Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
Tutte le condanne di Travaglio
L’angolo fascista
Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
Tutte le condanne di Travaglio
Ancora pochi giorni e si vedranno le prime
conseguenze della Brexit sui cittadini europei
che vivono in Gran Bretagna.
Il 30 giugno scadrà infatti il termine per ottenere il permesso di residenza, una conseguenza dell’uscita del Paese dall’Unione europea.
Una scadenza decisamente poco gradita. Dal 1° luglio chi non dovesse ottenere questo documento, per studiare o lavorare nel Regno Unito sarà costretto a chiedere un visto temporaneo, rischiando l’espulsione per la perdita delle prerogative finora riconosciute, dal diritto alla casa a quello all’assistenza sanitaria.
Cos’è l’”EU Settlement Scheme”
Il 30 giugno scade il termine per registrarsi all’”EU Settlement Scheme“. Si tratta del meccanismo, introdotto dal governo britannico, che consente ai cittadini europei che risiedono nel Regno Unito da prima del 31 dicembre 2020 di continuare a vivere nel Paese e di beneficiare per il futuro dei diritti acquisiti, tutelati dall’Accordo di recesso tra l’Unione Europea ed il Regno Unito.
A fine mese scade lo “stato di grazia” concesso dal governo di Boris Johnson a coloro che non posseggono la nazionalità britannica, anche se risiedono da decenni nel Regno Unito.
Il problema è che centinaia di cittadini europei rischiano di non registrarsi in tempo. Fino ad ora, secondo il Ministero degli Interni britannico, hanno fatto domanda oltre 5 milioni e mezzo di persone. Ma sono ancora moltissimi coloro che hanno rimandato la procedura. Senza contare che sono 400 mila le applicazione che in sospeso … leggi tutto
«Il più grande esempio di macelleria giudiziaria all’ingrosso del nostro Paese»,
come lo definì Giorgio Bocca. Tortora vincerà la battaglia, ma perderà la guerra
Stanze. Come quella dell’Hotel Plaza in via del Corso a Roma, arredamento classico, un’eleganza senza tempo, quasi severa. Come piace a Enzo Tortora. Il giornalista consulta la sua agenda, appuntamento alle 16 in via Lucrezio Caro, sede della neonata Rete 4 di Mondadori della quale è direttore artistico, c’è da mettere nero su bianco la prossima puntata di Italia parla, «il talk show senza peli sulla lingua», come ama definirlo, serata al ristorante Al Grottino con la sorella Anna e poi a letto presto come sempre, domani c’è l’incontro con i dirigenti Rai in via Teulada, la firma del contratto per la settima stagione di Portobello. Venerdì 17 giugno, non si poteva scegliere una data migliore?
Enzo non è superstizioso, ma i dubbi sul continuare o meno con la fortunata trasmissione li coltiva da tempo. Si è sempre sentito giornalista prima che presentatore, vorrebbe occuparsi d’altro, di storia, di letteratura, di politica come è nelle sue corde. Ma il mercatino del venerdì, con i suoi personaggi variopinti è una gallina dalle uova d’oro per mamma Rai, impossibile mollare adesso.
Giornalista. La verità è che scrive sempre meno, manca il tempo e la voglia di sopportare la continua battaglia con gli editori per imporre le proprie idee liberal-conservatrici in un’Italia manichea, colpita dagli scontri di piazza, dalla mafia, dal terrorismo rosso e nero. Si è pure sentito dare del fascista, roba da matti. Tanti nemici per Enzo Tortora, malelingue nei corridoi Rai, antipatie nelle sedi dei giornali, si parla male di lui perfino in luoghi lontanissimi dal suo mondo. In altri scenari e in altre stanze. Come l’ufficio della Procura penale di Napoli a Castel Capuano.
Nel capoluogo campano per anni si è concessa totale immunità a Raffaele Cutolo e alla Nuova camorra organizzata della quale è il boss indiscusso, si sono rispettati gli accordi tra malavita e potere politico, si sono supportati gli appetiti camorristi sugli appalti per la ricostruzione post terremoto e su ogni affare economicamente rilevante, si è chiuso un occhio sul centro di smistamento della droga proveniente dal Sud America … leggi tutto
Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
Tutte le condanne di Travaglio
Lo "Zar" Lukashenko è accerchiato.
Un’azione decisa e coordinata, per colpire il regime di Alexander Lukashenko.
Ue, Regno Unito, Canada e Stati Unito inaspriscono le sanzioni contro il presidente della Bielorussia.
La punizione per l’atterraggio “forzato e illegale”
Decise ieri, queste misure, sempre più rigide, intendono punire l’atterraggio “forzato e illegale” di un aereo della compagnia Ryanair che ha portato all’arresto del 26enne giornalista indipendente Raman Pratasevich (si usa anche il nome Roman Protasovich, ndr) e della fidanzata Sofia Sapega.
Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, spiega:
“Abbiamo adottato nei confronti della Bielorussia il più grande pacchetto di sanzioni, che riguarda 96 persone ed entità e che mira, in particolare, ai responsabili del dirottamento dell’aereo con a bordo il signor Pratasevich. Abbiamo anche approvato opzioni per sanzioni economiche mirate” … leggi tutto