I danni della falsa sicurezza e della logica emergenziale (avvenire.it)

di Antonio Maria Mira

Un primo segnale, non ancora una vera 
ridiscussione del sistema di accoglienza 
di profughi e immigrati dopo il grave 
strappo della gestione Salvini. 

La recente circolare del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, sui costi dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, resta ispirata dall’emergenza (vera, presunta o temuta) piuttosto che da scelte lungimirante integrazione.

Perché non saranno quei pochi euro in più concessi a invertire la rotta sbagliata presa col cosiddetto primo decreto sicurezza e col decreto ministeriale che ha drasticamente peggiorato il sistema di accoglienza. Solo un passo, speriamo il primo di una nuova rotta … leggi tutto

Lega condannata. Corte d’Appello di Milano: illegittimo chiamare “clandestini” i richiedenti asilo (asgi.it)

Il Giudice di secondo grado ha respinto 
l’appello di Lega Nord e del presidente 
della Sezione Lega Nord di Saronno, 
Davide Borghi, confermando che chiamare 
“clandestini” i richiedenti asilo 
costituisce comportamento discriminatorio 
e molesto per ragioni di razza ed etnia.

La vicenda nasce nell’aprile 2016 quando, in relazione all’apertura di un centro di accoglienza a Saronno che avrebbe dovuto ospitare circa 30 richiedenti asilo, la lega nord aveva organizzato una opposizione affiggendo nella cittadina dei cartelli con le seguenti scritte: “Saronno non vuole i clandestini” “Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini: vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni ed aumentano le tasse” “Renzi e Alfano complici dell’invasione

Già il giudice di primo grado aveva accolto le domande di ASGI e NAGA assistiti dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri.

La Corte d’Appello di Milano conferma che qualificare come “clandestini” i richiedenti protezione internazionale attribuisce automaticamente un comportamento illegale a chi invece si trova sul territorio per chiedere protezione e ha diritto di restarvi fino a che la sua domanda non venga esaminata … leggi tutto

Dai timori alla realtà: «i centri-migranti sempre più ghetti senza servizi». E a Trieste rispunta ORS (valori.it)

di Matteo Cavallito

L'esito dei bandi post Decreti Salvini conferma: 
le società for profit s'impadroniscono 
dell'accoglienza migranti. In FVG primo 
appalto in vista per la holding elvetica

Gli operatori della solidarietà accusano: il Decreto Sicurezza (o Decreto Salvini che dir si voglia) partorito nell’inverno 2018 e votato da M5S e Lega sta cambiando, in peggio, la gestione dell’accoglienza dei migranti. Le critiche non sono una novità ma adesso i problemi trovano ulteriori conferme.

A finire sotto accusa sono ovviamente i bandi pubblici che imporrebbero una concorrenza al ribasso apparentemente insostenibile per il mondo del no profit. Taglio dei costi, ovvero dei servizi. E soprattutto megacentri, vale a dire grandi numeri e ampie dimensioni. Risultato: via libera ai grandi gestori pronti a soppiantare i soggetti tradizionali, con tutto quel che ne segue. E le polemiche, va da sé, infuriano … leggi tutto

L’italiana che cura i traumi dei bambini dell’Isis (repubblica.it)

Intervista con Anna Pelamatti di Fabio Tonacci

Li vedi cercare un equilibrio precario su una 
tavoletta di legno nelle stanze colorate del 
centro di Salute Mentale di Duhok, e ti viene 
naturale pensare che stiano giocando. 

Invece stanno provando a sentire di nuovo il proprio corpo, irrigidito dalle morti, dalle bombe, dall’Isis. Dalla paura che ancora li possiede e li costringe a farsi la pipì addosso quando i rumori attorno assomigliano al fucile che spara. Dalla diffidenza, che li sprofonda in un angolo della tenda, nel silenzio.

Bambini che sopravvivono nei campi profughi, bambini figli di uno stupro, bambini che l’Isis aveva addestrato a fare il soldato, bambini cui hanno rubato l’infanzia. La guerra li ha talmente violati che non lo sanno più dire ciò che provano. Lo disegnano, al massimo. Una casa in fiamme un viso rigato dalle lacrime. Emozioni minime eppure enormi … leggi tutto

Regno Unito, la polizia include Greenpeace e altre organizzazioni non violente nei gruppi terroristici (valigiablu.it)

Greenpeace, l’organizzazione no-profit per la 
difesa dei diritti degli animali PETA, attivisti 
vegani e altre associazioni non violente sono 
state inserite tra i gruppi potenzialmente 
pericolosi in un documento della polizia 
anti-terrorismo britannica, distribuito 
lo scorso giugno al personale medico e agli 
insegnanti nell’ambito di un’azione di 
sensibilizzazione contro il terrorismo.

A scoprirlo è stato il Guardian. La guida, spiega la testata giornalistica britannica, è utilizzata in tutta l’Inghilterra nell’addestramento contro la radicalizzazione dei terroristi, progettato per prevenire possibili attentati.

Accanto a una serie di gruppi di estrema destra, figurano, come detto, Greenpeace, gli attivisti contro l’inquinamento degli oceani di Sea Shepherd, associazioni animaliste, la Campagna per il Disarmo Nucleare, alcuni partiti di sinistra e il gruppo di disobbedienza civile per sensibilizzare la cittadinanza sui temi del cambiamento climatico e fare pressione sui governi affinché dichiarino lo stato d’emergenza climatica e attuino politiche di zero emissioni di gas serra, Extinction Rebellion (XR) … leggi tutto

Questa è vita, e non chiamatelo un Capodanno alternativo (avvenire.it)

di Roberta D’Angelo

Questo Capodanno sono uscita, uscita dalle 
mura della mia vita, che considero troppo 
angusta con la pesantezza di un figlio disabile. 

Sono uscita e ho incontrato altre vite, più dire della mia, altri occhi, qualcuno distrutto, qualcun altro carico di speranza. Quasi tutti colmi di gratitudine. Credevo di aver scelto un Capodanno alternativo: ho aderito all’offerta della mia parrocchia e mi sono iscritta con i volontari di Sant’Egidio insieme a mio marito per portare il pasto ai senza dimora di Roma.

Sistemati figli e nipoti, finalmente liberi, da tempo volevamo metterci a disposizione. Ebbene, non avevo intenzione di raccontarlo, specie perché in molti mi dicono: “Ma come, una volta che non hai tuo figlio cerca di riposarti, te lo meriti”. Tantomeno volevo farlo per sentirmi dire “brava”. Visto però che il mio mestiere è raccontare, vorrei fare nomi e cognomi. Perché noi tutti abbiamo un nome che ci distingue e oggi mi sento moto concreta.

Siamo partiti da una delle parrocchie che hanno aderito all’iniziativa della Comunità di Trastevere, la Santissima Trinità di via Marchetti. Dovevamo essere in po’ meno di cento e chi voleva poteva fermarsi a cena, dopo il giro tra i poveri, per brindare insieme al nuovo anno. Ci ha accolto una sorprendente ma piacevole bolgia. Ragazzi, tanti ragazzi, per lo più allegri, qualcuno più serio. Più di 200, in coda per registrarsi e prendere direttive … leggi tutto

Caritas. Il Natale in Siria, dopo 8 anni di guerra (avvenire.it)

di Luca Geronico

Caritas Siria ha lanciato nel febbraio 2019 
un piano d’emergenza per sostenere le famiglie 
colpite dal conflitto nella Ghouta orientale, 
vicino ad Aleppo. 

L’obiettivo è di assistere circa 6.570 persone nella Ghouta orientale e nella città di Damasco. L’obiettivo del progetto, in un anno, è di garantire abitazioni dignitose a 200 famiglie vulnerabili, ristrutturare 10 aule scolastiche, permettere l’accesso ai servizi sanitari a oltre 1.400 persone, distribuire equipaggiamenti per l’inverno a oltre 1.200 persone. Caritas Italiana ha sostenuto il progetto nella Ghouta con un finanziamento di 300mila euro.

Un doppio binario, per non lasciare solo chi è ancora in stato di necessità ma anche per guidare alla ricostruzione: sono i progetti umanitari e di riabilitazione che Caritas Siria, con i suoi sei uffici regionali, ha realizzato raggiungendo nel 2019 oltre 100mila persone

Caritas Italiana, subito a fianco di Caritas Siria dall’inizio della guerra nel 2011, sostiene in particolare alcuni progetti ad Homs, Damasco, Hassaké e Latakia … leggi tutto

Lavoro e inclusione. «Adesso l’ONU riconosca l’economia sociale» (valori.it)

di Matteo Cavallito

Economia sociale sempre più decisiva. 
Salvatori (Euricse): «Dalle Nazioni Unite un 
riconoscimento formale come per gli obiettivi 
di sviluppo sostenibile»

L’economia sociale come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. E, più in generale, come tutti quegli impegni sanciti in sessione plenaria. Tradotto: basta proclami e generiche prese di posizione; serve un riconoscimento decisivo e a garantirlo può essere solo l’Assemblea Generale dell’ONU. Come dire il mondo al completo. È questo il vero obiettivo della UNTFSSE, la task force fondata a Ginevra nel 2013 «per aumentare la visibilità dell’economia sociale e solidale».

L’ente, che raccoglie decine di membri – tra cui la FAO e l’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro – e alcuni osservatori – tra cui l’istituto Euricse – punta insomma al bersaglio grosso: una risoluzione delle Nazioni Unite che riconosca la centralità del tema. Perché l’era della nicchia è ormai alle spalle. E l’economia sociale, assicurano gli osservatori, ha assunto ormai importanza sistemica … leggi tutto