Galleria personale – Il Cielo #41
Dobbiamo diventare più “vegetali” (e meno “animali”)? (indiscreto.org)
La “plant renaissance” cerca di rigettare la vecchia definizione aristotelica di vegetale, riconoscendo a piante e alberi forme di intelligenza e comunicazione simili alle nostre.
Ma forse dovremmo rovesciare il ragionamento e chiederci cosa ci sia, in noi, che ci rende simili alla vita vegetale.
Qualche anno fa mi capitò di chiedere a una persona di cosa si occupasse e di sentirmi rispondere “abbracciare gli alberi”. Lì per lì pensai a una battuta, del tipo “innaffiare il mare”, ma il ragazzo era serissimo. Era un tree hugger, come si chiamano le persone radicalmente ambientaliste e un po’ New Age che cercano di ricostruire i legami con la natura attraverso pratiche di questo tipo.
Nel 2017 il botanico Giuseppe Barbera, docente di Colture arboree all’Università di Palermo, ha pubblicato per il Saggiatore un libro dal titolo Abbracciare gli alberi: non parla di personaggi stravaganti, ma racconta di storie di alberi e del loro ruolo – passato e presente – nella civiltà europea.
Barbera dedica qualche parola anche al fenomeno dei tree hugger: “Alcuni movimenti di nuova o vecchia spiritualità, votati a realizzare l’unione più stretta tra gli esseri animali e vegetali, forniscono pratiche indicazioni per abbracciare con profitto gli alberi: consigliano di camminare in un parco o in un bosco, accarezzare la corteccia, sentire il profumo del legno, guardare verso l’alto la cima e, alla fine, scegliere la pianta giusta. Dopo di che cingerla con delicatezza e intensità, fino a sentirsene parte”.
Le pratiche spirituali che hanno a che fare con gli alberi si sono moltiplicate negli ultimi anni anche in Italia, contestualmente a un rinnovato interesse sia scientifico che divulgativo all’elemento vegetale, a cui finora non abbiamo mai dedicato una seria attenzione per via della convinzione (o pregiudizio) che vegetale significhi, appunto, immobile, statico, privo di vita.
Eppure, nelle culture totemiche, le piante erano considerate alla stregua degli animali e intere tribù si identificavano spesso con un albero o una pianta particolare. Qualcosa del genere sembra ritornare ora sotto forma dei fenomeni di neo-sciamanesimo o direttamente mutuati dalla cultura New Age.
Per esempio, nella Foresta Mercadante, in Puglia, parte del Parco nazionale dell’Alta Murgia, si può prendere parte a raduni iniziatici organizzati da un’associazione sciamanica, consistenti in camminate di “meditazione dinamica”, momenti di aggregazione nel cuore della foresta in cui, formato un “cerchio sciamanico”, i partecipanti iniziano a suonare sonagli e tamburi con l’obiettivo di animare la foresta e risvegliarne gli spiriti, e sperimentazioni di trance per poter accedere alla visione sciamanica della vita, secondo cui l’intera natura è viva e animata … leggi tutto
Un pinguino di Magellano muore dopo aver ingoiato una mascherina (globalist.it)
La brutta scoperta a Sao Sebastiao, sulla spiaggia dello stato brasiliano di San Paolo: l'esemplare era molto più magro del normale e oltre al dispositivo di protezione, nel suo stomaco c'era della sabbia.
Inquinamento senza fine: brutta scoperta a Sao Sebastiao, sulla spiaggia dello stato brasiliano di San Paolo: un pinguino di Magellano è stato ritrovato morto dopo aver ingoiato una mascherina.
La notizia arriva dall’Istituto Argonauta, ente responsabile del controllo del litorale: l’esemplare era molto più magro del normale e oltre al dispositivo di protezione, nel suo stomaco c’era della sabbia. La foto dell’animale a fianco alla mascherina – pubblicata su Facebook dall’Istituto – è tra le più condivise sui social.
Emergenza ambientale – La pandemia da Covid-19è tutt’altro che risolta. Presto il conto presentato dal coronavirus potrebbe essere anche ambientale. Il problema principale è lo smaltimento di milioni e milioni di mascherine, pericolose soprattutto per gli animali se disperse nell’ambiente. Una prova arriva dal Brasile, dove un pinguino di Magellano è morto proprio a causa di un dispositivo di protezione.
Mascherina fatale – Quando i ricercatori dell’Istituto trovano il cadavere di un animale devono obbligatoriamente eseguire l’autopsia per capire le cause della morte. In questo caso hanno trovato nello stomaco del pinguino una mascherina del tipo N95, oltre a parecchia sabbia … leggi tutto
Un nuovo manifesto per il paesaggio (ilgiornaledellarchitettura.com)
Le sezioni AIAPP di Lombardia e LAMS-Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna hanno elaborato una strategia in 11 punti in cui il paesaggio diventa chiave di volta per ripartire dopo l’emergenza sanitaria
La rigenerazione del sistema urbano, lo sviluppo dell’economia circolare, la riforestazione, l’incremento delle reti ecologiche e un turismo sempre più attento, legati alla formazione e all’educazione delle nuove generazioni, sono temi cruciali su cui AIAPP si impegna da sempre per programmare e realizzare le attività di sensibilizzazione e diffusione delle buone pratiche necessarie al paesaggio e alle nostre collettività.
In questa fase di crisi globale, AIAPP Lombardia e LAMS-Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna hanno scritto il Manifesto della Ripartenza per il Paesaggio*, curando un video di promozione e supporto al documento (guarda QUI). Il Manifesto si rivolge non solo alle istituzioni e alle amministrazioni ma ai cittadini e a tutti i soggetti che quotidianamente vivono e trasformano il paesaggio: professionisti, artigiani, intellettuali, artisti, comunità, associazioni.
Questo è il momento di delineare nuove prospettive di programmazione, per concretizzare azioni di formazione, progettazione partecipata e cura dei nostri paesaggi. A fronte della situazione che stiamo vivendo, oggi è importante sostenere una strategia comune e favorire nuove forme di collaborazione.
Nonostante il distanziamento, che ancora siamo costretti a vivere, questo documento vuole contrastare la frammentazione dell’individuo, combattere isolamento e incuria, difendere e creare luoghi dove le comunità possono ancora dialogare, riconquistare spazi di aggregazione, curare il patrimonio esistente, favorire scambi e attività comuni, sviluppare rapporti con il contesto ambientale e paesistico.
Questo Manifesto non è solo un atto di amore per la natura e il diritto degli individui di vivere il territorio, è anche una riflessione sul valore della cura che il legame con i luoghi richiede … leggi tutto