Claudio Magris racconta le polene, signore della tempesta (corriere.it)

di CRISTINA TAGLIETTI

Il libro dell’autore triestino sulle mitiche figure che sfidano i mari. Esce giovedì 5 dicembre per La nave di Teseo il viaggio attraverso letteratura, arte e leggenda

Un ariete ritagliato nel legno di una quercia sacra che fa udire la sua voce agli Argonauti mentre vanno alla ricerca del vello d’oro. È da qui che parte il viaggio di Claudio Magris per questa rassegna di polene, cioè quelle statue che decoravano le prue delle navi, figure apotropaiche per stornare i malefici del mare, per guardare qualcosa che ai marinai era precluso.

Un percorso che, partendo da quando le figure di prua erano sopratutto occhio e sguardo, attraversa il mito, la letteratura, la geografia e l’arte mescolando suggestioni marinare reali e leggendarieleggi tutto

Densità di connessione. Sul “Cibo degli dei” di Terence McKenna (leparoleelecose.it)

di Federico Di Vita

Anche se non conoscete Terence McKenna, potrebbe esservi capitato di imbattervi su Internet in qualche meme in cui abbinate alle immagini del suo volto più o meno giovane, più o meno barbuto, con i riccioli più o meno folti e vaporosi, compaiono dichiarazioni folgoranti: 

A mystery will not collapse into solution – Nature is not mute; it is man who is deaf – Time is a fractal – I am not an advocate of drugs, I am an advocate of psychedelics – Absolutely no one is in control.

Le prime volte si pensa un momento a quello che vorrebbe dirci questo strambo (spesso lo si vede emergere da uno sfondo boschivo) e ispirato signore, per poi passare oltreleggi tutto

Feby Indirani: «Io musulmana vi racconto le contraddizioni dell’Islam» (rollingstone.it)

di

L'autrice di 'Non è mica la Vergine Maria' racconta 
con pungente ironia i paradossi del più grande stato 
musulmano al mondo - l’Indonesia - e le minacce 
ricevute per averlo fatto

Una mattina di diversi anni fa i bulldozer hanno iniziato a radere al suolo il quartiere a luci rosse più vasto della zona orientante di Giacarta, in Indonesia. Si chiamava Kramat Tunggak e dava lavoro a circa tremila persone. L’ordine era arrivato nel 1999 dal governatore della capitale, Sutiyoso che aveva dichiarato: «La chiusura è un segno di Dio». Diversi anni dopo, su quello stesso cemento è stata costruita la più grande moschea e centro islamico della città.

Quelle ruspe le ricorda bene Feby Indirani, scrittrice e giornalista indonesiana, autrice del libro Non è mica la Vergine Maria, pubblicato in Italia – grazie!- da Add editore. Cresciuta a pochi metri da quella moschea, Feby Indirani, 40 anni, ha osservato in silenzio il cambiamento della sua città e del Paese in cui è nata … leggi tutto

La storia dimenticata del rivoluzionario bolscevico che inventò la fantascienza (thevision.com)

di Giuseppe Luca Scaffidi

Nell’aprile del 1908, sulla terrazza della Villa Blaesus
di Capri due ospiti del drammaturgo russo 
Maksim Gor’kij sono seduti l’uno di fronte all’altro 
per confrontarsi in una delle più emblematiche partite 
a scacchi della storia. 

Il primo è Nikolaj Lenin, volto di punta del bolscevismo rivoluzionario. Il secondo è un medico proveniente da Sokółka che ha acquisito grande notorietà nell’ambito del proletariato organizzato pietroburghese e moscovita, prima con la pubblicazione di Breve compendio di scienza economica, manuale economico indirizzato agli operai, e successivamente come primo traduttore in russo de Il Capitale di Marx: Aleksandr Aleksandrovič Malinovskij, in arte Bogdanov.

Su quella scacchiera stavano per giocarsi il destino della futura Rivoluzione d’Ottobre e, anche se in modo indiretto, grazie a questa partita nasce uno dei generi letterari più fortunati di sempre: la fantascienza.

Lenin non è arrivato a Capri per caso: Gor’kij e Bogdanov lo hanno invitato per illustrargli un progetto maturato durante l’esilio scontato dopo il fallimento della rivoluzione del 1905 … leggi tutto

Filosofia per body builders (not.neroeditions.com)

In difesa di Narciso, per riscoprire la Grande Salute 
e l’arte della liberazione totale

Quei pochissimi che mi conoscono ‒ o che di me hanno una seppur vaga memoria adolescenziale ‒ sanno che il mio obiettivo è, da sempre, dar vita a una scrittura muscolare, a un discorso nietzschianamente capace di «filosofare con il martello».

Malauguratamente, in questi ultimi giorni, sono di ritorno da un esilio trentennale, risalente all’era antidiluviana della mia prima pubblicazione, The Search for Absolute Fitness (1991). Dico «malauguratamente» giacché mai avrei osato sporcare ancora una volta il mio spirito con la scrittura, se non fosse stato per la condizione estremamente gravosa nella quale oggi versa l’Occidente.

In questo lungo periodo di tempo, ho risolutamente disprezzato la scrittura e in particolar modo la scrittura virtuale ‒ dedicandomi unicamente al bodybuilding e alla lettura ‒ ben conscio, tuttavia, che, un giorno, sarebbe giunto ancora una volta il momento di tornare sul campo di battaglia, per affrontare nuovi nemici … leggi tutto

Gustave Le Bon nell’era dello sciame. Una nuova edizione della classica “Psicologia delle folle” (damianopalano.com)

di Damiano Palano

Pochi saggi politici possono vantare un successo 
così vasto e duraturo come quello ottenuto dalla 
Psicologia delle folle di Gustave Le Bon (1842-1931). 

Pubblicato per la prima volta nel 1895, il libro conobbe subito una fortuna travolgente in Francia ed ebbe traduzioni in tutto il mondo. E da allora non ha cessato di essere letto e ripubblicato.

A più di un secolo dalla sua prima uscita viene riproposto ora in una nuova edizione anche dalla casa editrice milanese Shake, nota soprattutto per avere diffuso in Italia sul finire del Novecento i testi chiave della cultura cyberpunk … leggi tutto

Texas, viaggio nell’America che verrà (doppiozero.com)

di Daniela Gross

Buona o cattiva che sia, tutti hanno un’opinione 
sul Texas. È uno di quegli argomenti capaci di 
scatenare una rissa, in America come oltreoceano. 
I liberal lo detestano, i conservatori lo adorano. 

Quanto ai texani, sono certi di essere i migliori. Se sognate la California, il Texas è il vostro incubo e Trump il suo profeta. Eppure – piaccia o no – il futuro degli Stati Uniti passa da qui. Non solo dal punto di vista strettamente politico.

Il nuovo libro di Lawrence Wright, Dio salvi il Texas, da poco in italiano per NR edizioni (trad. Paola Peduzzi, 284 pp.), ci conduce proprio qui – nel cuore del più grande e discusso stato repubblicano d’America – in un viaggio che fra memoir, saggio e inchiesta s’inoltra nei dibattiti più roventi del nostro tempo: dal petrolio al muro con il Messico.

Giornalista per il New Yorker, drammaturgo, sceneggiatore e già Pulitzer per Le altissime torri, magistrale saggio su Al Qaeda, Wright ha trascorso in Texas gran parte della sua vita e all’occhio del reporter unisce la sensibilità e l’ironia affettuosa di chi è di casa … leggi tutto