Ue e Italia proibiscono, in ritardo, la pesca nei più importanti habitat protetti (voxeurop.eu)

di Stefano Valentino

L’Ue obbliga i Paesi mediterranei, e l’Italia in particolare, a vietare la pesca in tre importanti riserve ittiche nello Stretto di Sicilia istituite nel 2016 dalla Fao. L’Ong Oceana pubblica i nomi delle imbarcazioni sospettate di depredare le zone tutelate.

Il 10 luglio è entrato in vigore il regolamento Ue che vincola definitivamente gli Stati membri, e in particolare l’Italia, a chiudere tre zone di salvaguardia marina cruciali nel Mediterraneo, finora lasciate saccheggiare impunemente dai pescherecci col beneplacito della Commissione europea.

Il regolamento Ue, trasposto in Italia da un decreto del Ministero dell’Agricoltura con delega alla pesca pone termine, almeno sulla carta, alla decimazione di gamberi e merluzzi nelle aree di riproduzione dello Stretto di Sicilia ma, al tempo stesso, danneggia le comunità di pescatori del litorale meridionale dell’isola italiana che da quei fondali pescosi traggono guadagni … leggi tutto

Quanto si è investito e quanto si è risparmiato grazie all’ecobonus. Il rapporto dell’Enea (agi.it)

di Giandomenico Serrao

Nel solo 2018, l’ecobonus ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di MWh, pari al consumo medio annuo di energia elettrica e termica delle famiglie di una città di 2,5 milioni di abitanti

Solo nel 2018 gli investimenti sono stati 3,3 miliardi di euro. Dal 2007, anno in cui la misura è stata introdotta, sono stati oltre 39 miliardi. Parliamo dell’ecobonus, il meccanismo che permette di ‘scaricare’ fiscalmente i lavori per ristrutturare casa o per cambiare gli infissi rendendo gli appartamenti più efficienti dal punto di vista energeticoleggi tutto

Uccisi, picchiati, censurati: fare giornalismo ambientale sta diventando sempre più pericoloso (valigiablu.it)

di Angelo Romano

Il 13 novembre 2008, il giornalista russo Mikhail Beketov, caporedattore del giornale locale Khimkinskaya Pravda, viene fermato da due uomini sull’uscio di casa. Con una sbarra di ferro gli fracassano le mani e le gambe e gli fratturano il cranio.

In seguito all’attacco Beketov rimane paralizzato, senza 4 dita, la gamba destra amputata, con danni al cervello che gli impediscono di parlare. Morirà nel 2013 per un attacco cardiaco. L’8 novembre del 2010, Oleg Kashin, giornalista del Kommersant, viene aggredito da due uomini, armati di una mazza metallica … leggi tutto

I deserti di Herzog tra apocalisse e cliché (not.neroeditions.com)

di Matteo De Giuli

Apocalisse nel deserto è un documentario sui giorni infernali che visse il Kuwait al termine della guerra del Golfo. Werner Herzog lo girò nell’estate del 1991 e nel gennaio del 1992; mostra la desolazione che le truppe irachene lasciarono ritirandosi dai territori occupati: accanto ai pozzi di petrolio in fiamme, la sabbia è tinta di nero e pennacchi densi di fumo si alzano tra le gru che tentano di sedare il fuoco.

Pochi edifici nel deserto, qualche rudere, qualche stanza per la tortura con strumenti abbandonati, mentre la sofferenza stringe ancora le gole delle vittime.

Herzog la considera un’opera di fantascienza: nessun nome e nessun luogo viene mai citato, è un racconto senza valore informativo, che trascende la ricostruzione degli eventi; si potrebbe trattare delle rovine di qualsiasi guerra in qualsiasi paese … leggi tutto

L’oblio del vulcano (iltascabile.com)

di

Vivere alle pendici del Vesuvio, tra piani di evacuazione e fatalismo.

al percorso turistico, che interessa solo una piccola parte della circonferenza del cratere, lo spettacolo non è particolarmente impressionante. Bisogna trovare una guida che vi faccia accedere a uno sterrato in pendenza, faticosissimo da percorrere senza una buona attrezzatura da trekking, per arrivare davvero in cima al cono del Vesuvio, al suo punto più alto.

Da lì il cratere si guarda dall’alto verso il basso e cambia completamente forma: non più una montagna solitaria, coperta di boschi e vallate colorate di ginestre, ma una spaventosa voragine che promette di inghiottire, prima o poi, una delle conurbazioni urbane più densamente popolate d’Europa … leggi tutto

Microplastiche: ecco quante ne ingeriamo. E la quantità è destinata a triplicare (ilsole24ore.com)

di Riccardo Barlaam

Secondo una ricerca dell’Università di Newcastle ogni essere umano ingerisce in media 1.769 particelle di microplastica a settimana semplicemente bevendo acqua. La produzione rischia di triplicare al 2050 senza un cambio radicale nelle politiche e negli stili di consumo. Danni sulla salute umana e sul sistema immunitario a lungo termine

Sono nel cibo che mangiamo, in ciò che beviamo e persino nell’aria che respiriamo. Le microplastiche – particelle minuscole più piccole di cinque millimetri – contaminano l’ambiente che ci circonda. La loro diffusione continua ad aumentare nonostante gli sforzi dei governi, delle organizzazioni per la tutela dell’ambiente e del cambiamento degli stili di vita … leggi tutto

50 mln di rifiuti elettronici all’anno. Cambiare sempre smartphone distrugge il pianeta. (thevision.com)

di Pietro Mecarozzi

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), conosciuti anche come e-waste, sono ovunque e aumentano anno dopo anno nelle discariche di tutto il mondo.

Smartphone, portatili, tablet, grandi e piccoli elettrodomestici, strumenti medici e informatici: secondo il Global E-waste Monitor nel 2016, a livello globale, sono state prodotte circa 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, l’equivalente di 4.500 Torre Eiffel, mentre nel 2018 è stata raggiunta la cifra tonda di 50 milioni di tonnellate. In Italia si stima che ogni abitante produca 5 kg di rifiuti elettronici all’anno, circa 100mila le tonnellate che il nostro Paese produce in totale …leggi tutto

Ecuador. L’Amazzonia ora parla cinese: le mani sulle miniere di rame (avvenire.it)

di Lucia Capuzzi

Da sei anni, un colosso statale di Pechino costruisce Mirador: il primo maxi-impianto a cielo aperto del Paese. L’estrazione non è iniziata ma già si vede l’impatto sui fiumi e la foresta

Gru monumentali aggrediscono la montagna. Un fianco è coperto da una pesante colata di cemento che cerca, a fatica, di tenere a bada il caos prorompente della selva. Il cantiere della miniera è in piena attività: l’avvio dell’estrazione è previsto alla fine dell’anno.

Un cartello tranquillizza: «La nuova era del rame è alle porte». La scritta è tradotta in cinese, la lingua più diffusa ormai a Tundayme. Non c’è insegna che non sia illustrata in ideogrammi e adornata con lanterne rosso-Pechino … leggi tutto