A 35 anni dal disastro, Chernobyl chiede di entrare a far parte del patrimonio Unesco (rivistastudio.com)

35 anni fa, da un reattore nucleare nella città 
ucraina di Chernobyl fuoriuscì una nuvola di 
materiale radioattivo che contaminò tutta la 
città e le aree vicine, 

e che causò quello che è ancora considerato il disastro più grave della storia del nucleare. Da allora, nessuno entra più nella zona attorno alla centrale ucraina (definita “zona di alienazione”), ma oggi la città di Chernobyl vuole ripartire cercando di attrarre a sé orde di turisti. Non solo. Perché come riporta il Guardian, la città ucraina starebbe iniziando a preparare le scartoffie burocratiche per entrare a fare parte del patrimonio dell’Unesco.

«Crediamo che inserire Chernobyl nella lista dei patrimoni Unesco sia un primo e importante passo verso la trasformazione di questo grande posto in un luogo d’interesse per l’intera umanità», spiega Oleksandr Tkachenko, ministro della Cultura ucraino.

La zona d’alienazione riguarda un raggio di 30 chilometri (dove tutto è ancora abbandonato e distrutto), e il ministro starebbe cercando in tutti i modi di comprenderlo nella proprietà Unesco, sostenendo che «l’importanza della zona di Chernobyl si estende oltre i confini ucraini… non si tratta solo di commemorazione, ma anche di storia e dei diritti delle persone».

Prima di poter entrare a far parte del patrimonio Unesco, il luogo che desideri proporre la propria candidatura deve essere qualificato come patrimonio culturale e storico nazionale. Stano a quanto riferisce Tkachenko, il ministero si starebbe quindi adoperando per portare a compimento questa prima fase, «anche perché nelle vicinanze vi è un radar militare sovietico degli anni ’70, oggetto di rilevanza storica» … leggi tutto

(Jorge Fernández Salas)

Conservare senza inquinare grazie alla bioplastica di seta: “L’imballaggio di domani” (dire.it)

di 

Il ricercatore del Mit Marelli alla Dire: 
"Trasparente e commestibile, rifiuti addio"

È possibile conservare frutta, verdura, carne o pesce con una bioplastica trasparente, inodore, insapore e commestibile con costi, tempi e risorse contenute? A quanto pare sì, e l’alternativa alle vaschette di plastica, ai sacchetti monouso e alle pellicole di cellophane arriva dai bachi da seta. A sviluppare e brevettare la nuova tecnologia – che non ha nulla a che fare con l’uso tessile della fibra setosa, come si potrebbe pensare – è Benedetto Marelli, professore associato del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove dirige un gruppo di ricerca dedicato allo sviluppo di biomateriali impiegabili in agricoltura.

Occasione dell’intervista con l’agenzia Dire è l’incontro online ‘La cultura del cibo in un sistema alimentare sostenibile‘, organizzato oggi dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dal ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali, nell’ambito del ‘Dialogo nazionale in preparazione del Vertice sui sistemi alimentari’ delle Nazioni Unite di settembre.

Marelli, laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria biomedica e dal 2015 – all’età di 32 anni – a capo del laboratorio al Mit, spiega che la pellicola ricavata dalla fibra della seta “spessa un decimo del capello”, avvolgendo gli alimenti “permette di conservare molto più a lungo prodotti come fragole, avocado, verdure a foglia verde, carne, pesce, rispetto ai metodi che normalmente impieghiamo e che richiedono un gran dispendio di plastica ma anche di energia. Penso ai sistemi di rifregirazione durante il trasporto o nel punto vendita”. Diminuisce inoltre l’uso di plastica e imballaggi, “riducendo il problema dello smaltimento dei rifiuti”.

Una innovazione tecnologica sostenibile e relativamente economica che, assicura il ricercatore, “contiamo di portare sul mercato entro il 2021”. La bioplastica così sviluppata, garantisce ancora Marelli, è facile da produrre e utilizzare, e affonda le radici nella ricerca compiuta negli ultimi 15 anni in campo medico e ottico nel laboratorio di Fiorenzo Omenetto alla Tufts University, sempre negli Stati Uniti … leggi tutto