La base dei partiti populisti (corriere.it)

di   Maurizio Ferrera

Dalla televisione, da internet e dai social si attendono risposte. E a fornirle sono soprattutto i leader dei partiti, che per farsi sentire usano slogan, «sparano» battute, formulano diagnosi e proposte in apparenza semplici, ma quasi sempre semplicistiche

In tutti i Paesi europei la lunga recessione e i crescenti flussi migratori hanno causato insicurezza e paure. Gli elettori tendono a guardare al «qui ed ora». Si chiedono: potrò ancora contare sul reddito di cui dispongo oggi? Riuscirò a mantenere il posto di lavoro (ammesso che non lo si sia ancora perso)? Cosa accadrà ai miei figli? Per un elettore medio non è facile rispondere a simili domande. Mancano le informazioni, le competenze, il tempo per riflettere. Non si frequentano più quei luoghi (dalle sezioni locali dei partiti e dei sindacati alle bocciofile) dove una volta si discuteva insieme dei problemi, si parlava di politica … leggi tutto

Il problema di Facebook con la trasparenza (voxeurop.eu/it)

Il sito svedese J++, insieme ad altri giornali, ha analizzato gli annunci pubblicitari in vista delle elezioni europee. Purtroppo i dati restano carenti da diversi punti di vista.

Bce, Parlamento, Commissione: chi e come sceglie i vertici della Ue (euronews.com)

Una strada ancora tutta in salita, soprattutto per l’Italia che rischia di non piazzare nessun nome di spicco tra le cariche che più contano in Europa. Una strada piena di incognite e di possibili alleanze geopolitiche ancora tutte da definire.

Si inizia questa settimana: giovedì e venerdì a Bruxelles i leader dei 28 Paesi dell’Unione si riuniranno per affrontare il risiko delle nomine … leggi tutto

Riuscirà il G20 a tenere insieme i cocci del mondo? (lavoce.info)

di Alessia Amighini

Tra gli obiettivi principali del G20 di Osaka c’è la sopravvivenza del sistema multilaterale degli scambi. Ma proprio la rinuncia degli Stati Uniti a svolgere un ruolo guida può essere la spinta per arrivare a una riforma del Wto su base plurilaterale.

Multilateralismo in crisi

Il multilateralismo vive una battuta d’arresto a causa delle politiche protezionistiche degli Stati Uniti e il G7 sembra aver perso molta della sua capacità di dialogo e cooperazione su temi che coinvolgono direttamente anche i grandi paesi emergenti: trovare una soluzione alle grandi sfide globali che il prossimo G20 si appresta ad affrontare a Osaka appare dunque un’impresa titanica. L’ambiziosa presidenza giapponese, però, si dichiara determinata a contribuire alla crescita economica globale promuovendo il libero scambio e l’innovazione, conseguendo al contempo crescita economica e riduzione delle disuguaglianze, senza dimenticare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

I global commons in senso stretto (acque internazionali, atmosfera, Antartide, spazio), ossia i temi tradizionali del G20, restano prioritari, ma tra gli obiettivi principali quest’anno vi è la sopravvivenza stessa del sistema multilaterale degli scambi. Negli ultimi tre decenni ha favorito una crescita senza precedenti e un aumento del reddito medio di molti dei paesi più poveri.

Al centro del sistema, l’istituzione perno – l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) – ha promosso gran parte della riduzione delle barriere agli scambi e ha permesso a molti paesi in via di sviluppo di beneficiare del commercio internazionale senza discriminazioni. Alcuni di quegli stati, in particolare la Cina, sono oggi così grandi e potenti da rendere insufficiente e inadeguata la semplice distinzione tra economie di mercato e paesi in via di sviluppo, che ancora oggi definisce lo status dei paesi aderenti al Wto … leggi tutto

Donne che votano Salvini (ingenere.it)

Matteo Cavallaro

In Italia le donne che vanno a votare sono meno degli uomini, una costante che si è consolidata negli anni. Secondo un’indagine di Quorum/YouTrend, alle ultime elezioni europee più del 30 per cento di queste ha scelto la Lega di Salvini

Le elezioni del 26 maggio hanno visto quella che può essere considerata la quarta rivoluzione elettorale in sei anni (2013, 2014, 2018 ed ora 2019). Di fronte a questo sommovimento il sistema politico italiano presenta una costante: una sotto-rappresentazione delle donne.

Questo è vero sotto molteplici aspetti. È evidente tra gli eletti: in attesa di conferme, lo scenario più probabile vede infatti 45 eurodeputati eletti contro 31 eurodeputate. Per quanto riguarda le elettrici, c’è da chiedersi come hanno votato le italiane, se le donne votano (e in quali posti votano di più o di meno), ma soprattutto per chi e perché votano … leggi tutto

La retorica del buon padre di famiglia (iltascabile.com)

di Gaetano Moraca

Da dove viene e quali conseguenze ha l’appello al pater familias nella comunicazione politica?

Se guardiamo al profluvio di padri che ha inondato il nostro paese negli ultimi mesi, sembrano lontanissimi i tempi in cui lo psicanalista Massimo Recalcati, riprendendo Lacan, parlava di “evaporazione” della figura paterna. Sempre più spesso infatti, nelle dichiarazioni pubbliche, i politici dichiarano di parlare e di agire da padri di famiglia.

L’esempio più noto e recente è il commento con cui il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato alla procedura d’infrazione proposta dalla Commissione europea per il debito del triennio 2018-2020 : “Se mio figlio ha fame e mi chiede di dargli da mangiare secondo voi io rispetto le regole di Bruxelles o gli do da mangiare? Secondo me viene prima mio figlio, i miei figli sono 60 milioni di italiani”. Ma già sul libro dei visitatori del Memoriale dell’Olocausto di Gerusalemme si era espresso così: “Da papà, da uomo, solo dopo da ministro, il mio impegno, il mio cuore, la mia vita xché (sic) questo non accada mai più”.

Gli esempi sono numerosi, e non si limitano a Salvini: anche il Ministro Toninelli ci ha tenuto a precisare riguardo al respingimento delle ONG che “Da ministro e da padre di famiglia posso dire che sono immagini terribili ma appunto ci devono convincere ad andare avanti” e ancora “Da padre ve lo garantisco: salveremo le vite umane” … leggi tutto

Le nostre piazze della politica (corriere.it)

di   Beppe Severgnini

L’assenza di violenza politica è un vanto e un credito che noi italiani dovremmo spendere in Europa e oltre. A chi tratta la nostra democrazia con sufficienza, ricordiamo che in Italia i violenti organizzati non invadono la capitale per mesi di seguito, com’è accaduto in Francia; e la nostra vita collettiva non è segnata da stragi e sparatorie (come negli Usa)

Cremona, comizio di Matteo Salvini in sostegno del candidato sindaco Carlo Malvezzi (che poi perderà al ballottaggio). Un giovane alza una sciarpa con scritto «Ama il prossimo tuo». Viene avvicinato e insultato da quattro o cinque persone note per la vicinanza a Forza Nuova, che ha una sede in città. Lui abbassa la sciarpa, poi la rialza. A quel punto, botte: in faccia, sul torace, sulla nuca. La vittima non reagisce, cade a terra … leggi tutto