La commissione Segre e noi dell’informazione (articolo21.org)

di Roberto Natale

Chiama in causa anche le responsabilità 
dell’informazione l’istituzione della Commissione 
voluta dal Senato per “contrastare i fenomeni di 
intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione 
all’odio e alla violenza”, con le conseguenti 
polemiche della destra che ha deciso di astenersi.

Polemiche che riportano alla luce quella malintesa idea di par condicio che in questi anni si è diffusa anche nella stampa, in radio e in tv, secondo la quale il rispetto dei valori costituzionali di non discriminazione è quello caro ai “buonisti”, che sono una parte; poi c’è un’altra parte del Paese che la pensa diversamente, e non vorrete mica negarle il diritto di esprimersi?

Perché dovete imbavagliarmi, se voglio continuare a chiamare ‘clandestino’ chi giuridicamente andrebbe definito – ci ricorda la Carta di Roma – come ‘rifugiato’ o ‘richiedente asilo’? Perché volete censurarmi, se decido di dare grande risalto giornalistico solo agli stupri commessi dagli immigrati, mentre nascondo in quindicesima pagina lo stesso orribile reato quando a macchiarsene è un italiano? E perché non posso parlare di ‘invasione’ dall’Africa, anche se i numeri non giustificherebbero un linguaggio apocalittico?

E’ anche per questa confusione sul ruolo della “libera” informazione che oggi siamo – tocca ricordare ancora una volta gli studi convergenti che lo attestano – il Paese occidentale nel quale massimo è il divario tra i dati reali di alcuni fenomeni e la percezione che ne ha la famosa “gente”. Esempio tipico, dalle disastrose conseguenze sociali, lo scarto tra la presenza reale di immigrati (7% della popolazione italiana) e la presenza ‘percepita’ (il 25%, ben tre volte e mezzo di più) … leggi tutto

Bija, il trafficante di uomini scrive post intimidatori contro Nancy Porsia, che per prima ne ha descritto la pericolosità (articolo21.org)

Abd al-Rahaman al-Milad, detto Bija, non ha preso bene 
l’inchiesta di Avvenire sulla sua controversa missione 
in Italia nel 2017, anzi si è molto arrabbiato e ce 
l’ha con i giornalisti, con una in particolare 
Nancy Porsia, la freelance che è stata tra i primi a 
documentare già nel 2016 l’ascesa del “comandante Bija”

E’ stata poi la foto pubblicata da Avvenire nell’inchiesta di Nello Scavo a provare che l’uomo, considerato appunto un trafficante di migranti violento e pericoloso, a fornire la prova di un suo contatto con il Governo italiano, il che ha messo in imbarazzo lo nostra intelligence.

Molto rumore e molta trasparenza su quell’incontro al Cara di Mineo, troppo per il “comandante”, che adesso accusa i giornalisti e dice, come riporta sempre Avvenire, che continuerà a difendere la sua patria … leggi tutto

L’inaccettabile censura di Facebook che limita la libertà di espressione dei curdi (articolo21.org)

di Antonella Napoli

Non ci sono giustificazioni. Con le sue logiche da algoritmo schizofrenico Facebook ha deciso di oscurare devono di profili pro curdi e ottenere il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nell’inaccettabile attacco nella regione del Rojava

Da ieri il social network di Zuckenberg ha iniziato l’oscuramento di pagine e testate giornalistiche che avevano riportato fatti riguardanti l’aggressione turca al popolo curdo in Siria, spingendosi fino a Kobane.

La censura si è abbattuta in particolare sulle pagine di militanti, di centri sociali e di organizzazioni che in questi giorni avevano divulgato notizie su quanto stava accadendo e espresso solidarietà ai curdi, in alcuni casi pubblicando immagini o bandiere del Partito dei lavoratori del Kurdista … leggi tutto

Harlem Desìr, 121 giornalisti in carcere nell’Osce (ossigeno.info)

I dati forniti dal Rappresentante per la libertà di stampa alla Conferenza di Varsavia sui diritti umani. L’intervento di Ossigeno

Negli ultimi sette mesi l’Osce è intervenuta in difesa di 121 giornalisti e operatori dell’informazione incarcerati e detenuti nei 53 Paesi membri della stessa Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Lo ha sottolineato il Rappresentante Osce per la libertà dei media, Harlem Desìr, intervenuto oggi ad uno dei vari incontri sul tema nell’ambito della Conferenza sui diritti umani dell’Osce (Human Dimensione Implementation Meeting), incontro che raccoglie ogni anno a Varsavia rappresentanti degli stati partecipanti e della società civile.

“Viviamo in un’epoca – ha detto Désir – in cui i giornalisti ed i media non solo affrontano le sfide della trasformazione digitale, delle fake news e della disinformazione, ma sono anche assediati da intimidazioni, minacce ed attacchi di tanti tipi” … leggi tutto