«Pronto ragazzi, ci siete?». Così ad Aversa si contrasta la povertà educativa (vita.it)

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Da quando è scattata l’emergenza Coronavirus 
e le scuole e i centri di aggregazione sono 
stati chiusi, io e le mie colleghe facciamo 
le educatrici a distanza», 

racconta Antonella Cotugno (nella foto qui sotto), che coordina un progetto rivolto 25 adolescenti di Aversa, cittadina della provincia di Caserta, le cui famiglie vivono in condizioni di povertà ed emarginazione.

«Il nostro obiettivo, che in questi giorni è diventato urgenza, è mantenere la continuità delle relazioni», sottolinea la coordinatrice. «I nostri ragazzi hanno un grande bisogno di sentire e sperimentare che i legami e le amicizie che sono nate in questi due anni non sono andate in fumo. Perciò- dice- il cellulare, e il gruppo su whatsapp, sono diventati gli strumenti attraverso i quali noi diciamo: “Ci siamo, non vi lasciamo soli”».

Da due anni infatti, grazie alprogetto R.E.A.C.T, Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio, un’iniziativa finanziata dall’impresa sociale “Con i bambini” con capofila WeWorld, i ragazzi che frequentano le scuole medie e le loro famiglie possono trovare al centro di aggregazioneLo Snodo un servizio di doposcuola, percorsi di orientamento e uno sportello di supporto per i genitorileggi tutto

Bologna – Covid-19 e senza tetto, Avvocato di strada: «Basta multe, curateli e proteggeteli» (gazzettadibologna.it)

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«Dovete restare a casa!». 

A urlarlo un uomo ad una donna senza fissa dimora che chiedeva qualcosa da mangiare alla porta dell’oratorio di Santa Cecilia e Valeriano di Bologna. Ma ovviamente un senza fissa dimora la casa dove andare non ce l’ha. Nel vortice dei divieti di questa quarantena, dunque, i primi a rimetterci sono sempre gli “ultimi”, i più deboli, perché di fronte a questa emergenza non siamo sempre tutti uguali.

C’è chi ha una casa per curarsi e proteggersi e chi no. Infatti, da giorni, sono già numerose le multe fatte in alcune città d’Italia alle persone che non hanno un tetto dove andare che non avrebbero rispettato l’obbligo di restare in casa.  

Come se non bastasse, associazioni e realtà pubbliche che si occupano quotidianamente di dare assistenza, cibo, coperte e letti per dormire, si sono trovate costrette a rimodulare, e in alcuni casi anche a sospendere temporaneamente, i servizi offerti a queste persone per non creare situazioni che favoriscano il contagio.

È questo il caso di Bologna, come ci dice Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di Strada. Nel capoluogo emiliano i volontari stanno continuando a offrire i loro servizi seppur con modalità differentileggi tutto

Zuppi: «I movimenti vanno nella direzione giusta, sono indispensabili» (ilmanifesto.it)

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Intervista. Il vescovo di Bologna Matteo Zuppi: la solidarietà è un principio costitutivo della Ue. È una scelta decisiva per la sua credibilità. Dobbiamo ricostruire con passione un mondo migliore e più giusto per tutti, perché è il contrario della pandemia che dobbiamo scegliere

Vescovo di Bologna dal 2015 e recentemente creato cardinale, Matteo Zuppi si è fatto conoscere per la semplicità e l’acume della sua pastorale, da sempre molto attenta alle problematiche sociali.

Quattro anni fa ci siamo trovati insieme al centro sociale Tpo per commentare i discorsi tenuti da Bergoglio ai movimenti popolari, in occasione dei tre incontri mondiali che si sono svolti in Vaticano e in Bolivia dal 2014 al 2016.

La domenica di pasqua il papa è tornato a rivolgersi ai movimenti con una lettera di denuncia degli effetti della crisi pandemica sui settori più deboli della società: i migranti, i precari, i cartoneros, i lavoratori nell’economia informale. Nella sua analisi sociale della crisi il papa ha suggerito di mettere in campo una «forma di retribuzione universale di base». Una proposta che ha incontrato il sostegno dei movimenti, e che sembra modificare lo scetticismo che la Chiesa aveva manifestato in passato.

Cardinale, si può parlare di un aggiornamento della dottrina sul lavoro?

Nella sua lettera il papa ha in mente l’azione dei movimenti popolari e il problema dei lavoratori “informali”, senza garanzie, eppure fondamentali, soprattutto nel contesto latinoamericano. Il principio da cui muove il pontefice è che nessun lavoratore deve rimanere senza diritti. È chiaro che in questa prospettiva la quarantena, che è già insostenibile per chi vive in condizioni di precarietà e non ha tutele legali, diventa del tutto inaccettabile nella ricerca di una società più giusta … leggi tutto

Il lockdown della sinistraNon solo non ha abolito i decreti sicurezza, sull’immigrazione il governo ha sposato la linea Salvini (linkiesta.it)

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Dodici persone sono morte su un barcone alla deriva, nonostante fosse stato individuato da giorni. Neanche le proteste di un gruppo di parlamentari ha scosso la maggioranza, ormai completamente grillizzata

In questi giorni il governo ha preso una decisione molto importante, forse la più importante di tutte, senza che se ne sia discusso da nessuna parte. Di fatto, in nome dell’emergenza coronavirus, ha abbandonato anche quel minimo di ipocrisia che ancora consentiva di accreditare una qualche differenza, almeno di principio, tra le parole d’ordine di Matteo Salvini e la linea della nuova maggioranza in tema di immigrazione, sicurezza e diritti umani.

Lo testimoniano i tragici fatti degli ultimi giorni, culminati nella denuncia dell’Ong Alarm Phone, secondo cui dodici persone sono morte di sete, o per annegamento, su un barcone, nonostante fossero state individuate da diversi giorni. Abbandonate al loro destino – secondo il rapporto pubblicato da Alarm Phone in collaborazione con Sea Watch e Mediterranea – dall’agenzia europea Frontex e dai governi di Malta, Italia, Germania e Portogallo (mentre cinquantasei superstiti sarebbero stati riportati dai maltesi in Libia) … leggi tutto

Una casa da godere insieme agli altri (ilmanifesto.it)

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Le misure restrittive e di quarantena imposte in queste settimane stanno avendo un impatto specifico anche su una serie particolare di esperienze e pratiche dell’abitare condiviso, solitamente richiamate sotto le espressioni ombrello di housing sociale e co-housing. 

Si tratta di realtà variamente strutturate che si sono imposte negli anni, oramai anche in Italia e specialmente nei paesi nordici, come sperimentazioni innovative, soluzioni diverse nel determinarsi della relazione oggi così evidente a tutti tra casa e società.

Sono, perlopiù, interventi residenziali dove spazi e servizi vengono condivisi con i propri vicini per svolgere attività legate alla vita quotidiana, dove gli inquilini co-progettano iniziative nei locali comuni e collaborano nella gestione.

Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti, ci racconta le molte ricerche in questo campo, anche nell’ambito del progetto Cambiare l’Abitare Cooperando, nonché le possibili pratiche di gestioneleggi tutto

I lavoratori invisibili che tengono vive le nostre città (corriere.it)

di Venanzio Postiglione

Sui medici, gli infermieri, tutto il 
personale sanitario, si è scritto e non 
si scrive mai abbastanza. 

Ma c’è la lista (lunga) di chi combatte e non appare. L’edicolante che si sveglia all’alba per vendere i giornali. La cassiera che fa i turni come nulla fosse. I volontari, spesso giovani, in giro a portare la spesa agli anziani

Come se il rumore, sulle rotaie, fosse cento volte più forte. Perché piazza Cordusio, il luogo più frenetico di Milano, è una specie di deserto. Arriva il tram. Nessuno a bordo, nessuno in giro, nessuno in attesa per salire. E l’autista, da solo, si ferma, apre e richiude le porte, riparte. Sembra scontato. Ma è una sorta di metafora (bellissima) dei nostri giorni: il dovere per il dovere. A prescindere. Il tranviere che fa il suo lavoro con pochissimi passeggeri (autorizzati) o neppure un’anima.

E poi il poliziotto che sorveglia piazza Duomo senza nessuno, ma proprio nessuno, come nelle cartoline dei monumenti che avevano i nonni. L’addetto alle pulizie che spazza la Galleria, avanti e indietro, tanto che alla fine sembra veramente un salotto. Il tassista che sta lì per aspettare il cliente, non si sa mai. Una fetta di città che tiene viva la città: comunque. A Milano, in tutta Italia … leggi tutto

Un fondo per evitare che il settore non profit sia travolto dall’emergenza coronavirus (linkiesta.it)

di Enzo Manes

Non dobbiamo aspettare di avere l’acqua alla gola. Quando torneremo alla normalità, sarà necessario un recovery fund che assista le organizzazioni colpite. Magari con un prelievo una tantum dell’1 per mille sui patrimoni superiori al milione di euro

A modo nostro, ma sta succedendo. Ci siamo sempre considerati indisciplinati e anarchici, nel nostro stesso giudizio prima ancora che in quello degli altri. Eppure, dopo aver finalmente capito qual è la posta in gioco (è vero, non è stato immediato capirlo, ma i messaggi all’inizio sono stati alquanto confusi) in pochi giorni ci siamo adeguati a una condizione innaturale di isolamento domiciliare.

Sorprendentemente, accettiamo severe limitazioni alla nostra libertà non perché obbligati con la forza ma per senso di responsabilità. Sentiamo che è la cosa giusta da fare perché altrimenti il contagio non si ferma.

Lo facciamo nel nostro interesse, certo, ma anche nell’interesse degli altri: dei nostri anziani, di parenti e amici, così come di sconosciuti ai quali oggi ci sentiamo legati da una vulnerabilità comune che non può essere affrontata da solileggi tutto

Verso la XXV Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per tutte le vittime delle mafie, 21.3.2020 (articolo21.org)

di Fabio Giuliani e Geppino Fiorenza

Quest’anno la comunità di Libera contro le 
mafie compirà 25 anni, e sarà Palermo, in 
Sicilia, protagonista del prossimo 21 marzo 2020.
In occasione della XXV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, giunta anch’essa al venticinquesimo anno – sarà organizzato un gran corteo nazionale a Palermo per ricordare le vittime innocenti e per riflettere insieme sullo stato della lotta alle mafie e alla corruzione.
Altro e Altrove” è lo slogan della manifestazione: “altro” impegno, perché le lotte che ciascuno di noi porta avanti non finiscono ma continuano con maggior vigore, e, in più, devono ricongiungersi per andare verso un “altrove” fatto di speranza, giustizia, uguaglianza, democrazia, un “altrove” in cui vengano messi al centro i bisogni e i desideri delle persone. Ed in particolare il diritto a verità e giustizia per tutte le vittime innocenti delle mafie e di ogni forma di criminalità.
Anche quest’anno Libera tenterà, nei limiti del possibile, di agevolare il raggiungimento della città scelta per la manifestazione nazionale a Palermo al fine di essere tutti insieme in piazza il 21 marzo … leggi tutto