Le conseguenze sulla biodiversità dei cambiamenti climatici del Giurassico (insalutenews.it)

Su Nature Geoscience lo studio di un team internazionale con l’Università di Firenze. Ricostruiti per la prima volta gli effetti del surriscaldamento globale sulla flora terrestre e marina

Una crisi di biodiversità, prima sulla terraferma e poi negli oceani, si verificò sul nostro pianeta durante il Giurassico inferiore, a causa del rapido innalzamento delle temperature dovuto a forti eruzioni vulcaniche. Lo ha documentato sulla rivista scientifica Nature Geoscience il team internazionale composto da Silvia Danise, ricercatrice di Paleontologia e paleoecologia dell’Università di Firenze, e da ricercatori del Museo di Storia Naturale svedese e del Museo di Storia Naturale di Londra.

Circa 180 milioni di anni fa un’intensa attività vulcanica provocò l’immissione nell’atmosfera di grande quantità di anidride carbonica che causò un aumento delle temperature, fino a 7°C, su tutto il pianeta … leggi tutto

Nessun problema: quando l’Italia sarà un deserto, noi saremo già polvere (wired.it)

di Luigi Mastrodonato

Il 21 % del territorio è a rischio desertificazione. Ma cosa può interessare a una classe politica il cui massimo orizzonte non supera i 5 anni di una legislatura?

L’Italia è a rischio desertificazione. Lo ha confermato l’ultimo Atlante mondiale sulla desertificazione elaborato dal Joint Research Centre dell’Unione europea, che ha incluso anche il nostro paese tra i tredici stati membri che nel prossimo futuro dovranno fare i conti con questa emergenza climaticaleggi tutto

Giovani e famiglie, comprate responsabile. Al via i “Saturdays for future” (avvenire.it)

di Cinzia Arena

Impossibile raggiungere gli obiettivi Onu su povertà, fame, ambiente, salute senza ‘terza e quarta mano’: cittadinanza attiva e imprese responsabili che imparano a creare valore economico

L’idea è organizzare i “Saturdays For Future” a settembre (il 21 o il 28, a seconda della data prescelta per il prossimo sciopero globale degli studenti per il clima): una giornata dedicata «al consumo e alla produzione responsabile» di cui parla l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030, il quale precede l’Obiettivo 13 dedicato alla lotta al cambiamento climatico. I “Saturdays for Future” potrebbero aiutare i mercati e le imprese ad accelerare la transizione verso la sostenibilità.

È un cambiamento possibile quello che Leonardo Becchetti (economista, cofondatore della Scuola di Economia civile) ed Enrico Giovannini (economista, statistico, già ministro del Lavoro e attuale portavoce dell’ASviS), propongono ai giovani dalle pagine di Avvenire. Una rivoluzione che parte dal basso e costruisce una nuovo modello di economia, rispettosa dell’ambiente ma soprattutto dell’essere umano … leggi tutto

I cambiamenti climatici porteranno più guerre nel mondo (wired.it)

di Davide Ludovisi

Uno studio pubblicato su Nature ipotizza un aumento dei conflitti armati fino al 26% se la temperatura globale continuerà a salire. E non è nemmeno la stima più pessimistica

Una delle conseguenze del riscaldamento globale è il conflitto. Non tanto tra i negazionisti e la comunità scientifica, ma tra intere fasce di popolazione. Beninteso, nella storia umana una delle cause principali delle guerre è stata la scarsità delle risorse, da sempre; a provocarla spesso è stata la situazione climatica e ambientale. La novità in tempi recenti sono però soprattutto la velocità con cui il clima sta cambiando e l’innalzamento delle temperature globali.

Un gruppo internazionale di ricercatori ha pubblicato su Nature uno studio che mira a tirare le somme del fenomeno.

Il titolo è piuttosto esemplificativo: “Il clima come fattore di rischio per i conflitti armati”leggi tutto

Come la compagnia petrolifera Mobil ha inquinato il dibattito pubblico su ambiente e clima (valigiablu.it)

di Angelo Romano

Negli anni ‘90 la compagnia petrolifera Mobil ha pagato ricercatori accademici, dipartimenti universitari e gruppi di pressione per curare i propri interessi, per inquinare il dibattito pubblico sulle questioni di sicurezza ambientale e influenzare le decisioni politiche sui temi dell’energia e dell’ambiente.

È quanto emerge da un’inchiesta di Sharon Kelly sul Guardian che ha ottenuto dal gruppo ambientalista Climate Investigations Center alcuni documenti interni della compagnia petrolifera (fusasi nel 1999 con Exxon e diventata ExxonMobil) risalenti al 1993.

In particolare, stando a quanto si legge nei documenti a disposizione del Guardian, la compagnia petrolifera giustificava le 80 borse di studio che avrebbe finanziato nel 1994 tramite la Mobil Foundation (la fondazione che Mobil utilizzava per beneficenza e investimenti filantropici, successivamente sostituita dalla ExxonMobil Foundation) mostrando i benefici per la società derivanti da queste donazioni: dalle competenze esperte da utilizzare in occasione di cause per eventuali incidenti industriali e versamenti di petrolio nell’ambiente al contrasto a leggi di protezione ambientale al finanziamento di scienziati il cui lavoro era stato “accolto con favore dall’industria” … leggi tutto

Costa Rica, il primo Paese a zero emissioni (ilsole24ore.com)

di Marco Dell’Aguzzo

Addio ai combustibili fossili entro il 2050, è l’obiettivo del presidente Carlos Alvarado Quesada. Non sarà facile, ma la rivoluzione verde è cominciata

A Nord ci sono gli Stati Uniti, con Donald Trump che ha fatto carta straccia dell’accordo di Parigi, e il Messico, il cui nuovo presidente vuole rilanciare le centrali a carbone. A Sud c’è il Brasile di Jair Bolsonaro, dove circola l’idea che il cambiamento climatico sia tutto un complotto marxista … leggi tutto