Leonard Cohen e Marianne Ihlen (doppiozero.com)

di Corrado Antonini

I giorni della gentilezza

Nel settembre del 1960, grazie a un lascito ereditario, Leonard Cohen comprò una casa sull’isola greca di Hydra per 1500 dollari. Sull’isola era giunto qualche mese prima con l’intenzione di dedicarsi alla scrittura, confidando in un clima più mite rispetto al natio Canada e in un cielo meno avverso rispetto alla Londra dov’era sbarcato da poco.

Cohen aveva appena compiuto ventisei anni ma era già autore di due raccolte poetiche: Let us compare mythologies, pubblicata nel 1956, e The Spice-Box of Earth, che l’editore di Toronto McLelland & Stewart avrebbe stampato di lì a poco.

Fra gli anni ’50 e gli anni ’60 l’isola di Hydra era diventata rifugio di artisti provenienti da ogni dove … leggi tutto

Il segnale e il rumore (iltascabile.com)

di Matteo De Giuli

Come l’era digitale ha cambiato la musica secondo Damon Krukowski, scrittore ed ex batterista dei Galaxie 500.

Damon Krukowski si ricorda della prima volta che ascoltò un CD, verso la fine degli anni Ottanta, quando finalmente capitolò dopo aver giurato a se stesso che non avrebbe mai abbandonato i vinili.

I Galaxie 500, il suo gruppo, erano già un nome di culto della neopsichedelia e della scena indie statunitense. Krukowski era davanti allo stereo con il suo compagno di band Dean Wareham (anche se oggi non lo nomina mai direttamente), e il CD era Crazy Rhythms dei Feelies, uno degli album che avevano imparato a memoria prima di formare i Galaxie.

I Feelies avevano un suono sporco e sguaiato, ma ascoltarli per la prima volta senza gli scricchiolii dell’LP era una sensazione strana, “simile a quella che avrei potuto provare guidando l’ultimo modello di una macchina progettata per una guida piacevole anziché la mia 128 Fiat arrugginita. Proprio come su una grossa, nuova macchina americana, non riuscivo più a sentire la superficie” … leggi tutto

Boosta: «Perché uno deve mangiare sano, ma ascoltare musica di merda?» (rollingstone.it)

Va bene mangiare spesso insalate come il pop frivolo, ma a volte ci vuole qualcosa di digestione complessa. Quel burrito sarà proprio Cramps Records, storica label italiana che rinasce con il tastierista dei Subsonica alla guida

Fare un’intervista con un soundcheck in sottofondo è complesso, ma sbobinarla è ancora peggio. La voce dell’intervistato, in questo caso Davide Boosta Dileo, si perde nello stesso range di frequenze medie degli amplificatori di chi suona, in questo caso Massaroni Pianoforti, con il risultato che difficilmente si distinguono le parole di uno dall’altro e i picchi di decibel della batteria inglobano il parlato con una facilità assurda … leggi tutto