L’angolo fascista
Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
Tutte le condanne di Marco Travaglio
Maurizio Belpietro, La Verità e le condanne – Diario
Procedimenti giudiziari per Pietro Senaldi
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Procedimenti giudiziari per Pietro Senaldi
di Luca Aterini
Crisi climatica e adattamento
Mancata allerta e soppressione dell’Unità valenciana d’emergenza sono un’eredità dell’ultradestra di Partito popolare e Vox, appoggiato in campagna elettorale dalla presidente Meloni
La tragica conta dei morti per l’alluvione alimentata da Dana (Depresión Aislada en Niveles Altos) che il 29 e 30 ottobre scorsi ha colpito la Spagna, e in particolare la regione di Valencia, sta continuando giorno dopo giorno: al momento si ferma a 217 vittime ma è destinata a salire, nonostante barlumi di speranza come quello arrivato oggi dal parcheggio sotterraneo nel centro commerciale Bonaire di Aldaia, dove si temeva un’ecatombe – sono 5.700 i posti auto finiti sott’acqua – al momento non si registrano vittime.
La legittima disperazione dei cittadini ancora immersi nel fango si è scagliata ieri contro il re Felipe e il premier Sanchez, che durante un sopralluogo sono stati sottoposti al lancio di fango e bastoni.
Ma il bersaglio politico è quello sbagliato: a governare la regione di Valencia è la destra negazionista di Carlos Mazón, del Partito popolare, che è stato eletto grazie all’appoggio della destra neofascista di Vox – la stessa che la premier Meloni lo scorso anno ha appoggiato in campagna elettorale, attaccando il cosiddetto «fanatismo ultraecologista» –, oggi fuori dalla Giunta per contrasti sulle politiche migratorie.
«Si apprende a mezzo stampa che il presidente della Regione Valenciana Carlos Mazón possa aver sottovalutato e rimandato in maniera significativa l’allarme – ricapitola nel merito l’europarlamentare Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica del Pd nazionale – A causa di ciò, per 11 ore i cittadini sarebbero rimasti ignari e quindi indifesi rispetto agli eventi catastrofici cui stavano andando incontro.
Un fatto che, se confermato, sarebbe aggravato dalla soppressione dell’Unità valenciana di emergenza, voluta e istituita dall’ex presidente Puig (Psoe) proprio per fare fronte a emergenze di questo tipo. Una soppressione che all’epoca era stata rivendicata e che si era concretizzata su iniziativa di Vox, uno dei partiti di estrema destra negazionista della crisi climatica».
Lo stesso 29 ottobre, poche ore prima del disastro, è emerso come Mazón continuasse a minimizzare la portata dell’incombente alluvione. È la dimostrazione plastica di come il negazionismo e l’inazionismo climatico non siano solo una strategia per orientare politicamente l’opinione dell’elettorato, ma rappresentino ormai un pericolo enorme per la vita stessa delle persone.
Come sottolinea adesso l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), è la crisi climatica in corso col relativo surriscaldamento di mari e atmosfera, a rendere più intensi e più probabili eventi meteo estremi come l’alluvione di Valencia, che in 8 ore ha scaricato a terra la pioggia attesa in un anno.
«L’inondazione che stiamo vedendo in Spagna è solo uno dei tanti, tanti, tantissimi disastri estremi legati al meteo e all’acqua che si sono verificati in tutto il mondo quest’anno. Quasi ogni settimana vediamo immagini così scioccanti», commenta la portavoce Onu Clare Nullis.
Per affrontare una simile situazione tutti i Paesi del mondo sono chiamati a muoversi su un doppio binario: affrontare la causa della crisi climatica, ovvero tagliare le emissioni di gas serra dovute all’impiego di combustibili fossili investendo in efficienza energetica e rinnovabili, e al contempo investire nell’adattamento dei territori alla quota parte di cambiamento climatico già avvenuta, e con la quale non possiamo fare altro che convivere.
L’estrema destra rifiuta però questa soluzione, negando la crisi climatica o limitando l’azione a contrasto. È accaduto nella regione di Valencia, potrebbe accadere negli Stati Uniti se domani Trump uscisse vincitore dalle elezioni che lo vedono confrontarsi con Kamala Harris, e sta succedendo anche in Italia: nella legge di Bilancio predisposta dal Governo Meloni le risorse per l’adattamento climatico sono quasi inesistenti, nonostante le alluvioni siano cresciute del 400% rispetto al 2018, mentre il Green deal continua ad essere additato – dall’efficientamento energetico delle case all’auto elettrica, passando dagli impianti rinnovabili – come nemico del popolo anziché strumento di sviluppo sostenibile.
Una retorica che fa danni al Paese, e può arrivare a uccidere come mostra il caso spagnolo.
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Procedimenti giudiziari per Pietro Senaldi
Spagna
Anche lui contestato, con lancio di fango e oggetti, nei luoghi della devastazione con il Re Felipe VI e il premier Pedro Sanchez
Per quanto anche gli avversari politici riconoscano quanto sia difficile, e in ogni caso mai abbastanza efficace, intervenire in una situazione del genere, è anche vero che sul banco degli imputati, almeno per quanto riguarda la gestione dell’emergenza che ha colpito Valencia con un’alluvione che ha causato morti, feriti e danni alle infrastrutture gravissimi, ci è finito lui, Carlos Mazón, il presidente della Generalitat Valenciana.
È stato accusato di aver perso molto tempo nel diffondere le allerte. Anche lui è stato preso di mira dal lancio di fango e oggetti dai residenti di Paiporta, uno dei centri più colpiti, come il Re Felipe VI e il premier Pedro Sanchez.
Classe 1974, nato ad Alicante, Mazón è laureato in giurisprudenza. Ha cominciato con la politica nel movimento giovanile Nuevas Generaciones e alla guida del sindacato studentesco Programma 10. Dopo gli incarichi da direttore dell’Istituto Valenciano della Gioventù a soli 25 anni e di Direttore generale del Commercio e del Consumo alla Generalitat, è stato consigliere nel municipio di Catral e vicepresidente in quello di Alicante.
Nel 2021 l’elezione come nuovo presidente del Partido Popular nella Comunitat Valenciana e nel 2023 Presidente della Generalitat Valenciana.
Chi è Carlos Mazón
È nato in una famiglia benestante. Il padre era un noto ematologo di Alicante, il nonno materno, Alfonso Guixot, era stato un uomo d’affari attivo nel cinema, nella corrida e nel calcio, anche da presidente dell’Hércules. Mazón è considerato un delfino politico di Eduardo Zaplana, ex Presidente della Generalitat, ex ministro e portavoce del Partido Popular al Congresso dei deputati. Mazón annunciò a sorpresa il suo ritiro dal mondo della politica nel 2009, durante la parentesi dalla politica partecipò anche ad Eurovision con il gruppo Marengo entrando tra i 39 candidati spagnoli a partecipare al Festival.
El País lo ha descritto come un presidente “incollato ai social network, condivide tutte le attività cui partecipa. Ma martedì, tra le due e mezza fino quasi alle dieci della notte, è rimasto in silenzio”. Pensava di poter gestire da solo l’emergenza più dura e mortale che ha colpito Valencia: alle offerte di aiuto dei vigili del fuoco di Bilbao e della Catalogna non ha risposto fino a venerdì. Non aveva usufruito dei forestali della Comunità valenciana. È passato da chiedere 500 militari a cinquemila nel giro di un’ora. “Non era cosciente della catastrofe”.
In un altro passaggio si legge: “Il Consiglio Provinciale di Alicante è stata la sua accademia e alla guida della Generalitat ha voluto mantenere il suo modo di gestire, battendo molte strade e supervisionando direttamente ogni movimento del Governo Valenciano nel quale ha posto coloro che gli sono sembrati più fedeli a lui, indipendentemente dal fatto che avessero o meno abilità e conoscenza nella responsabilità loro affidata”, continua in un articolo durissimo il principale quotidiano del paese.
Le critiche a Mazón
Sui social ha preso a circolare un video nel quale Mazón minimizzava l’impatto della Dana: mentre l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) già aveva emanato un’allerta rossa, lui parlava di un’intensità che sarebbe calata su tutto il territorio intorno alle 18:00 pur invitando la popolazione a essere prudente negli spostamenti. Quel video pubblicato sui social in seguito è stato cancellato.
Altre accuse riguardano la diffusione dell’allerta tramite Es-Alert, un messaggio di allarme sugli smartphone delle persone, soltanto in serata. Soltanto dopo le 16:00 di martedì pomeriggio era stata convocata una riunione del Centro di Coordinativo Integrato, l’organo che gestisce il compito di gestire gli interventi di emergenza.
È stato anche accusato di aver anche apostrofato in termini minacciosi alle persone che volontariamente si dirigevano verso i centri più colpiti mentre gli aiuti ufficiali non arrivavano.
Le critiche a Mazón risalgono però a molto prima dell’arrivo delle forti piogge nel sud-est della Spagna: da quando pochi mesi dopo l’insediamento alla Comunitat, aveva chiuso l’Unità valenciana di emergenza, l’ente incaricato di fornire una risposta rapida e coordinata in caso di gravi eventi atmosferici e meteorologici come quello della settimana scorsa. Compromís ha chiesto al premier Pedro Sánchez di prendere il controllo della gestione dell’emergenza.
“Ciò che occorre fare in questo momento è alimentare le risorse in modo ordinato per lo schieramento sul terreno, adattandole cronologicamente alle esigenze. Ma soprattutto obbedendo alle esigenze richieste. Quando servono risorse, le risorse vengono fornite”, ha risposto il PSOE citato da El País.
Mazón si sta difendendo rispondendo tramite i social alle accuse che gli vengono mosse.