La parità di genere è un miraggio. “Poche donne, finisce sempre così” (lastampa)

di Francesca Paci

E poi, a cose fatte, si contano le donne: quante ce ne sono nel nuovo esecutivo giallo-rosso? La cifra totale, 7 su 21 ministri con e senza portafoglio, è una risposta assai più che matematica.

“Va sempre a finire così – ragiona la sociologa Chiara Saraceno. Quello sulla componente femminile è un pensiero che viene dopo: prima si spartiscono gli incarichi e poi, se non è possibile aggiungere una poltrona, si sacrifica qualcuno sull’altare delle quote rosa”.

Ha 78 anni, ne aveva 10 quando la pioniera Angela Maria Giudici Cingolani veniva nominata sottosegretario al ministero dell’Industria del governo De Gasperi e, ammette, avrebbe scommesso su progressi maggiori: “l’intera gestione della crisi è stata di un maschilismo evidente … leggi tutto

La sterlina balla come una valuta emergente, tra paura di Brexit dura e Corbyn che fa scappare i super ricchi (businessinsider.com)

di Mauro Bottarelli

I mercati, per quanto teoricamente manipolabili ed effettivamente manipolati dallo strapotere delle Banche centrali, restano dei termometri affidabili per la politica.

Certo, discese e risalite di titoli di Stato o valute possono dipendere da fattori transitori o emotivi ma alcune dinamiche parlano chiaro. E il fatto che, dopo la sconfitta parlamentare di Boris Johnson sull’opzione di Brexit no-deal, la sterlina sia risalita sopra quota 1,20 sul dollaro, dopo aver toccato i minimi da tre anni, risponde a questa fattispecie.

Il proverbiale sospiro di sollievo, ancorché la strada sia ancora lunga e tutt’altro che scevra da ostacoli, in primis le elezioni anticipate nel Regno Unitoleggi tutto

I giallorossi vogliono investire in edilizia popolare? Citofonare Cdp (ilfoglio.it)

di Samuele Maccolini

Il nuovo governo focalizzerà il suo lavoro sui punti di un programma comune redatto da Pd e M5s.

Il testo vede al punto numero 8 – sono 29 in totale – una risposta all’emergenza abitativa: “Occorre prevedere un piano di edilizia residenziale pubblica volto alla ristrutturazione del patrimonio esistente e al riutilizzo delle strutture pubbliche dismesse, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani; adeguare le risorse del Fondo nazionale di sostegno alle locazioni; rendere più trasparente la contrattazione in materia di locazioni”. 

Parafrasando, il governo rossogiallo mette subito in chiaro che si impegnerà a fronteggiare le istanze abitative delle migliaia di persone – 650 mila circa lungo la penisola – che attendono di accedere a un’abitazione popolare … leggi tutto

Germania – Un paese profondamente diviso (voxeurop.eu)

di Steffen Vogel  (Eurozine Vienna Traduzione di Luca Pauti)

Le divisioni vecchie e nuove hanno scosso l’irresistibile parvenza di stabilità raggiunta dopo la riunificazione. Mentre l’impennata dei Verdi è più evidente nei Land occidentali, l’elettorato in quelli orientali continua ad essere attratto dall’estrema destra. Se la cancelliera uscente Angela Merkel possa salvare la faccia mentre Berlino perde la sua influenza in Europa rimane una questione aperta.

Queste elezioni europee hanno profondamente scosso la politica tedesca. Il risultato plasmerà i dibattiti politici interni per i mesi a venire. Sono in gioco tre aspetti principali. In primo luogo, c’è il ruolo decisivo della Germania nell'”onda verde” che ha colto di sorpresa l’Europa. La buona prestazione dei Verdi tedeschi era stata ampiamente prevista a livello nazionale, ma le dimensioni del loro successo sono state superiori a quanto gli strateghi del partito avevano osato sognare: con il 20,5 per cento, i Verdi hanno quasi raddoppiato la loro quota, raccogliendo milioni di voti sia dai Socialdemocratici che dai Conservatori e arrivando primi alle urne in alcune zone ruralileggi tutto

Regno Unito, Johnson perde la maggioranza e minaccia elezioni anticipate: cosa dicono i sondaggi? (youtrend.it)

di Francesco Cianfanelli

Dopo l’ennesimo colpo di scena la House of Commons ha ripreso il controllo sul calendario parlamentare
La serata di ieri ha regalato l’ennesimo colpo di scena nella politica britannica. Nel giro di poche ore il primo ministro conservatore Boris Johnson ha perso la maggioranza, ha subìto il volere del Parlamento che ha calendarizzato per stasera un voto per scongiurare una No Deal Brexit e ritardare ancora l’uscita dall’Unione Europea, e ha infine annunciato la volontà di chiedere elezioni anticipate, che potrebbero aver luogo già il prossimo 14 ottobre.
I laburisti, da parte loro, sono disposti a dare il proprio, indispensabile sostegno al ritorno alle urne (per sciogliere in anticipo il Parlamento servono i due terzi dei voti) solo se la Camera dei Comuni approverà una legge per escludere la possibilità di un’uscita senza accordo. Una situazione difficile da digerire per Johnson, che è diventato primo ministro proprio promettendo una Hard Brexit entro il 31 ottobre, senza se e senza ma leggi tutto

Boris Johnson chiude il Parlamento (doppiozero.com)

di Enrico Palandri

Una trentina di anni fa un tentativo di avere una costituzione scritta in Gran Bretagna, Charter 88, aveva raccolto sostenitori tra scrittori e intellettuali (Rushdie, McEwan, Emma Thompson e tanti altri).

Neil Kinnock, l’allora leader del partito laburista, pur firmando il documento, lo aveva definito il frutto di un gruppo di piagnucolosi.

Le monarchie costituzionali nascono in Europa dai moti del 1848, la primavera dei popoli, che non c’è stata in Gran Bretagna. Il patto scritto tra il sovrano e il popolo è il fondamento di tutte le regole anche quando non ci sia più un re, è l’accordo tra il potere e il popolo. L’ultima crisi di governo italiana si è risolta in gran parte grazie alle tutele costituzionali della nostra Repubblica che ha resistito alla forza di Salvini che cercava di capitalizzare il consenso dei sondaggi in seguito alle elezioni europee, le sue posizioni eclatanti, le piazze, i rosari esibiti e via dicendo.

In Gran Bretagna non esiste una costituzione scritta: come per la legge che non ha codici penali, civili o amministrativi ma solo una secolare giurisprudenza, cioè l’accumulo di tutte le sentenze nella storia del paese, oggi Boris Johnson può compiere lo straordinario colpo di mano di sospendere i lavori del parlamento nel momento cruciale che precede la data del Brexit, il 31 ottobre, sottraendo quindi il tempo necessario a un dibattito sul comportamento del governo … leggi tutto

Spagna: l’ultima offerta di Sanchez a Podemos per formare il governo (euronews.com)

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Un programma di 300 punti per trovare l’intesa con Unidas Podemos. Il Premier spagnolo Pedro Sanchez mette sul tavolo anche la questione dell’indipendenza catalana che vede i due partiti divisi.

Sánchez chiede un incontro, per il prossimo 5 settembre, con Pablo Iglesias che, lo scorso luglio, gli ha negato la fiducia perché non ha ottenuto alcuni ministeri. Il Premier offre diverse posizioni chiave, ma nessun ruolo all’interno del Consiglio dei ministri … leggi tutto