggi non si sia reso conto che facendoci rimuovere quell’articolo ha di fatto contribuito a difendere un soggetto che in realtà non meritava alcuna difesa.
Noi ne siamo usciti puliti, ma lui ha ottenuto quel che voleva, ovvero che non si possa leggere online, cercando il suo nome, che un fact-checker avesse spulciato nel suo passato e nel suo presente collegandolo a realtà da cui ora he necessità di prendere le distanze rimuovendo ogni collegamento che aveva con loro.
Concludendo
Valentina Fusco è solo un minuscolo tassello di qualcosa di molto più esteso sul territorio di quanto i giornalisti non siano capaci di indagare. Ci sono soggetti che, nel mondo della sovranità individuale, sono decisamente più influenti di Fusco, ed è di quelli che i giornalisti (e la magistratura) dovrebbero oggi cercare di occuparsi. Le Iene ci avevano provato qualche tempo fa, ma anche loro si sono, alla fine, limitati a scalfire l’iceberg.
Ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
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