Anche Dickens aveva problemi con i pirati (ilpost.it)

Questa popolarità portò presto il romanzo al centro di due episodi di pirateria da una sponda all’altra dell’oceano.

A New York si vendevano per pochi centesimi copie stampate senza il consenso dell’autore, dato che all’epoca non esisteva una legge internazionale sul copyright, che arrivò soltanto nel 1891 … leggi tutto

La società signorile di massa (doppiozero.com)

di Alessandro Banda

La società signorile di massa è un saggio appena 
uscito di Luca Ricolfi che sta riscuotendo un 
notevole e, se mi posso permettere, 
meritato successo. 

Cercherò di riassumerlo e di esprimere alcune considerazioni che mi sono venute in mente leggendolo. Non ho particolari titoli per farlo, non essendo un esperto in materia, né un sociologo né un economista né uno che si occupi abitualmente di questi o analoghi temi. Sono solo un lettore.

Se un marziano assumesse informazioni sull’Italia, scrive Ricolfi, troverebbe che queste sono generalmente di segno negativo. Un paese povero, pieno di vecchi che campano a stento con una misera pensione, di giovani esclusi dal mercato del lavoro, di immigrati che faticano per paghe da fame, di milioni di persone prive dei più elementari diritti.

Poi però lo stesso marziano, se perlustrasse la penisola, la troverebbe piena di gente che non lavora o che lavora poco e che in compenso è spesso in vacanza, cena fuori, assiste in massa a eventi musicali, possiede automobili, case di proprietà, barche addirittura, eccetera. Come si spiega questa discrepanza tra la narrazione dominante a tinte fosche e il quadro della realtà tutt’altro che drammatico? … leggi tutto

Oliver Sacks e le cellule dell’Aston Martin (doppiozero.com)

di Pietro Barbetta

Ho ascoltato di recente una conferenza tenuta una decina di anni fa da Oliver Sacks, intitolata Che cosa rivelano le allucinazioni alla mente. 

Sacks mette in guardia gli psichiatri e gli psicologi dal considerare tutti i tipi di allucinazione come fenomeni psicotici, l’idea che propone è che il cervello possa vedere anche senza il supporto degli occhi e dei recettori oculari; al di là dei fenomeni psicotici e per ragioni assai diverse.

In quella conferenza, Sacks sostiene che, poiché una diagnosi psichiatrica è ancora un’etichetta spaventosa, sarebbe bene rassicurare la maggior parte delle persone che hanno allucinazioni che non sono affatto folli. Molti infatti tengono segrete queste esperienze visive per il timore di essere psichiatrizzati.

In quella conferenza Sacks cita affascinanti ricerche neurologiche, risalenti agli anni Settanta, che designano cellule che riconoscono forme specifiche e dettagliate, designate a osservare, per esempio, paesaggi, oppure edifici, volti, persone, automobili. Forse persino cellule dedicate al riconoscimento delle Aston Martinleggi tutto

Il culto del serpente (iltascabile.com)

di

Tra celebrazione della natura e paure ataviche, 
i serpenti fanno parte dell’iconografia religiosa 
da millenni.

origine del tormentato rapporto tra uomo e serpente – “la bestia più astuta fatta dal Signore Dio”, Genesi 3,1-13 –  si perde nella notte dei tempi. Molti considerano la fobia per i serpenti come una caratteristica innata della specie umana, un tratto selezionato dall’evoluzione per metterci in guardia dal fatto che molti di questi animali sono velenosi. Gli autori di uno studio pubblicato qualche anno fa sul Journal of Experimental Child Psychology, sostengono che non si tratti esattamente di una paura innata: da neonati abbiamo una forma di “attenzione” maggiore nei confronti dei serpenti, che si trasforma in paura solo successivamente, a causa di condizionamenti culturali.

Balaji Mundkur, biologo e storico dell’arte, autore di The Cult of the Serpent: An Interdisciplinary Survey of Its Manifestations and Origins, nel 1983 scriveva che “il fascino e il terrore del serpente non nascono solo dalla paura razionale del veleno, ma anche da stimoli psichici meno comprensibili, radicati nell’evoluzione biologica dei primati […] e dovuti alla mera vista dei suoi movimenti sinuosi” … leggi tutto

Chthulucene sopravvivere in un pianeta infetto (perunaltracitta.org)

di

Il gioco del ripiglino

Per parlare di un testo di Donna Haraway, occorre inizialmente parlare del suo stile. Si potrebbe dire che è immaginifico e creativo anche dal punto di vista del linguaggio che trova in Haraway una contributrice che fornisce nuovi lemmi (anche locuzioni) coniati appositamente per costruirci sopra dei dispositivi di pensiero che possono andare al di là delle potenzialità precedentemente offerte.

Oltre i luoghi comuni, dentro una nuova possibilità di narrazione, per uscire dalle contraddizioni e dai veicoli ciechi nei quali le emergenze ci cacciano. Ma fa ancora di più. Non si tratta di un semplice cambio di paradigma, non si tratta di costruirne uno che una volta per tutte sostituisca quello vecchio.

Si tratta di mettere in piedi una macchina generatrice di racconti che si rinnovano continuamente al mutare dei soggetti e delle relazioni che, più che definirli, li invischiano in ambienti sempre in divenire … leggi tutto

Cos’è tedesco? (doppiozero.com)

di Mario Farina

Nella semifinale dei mondiali di Italia ’90, 
la Germania ha sconfitto ai rigori una 
sorprendente Inghilterra e Kenneth Clarke, 
allora ministro della sanità, ha chiesto a 
Margaret Thatcher “non è terribile aver 
perso coi tedeschi nel nostro sport nazionale?”. 

“Vedi Kenneth” ha risposto il Primo Ministro “loro possono averci battuto nel nostro sport nazionale, ma nel Ventesimo secolo noi siamo riusciti a batterli due volte nel loro sport nazionale”. E sempre a quell’anno risale la freddura di un altro formidabile battutista della politica, Giulio Andreotti, che incalzato sulla sua presunta avversione per i tedeschi aveva risposto “io amo la Germania. La amo a tal punto che ne preferivo due”.

Il periodo in cui sono state pronunciate queste battute – i dintorni del 1990 – non è casuale. Dopo un quarantennio di silenzio dovuto in parte anche alla ferita di quel muro che la attraversava, la Germania, come nazione, tornava a presentarsi al mondo con una orgogliosa pretesa identitaria.

Per la prima volta dopo tanti anni, le strade tedesche avevano visto spuntare timidamente qualche bandiera nazionale e l’afflato patriottico dovuto all’unificazione aveva portato alla riscoperta di un orgoglio che per molti anni era stato sopito, vale a dire l’orgoglio di essere tedeschi. Già. Ma cosa significa essere tedeschi? … leggi tutto

I pericoli dell’ignoranza (doppiozero.com)

di Vanni Codeluppi

Molti autori hanno fatto ricorso all’etichetta “società dell’informazione” per definire il mondo in cui viviamo. 

Forse, però, non è questo il tratto più caratterizzante di tale mondo, anche se è vero che siamo sommersi in misura crescente da notizie e messaggi di ogni genere. Ed è anche vero che, paradossalmente, tutto ciò, anziché dare vita a delle persone preparate e sicure di sé, sta creando delle persone che sono disinformate e disorientate.

La questione dell’ignoranza costituisce però un problema sociale che ha una lunga storia alle spalle e può essere considerato “di sistema”, in quanto è causato da una molteplicità di fattori.

Nessuna meraviglia allora che sia stata affrontata da parte di numerosi studiosi. Si aggiunge adesso Gianni Canova con il volume Ignorantocrazia. Perché in Italia non esiste la democrazia culturale, uscito presso l’editore Bompiani nella collana Agone diretta dallo scrittore Antonio Scurati … leggi tutto