Siamo certi che le due parole non implichino, nelle loro azioni, reazioni diverse?
Qual è il prezzo, a fronte di atti violenti, che le due espressioni di rivalsa sono disponibili a ripartirsi sul piano della responsabilità politica ed etica?
Perchè non accettare che l’antifascismo possa essere solo una concreta, quotidiana, presa di distanza da slogan terrorizzanti, spesso privi di dati reali, e non ammucchiarsi a desideri semplicemente di confronto fisico.
L’Italia ha bisogno, secondo me, di pompieri e non di dinamitardi, ovunque provengano.