La democrazia è per gli dei (indiscreto.org)

di Costica Bradatan traduzione di Francesco D’Isa (Questo articolo è la traduzione italiana di un articolo uscito su The New York Times)

«Perché le democrazie falliscono?»

È un problema di cui abbiamo sentito parlare spesso negli ultimi anni; nei libri, nelle riviste, nei notiziari, è un dibattito sempre più frenetico. Eppure quasi sempre mi ritrovo a rispondere alla domanda con un’altra: perché mai non dovrebbero fallire?

La Storia – l’unica guida che abbiamo in materia – ci ha dimostrato che la democrazia è rara e fugace. Si accende in circostanze misteriose, in un luogo fortunato o in un altro, per poi svanire, a quanto pare, altrettanto inspiegabilmente. Un’autentica democrazia è difficile da realizzare, e, una volta realizzata, è fragile. Nel vasto quadro degli eventi umani, si tratta dell’eccezione, non della regola.

Nonostante la natura sfuggente della democrazia, la sua idea centrale è di una semplicità disarmante: Come membri di una comunità, dovremmo avere pari voce in capitolo su come condurre la nostra vita collettiva … leggi tutto

Is Boris Johnson really Britain’s Trump? (theguardian.com)

Both are loudmouthed man-children, whose professional success is a combination of immense privilege, unscrupulous opportunism, and relentless self-promotion

he United Kingdom has a new prime minister, again, roughly three years after Theresa May took over to clean up David Cameron’s Brexit mess. The new PM is Boris Johnson, one of the many European politicians to be portrayed as a local equivalent of the US president Donald Trump in the US media. This time, however, the similarities are indeed striking.

Both are loudmouthed man-children, with a history of adultery and other scandals, whose professional success is a combination of immense privilege, unscrupulous opportunism, and relentless self-promotion, all happily promoted by a complicit media environment. They share an “unorthodox” approach to politics as well as a “tell it like it is” communication style – media euphemisms for reckless opportunism and a combination of homophobia, racism and sexism … read everything

Il nuovo Parlamento Europeo (agi.it)

Composizione attuale e variazioni rispetto al passato

Alla fine di maggio i cittadini europei si sono recati alle urne per il rinnovo del Parlamento europeo. Si tratta della nona elezione europea, che si svolge ogni 5 anni a partire dal 1979. Gli occhi dell’Europa e del mondo sono stati puntati su queste elezioni più che in passato. Si pensava infatti che i partiti sovranisti ed euroscettici che hanno sempre più successo in Europa ribaltassero la maggioranza in Parlamento. Ciò non è avvenuto ma i partiti tradizionali che solitamente detenevano la maggioranza autonomamente, ovvero popolari e socialisti, dovranno stringere alleanze con altri gruppi.

Ora che il Parlamento è stato eletto, l’attenzione è stata spostata sulle trattative per la nomina del presidente della commissione europea. Inizialmente si credeva che sarebbe stato un passaggio semplice, ma i veti incrociati hanno posto fine al metodo degli Spitzenkandidat, per cui il candidato a ricoprire carica viene indicato dal partito che ha maggiore successo alle elezioni per il Parlamento.

Poiché è stato abbandonato il metodo dei “candidati capilista” per la scelta del candidato alla presidenza della commissione europea le trattative sono ancora aperte. 

La demagogica sforbiciata ai parlamentari non sana l’inutilità di due Camere uguali (ildubbio.news)

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La regola, quando la prestazione dei governi è mediocre e le maggioranze inciampano in qualche imbarazzo, è far saltare il banco degli argomenti vacillanti mettendo in pista il cavallo.

Non so se il concatenamento degli eventi – Russiagate sul lato salviniano, conflitti interni senza requie in casa pentastellata- era messo nel conto.

Sicuramente, però, la riduzione del numero dei parlamentari, approvata in terza lettura al Senato è, nell’intento del governo ( o almeno di una sua parte), il cavallo di Troia a cui studiatamente si è fatto ricorso per distrarre il popolo dall’allegra corsetta verso il precipizio verso cui ci avviamo, tra un selfie e un facebook, dal giugno 2018 … leggi tutto

L’unica impronta che lascerete nella storia sarà il vostro odio (thevision.com)

di Mattia Madonia

Non si scappa dalla Storia. Nel suo essere ciclica ci mette sempre di fronte agli errori che pensavamo di esserci lasciati alle spalle. In questo periodo stiamo vivendo l’ennesimo ciclo in cui un popolo assume i tratti più brutali di chi ha scelto per governarli, in attesa di rinnegarli.

Tutto questo può durare un anno o un ventennio, poi si fingerà di non aver mai indossato quelle maschere, di aver sempre rifiutato l’assimilazione. Ma la Storia, dimenticata da molti, continua a conservare il dono della memoria e della testimonianza.

Lo spirito del popolo corrente, il volksgeist in salsa gialloverde, non è altro che una rielaborazione delle esperienze passate. Gli italiani hanno assorbito e poi rinnegato un ventennio fascista, mezzo secolo di Democrazia Cristiana, gli anni del berlusconismo, la breve avventura del renzismo, per arrivare a sostenere una creatura ibrida che riassume il peggio di questi cicli nel governo bicefalo che finge di essere a misura del popolo, quando in realtà non fa altro che manipolarlo … leggi tutto

La lingua immorale (succedeoggi.it)

di Giuseppe Grattacaso

L’escalation immorale e volgare del linguaggio del ministro dell’Interno tende a far credere che i problemi si possano risolvere con un urlo o uno slogan. Come nel mondo irreale dei supereroi. Così, lentamente, siamo tutti diventati protagonisti di un fumetto dell’orrore

La crisi relativa al linguaggio, di cui il nostro Paese è oggetto, andrebbe vissuta ed affrontata come una vera e propria emergenza. Gli effetti, già ora piuttosto evidenti, rischiano di diventare, con il passare del tempo, devastanti e recuperabili solo a fronte di un lungo lavoro di ricostruzione.

Provo a riassumere in maniera alquanto sintetica e dunque inevitabilmente approssimativa: se nel recente passato, il linguaggio sciatto, volgare e rozzo si era progressivamente diffuso tra i più giovani e appariva tollerato in certi ambiti sociali e in certi contesti, ora una buona parte degli italiani, di ogni livello culturale, lo considera elemento di forza per una comunicazione più diretta e chiara … leggi tutto