Cinema (audio)

 Racconto della collaborazione tra Pasolini, Petri, Franco Giraldi e Tonino Guerra sul progetto di un film 

sulla delinquenza giovanile urbanizzata, nel libro di Tommaso Mozzati “L’estate calda dei Teddy boys – Pier paolo Pasolini, Elio Petri e una collaborazione alla fine degli anni Cinquanta” (Carrocci): sceneggiatura originale e materiale d’archivio su questo film “invisibile”; l’ascolto da Hollywoood Party

Cinema, serie tv ed “evasione” (lavoroculturale.org)

di Valentina Re

Voci dal mondo della produzione audiovisiva ai tempi dell’emergenza Covid-19.

Nel quadro drammatico dell’emergenza sanitaria e dell’impatto delle misure di distanziamento sociale sul settore audiovisivo, abbiamo intervistato rappresentanti delle film commission e sceneggiatori già coinvolti nel progetto europeo DETECt—Detecting Transcultural Identity in European Popular Crime Narratives. Le loro voci ci offrono un lucido spaccato della situazione attuale, in cui fiducia e preoccupazione convivono.

E-vadere, ovvero, «fuggir dal luogo in cui uno è chiuso». Tale luogo può essere naturalmente fisico e concreto, come il carcere, ma anche metaforico, come una particolare «condizione morale o spirituale», o «un modo di vita, che siano divenuti insopportabili o siano causa di disagio e di sofferenza»(Treccani): letterale o figurato che sia questo “ambiente” in cui ci troviamo rinchiusi, l’azione di evadere rappresenta un atto di liberazioneleggi tutto

L’attualità di Camus, uomo libero in lotta contro i totalitarismi del ‘900 (stradeonline.it)

di Massimiliano Di Pasquale

“Quasi tutta la vita e l'opera di 
Albert Camus sono state un tentativo 
di opporsi al male del mondo, incarnato 
prima nei totalitarismi nazifascisti 
e poi nello stalinismo. 

Camus uomo libero, sostanzialmente anarchico, uscito dal partito comunista algerino già in gioventù, non poteva chiudere gli occhi di fronte allo scandalo dello stalinismo e del gulag. La Peste è una metafora di tutte le forme di male che popolano il mondo, ma soprattutto del nazifascismo, che si era diffuso in Europa in modo subdolo e inavvertito”.

Così risponde Giovanni Catelli, scrittore e poeta cremonese, autore di Camus deve morire – libro di qualche anno fa che ancora oggi fa discutere – alla prima domanda di una conversazione che si rivelerà lunga e densa di spunti di riflessione.
Bloccati in casa per la pandemia da Covid-19, iniziamo la nostra intervista telefonica proprio parlando dell’eredità de La Peste, uno dei libri più noti dell’intellettuale francese.

Nelle ultime settimane in molti hanno sottolineato la straordinaria attualità di questo romanzo uscito nel 1948. L’Italia, una delle nazioni maggiormente colpite dal coronavirus, sta infatti sperimentando, analogamente a Orano, città dell’Algeria nordoccidentale in cui si svolgono le vicende raccontate nel libro, un mix contraddittorio di passioni ed emozioni che oscillano tra i poli opposti della solidarietà e della disgregazione sociale … leggi tutto

“Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, il “thriller” del Nobel Olga Tokarczuk (illibraio.it)

di Mario Baudino

È possibile che esista una sorta di reciprocità tra uomo e animali per quanto riguarda l’uccidersi a vicenda, 

quasi che talvolta, magari in via del tutto eccezionale, anche le aggressioni provenienti dal mondo della natura siano finalizzate e, per così dire, premeditate?

La domanda aleggia in Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (Bompiani, traduzione di Silvano De Fanti), una sorta di thriller di Olga Tokarczuk, pubblicato in Polonia nel 2009, già tradotto in Italia per Nottetempo tre anni dopo e ora riproposto da Bompiani, in un contesto dove ovviamente, considerato il Nobel assegnato all’autrice, assume un significato e un interesse particolari leggi tutto

Ceci n’est pas une école (leparoleelecose.it)

di Sara De Carlo

[Riceviamo e pubblichiamo questo intervento 
di Sara De Carlo, insegnante di storia e 
filosofia in un liceo di Napoli, sulla 
situazione attuale della scuola].

È il lontano 1951 quando Isaac Asimov scrive il racconto breve The fun they had in cui immagina la scoperta, a opera di un ragazzino di nome Tommy, di un vecchio libro sul quale viene descritto il sistema scolastico del XX secolo. Tutto si srotola attraverso la sorpresa che Tommy e la sua amica Margie provano nel rendersi conto che nel passato l’istruzione non era affidata a un insegnante elettronico ma a esseri in carne e ossa, che esistevano luoghi comunitari chiamate scuole in cui ci si incontrava e si imparavano cose. E così, a chiosa del racconto, Margie pensa a quanto i bambini potessero aver amato la scuola e chiude: “Chissà come si divertivano!”.

Non è stato necessario arrivare al 2157 – anno in cui Asimov colloca la propria storia –, poiché dall’oggi al domani ci siamo trovati sprofondati nella distopia di quell’ipotesi narrativa. A dire il vero, come tutti i nodi che stanno venendo al pettine in questi giorni di sospensione, è solo una falsa percezione quella che ci fa credere che tutto sia arrivato senza preavviso, che il nuovo si sia disposto davanti ai nostri occhi con forma d’irruzione.

Se è vero che il presente era nell’ordine della barbarie del neoliberismo, del suo violento rifiuto per un pensiero che sia ecosistemico, della sua perversa necessità di procedere arricchendo esiguità e affamando moltitudini, se è vero che la pandemia era stata predetta da virologi, sociologi, antropologi etc. e che oggi i governi, senza nessuna dialettica possibile, decidono di spostare su tutti noi le responsabilità della propria sordità, della propria crisi, è ugualmente vero che la stessa identica dinamica si riproduce nell’ambito della scuola … leggi tutto

Histoire de Melody Nelson (iltascabile.com)

di

Iniziava a Londra 50 anni fa la lavorazione 
del capolavoro discografico di Gainsbourg 
ispirato a Lolita di Nabokov.

21 aprile 1970 cominciarono a Londra le sedute di registrazione di Histoire de Melody Nelson: disco considerato universalmente il capolavoro di Serge Gainsbourg. Base delle operazioni furono i Pye Studios a Marble Arch, Londra, gli stessi dove l’anno precedente si era materializzato lo scandaloso bestseller Je T’Aime, Moi Non Plus: primo 45 giri non anglofono in vetta all’hit parade inglese, così come in Austria, Norvegia, Svezia e Svizzera, secondo posto in Italia con la scomunica per oscenità del Vaticano ma solo terzo in Francia, per un totale destinato a superare i sei milioni di copie vendute nel mondo.

“Un successo inaspettato”, dichiarò l’autore al magazine transalpino Rock & Folk, affermando altresì di aver pensato: “Adesso che ho un po’ di grana, proviamo con un progetto serio”.

Insieme a lui, nella capitale britannica, c’era la compagna Jane Birkin, coprotagonista di quel duetto a luce rossa: si erano stabiliti in un piccolo appartamento in affitto a Chelsea, mentre all’hotel Cadogan, nel quale Oscar Wilde aveva trascorso le ultime ore di libertà prima dell’arresto per sodomia il 6 aprile 1895, risiedeva Jean-Claude Vannier, conosciuto da Gainsbourg a fine 1968 e incaricato di coordinare il lavoro, benché in origine dovesse essere addirittura cointestatario dell’opera … leggi tutto