Nel suo "Quello che non ti dicono", il giornalista non fa mai riferimento al mio nome.
La stampa sì. Alcune precisazioni su un evento tanto tragico quanto discusso
Mario Calabresi ha pubblicato un libro dedicato a Carlo Saronio: “Quello che non ti dicono” (Mondadori). In presentazioni e recensioni si è fatto il mio nome e quello dei miei amici e compagni, perciò ho deciso di malavoglia di leggere il libro, che non lo fa. Saronio aveva 26 anni a Milano, era un giovane idealista di una famiglia molto ricca, si affidò a una comunanza rivoluzionaria ai margini della clandestinità armata, ne fu tradito per una miserabile avidità.
Nell’aprile 1975 una banda di militanti politici già vicini a Potere Operaio, criminali “comuni” mezzo adepti della militanza politica, e criminali solo criminali, rapì Carlo Saronio per ricavarne il riscatto e lo uccise mentre cercava maldestramente di addormentarlo con un tampone imbevuto di toluolo. Riuscì comunque a ingannare la famiglia e incassare un sostanzioso riscatto, e si fece prendere presto con le mani nel sacco, alcuni mentre contavano banconote a Lugano sotto gli occhi dei passanti, altri che le dilapidavano in vacanze di mare.
L’amico più stretto di Saronio, il suggeritore del colpo, diventò il prototipo del cosiddetto pentitismo italiano. Nelle cronache del tempo si accreditò la versione secondo la quale lo stesso Carlo Saronio sarebbe stato a parte del progetto e dunque vittima di un mero incidente di percorso: ma non era facile credere che il coautore del proprio rapimento venisse cloroformizzato, oltretutto a morte.
La vicenda era stata ricostruita e raccontata nel 2008, con una deliberata freddezza, da Antonella Beccaria, “Pentiti di niente” (Stampa Alternativa), sulla scorta di un’ingente mole di documenti giudiziari: ho appena letto anche questo libro, che si trova gratuitamente in rete. Calabresi racconta piuttosto la storia terribile e sconvolgente del lutto di due famiglie, quella di origine di Saronio e quella della donna da lui amata e della loro figlia nata otto mesi dopo la sua morte, che lui non seppe di aspettare … leggi tutto