Laura Centemeri
Nei miei lavori mi sono occupata di territori
dell’industria ma anche di territori delle grandi
infrastrutture, principalmente in Italia
(Centemeri 2005, 2017). Ho poco indagato l’interno
della fabbrica e il mondo del lavoro e rivolto
prevalentemente la mia attenzione alle comunità
e alle dinamiche di mobilitazione nei territori.
Mi sono dunque occupata di territori abitati ed inquinati e alle diverse forme di danno che l’inquinamento causa, in quanto danno all’ambiente – nel senso generale del termine. Mi sono anche interessata alle diverse forme di riparazione di questi danni. Riparazione, innanzitutto, ma non unicamente, nei termini di una richiesta di giustizia.
Mi sono cioè interessata prevalentemente a come emerge in un territorio inquinato una mobilitazione che denuncia l’inquinamento, a partire dalle molteplici esperienze situate del danno all’ambiente.
Perché il danno all’ambiente è danno alla salute delle persone, ma anche danno agli ecosistemi, spesso danno d’immagine per una comunità, danno economico, danno che tocca gli affetti – nella morte di persone care, nella distruzione di luoghi cari e dei loro abitanti non umani – , danno che tocca modi di vivere, abitudini, cose banali a cui, però, si tiene.
Questa mia riflessione sull’inquinamento e il danno all’ambiente è nata da una ricerca che ho condotto sul disastro di Seveso. In questa ricerca mi sono interessata a quello che è successo dopo la contaminazione da diossina che ha colpito l’area della Brianza milanese compresa tra le città di Seveso, Meda, Desio, Seregno e Cesano Maderno a seguito dell’esplosione il 10 luglio 1976 di un reattore della fabbrica chimica ICMESA di proprietà della multinazionale svizzera Hoffman-La Roche … leggi tutto