Il trucco tedesco per spedire i migranti in Italia (agi.it)

Secondo una inchiesta di Repubblica, la Germania stordisce i profughi che secondo le regole Ue dovrebbero essere trasferiti nei Paesi di primo approdo e li porta in Italia

“La Germania ha sferrato un’offensiva in grande stile per trasferire più “dublinanti” possibili in Italia, cioé quei profughi che secondo le regole Ue dovrebbero essere trasferiti nei Paesi di primo approdo. E se i porti restano chiusi, come Matteo Salvini ricorda quotidianamente, gli aeroporti non lo sono affatto”.

Lo riporta una inchiesta di Repubblica, che cita “i dati più aggiornati del ministero del suo omologo tedesco, Horst Seehofer: le richieste di trasferire profughi in Italia sono in vertiginoso aumento … leggi tutto

Ebrei e Rom (doppiozero.com)

Aldo Zargani

Questo documento, serioso anche se un po’ azzardato, potrebbe essere fra i primi a occuparsi di alleanze possibili in luogo di inimicizie acclarate. Limitarsi a condannare l’antisemitismo moderno non serve a un granché se poi non si sa come combatterlo, e nemmeno a chi rivolgere lamentele (al governo?).

Potremmo intanto allearci con il popolo dei rom? Al comando della Senatrice a vita Liliana Segre? Nome di battaglia a Roma: “La Tosta”?

Ecco qui dunque un elenco, per punti, di somiglianze e differenze fra ebrei e rom nel disordine in cui mi vengono in mente.

a) Noi oggi andiamo, almeno sembra, meglio dei rom (poverini!).

b) La strage nazista accomuna i due popoli dal punto di vista emotivo ma può anche essere oggetto di studio comparato per meglio esaminare le ossessioni genocide, a tutt’oggi ben lontane dall’essere spiegate con la precisione dovuta. Se non altro perché si possono ripetere, come diceva Primo Levi a ogni piè sospinto. Sappiamo a memoria tutti i punti nefandi della ideologia antisemita nazista: noi ebrei siamo un corpo estraneo all’umanità, infettante il sangue ariano, siamo il non-essere, agenti bolscevichi e di Wall Street … Invece una volta sola mi è capitato di leggere da qualche parte che Hitler e i suoi specialisti criminali classificavano i rom un popolo di razza ariana, sì, ma degenerato a tal punto che occorreva amputare il Pianeta dalla loro presenza … leggi tutto

COSMOPOLITISMO DEBOLE E “COMPATRIOT PARTIALITY” (unacitta.it)

Intervista a David Miller realizzata da Barbara Bertoncin

Il rispetto dei diritti umani, ovunque, non può farci dimenticare che intratteniamo dei rapporti particolari coi nostri concittadini, il che giustifica una certa parzialità a loro favore; il bilanciamento fra i diritti degli immigrati e le preoccupazioni dei cittadini; il test di cittadinanza che deve soprattutto far conoscere le regole del paese in cui si chiede di vivere; la distinzione, non facile da fare ma importante, fra le due categorie di migranti. Intervista a David Miller.

Io distinguo tra cosmopolitismo forte e cosmopolitismo debole. Un cosmopolitismo forte comporta che, sia personalmente che politicamente, trattiamo le persone con la stessa premura, la stessa considerazione, chiunque esse siano, non importa dove vivano o che siano concittadini o meno. Un approccio che, se preso sul serio, non solo non ammette favoritismi verso i propri compatrioti, ma nemmeno verso familiari, amici, colleghi … leggi tutto

Il riformismo non basta più (vita.it)

di Stefano Zamagni

L’editoriale di Stefano Zamagni che apre il numero di giugno. «Il Terzo settore ha bisogno di idee che orientino le azioni. Di un progetto di trasformazione» che ci faccia uscire dalla “aporofobia” «la paura mista a disprezzo del povero che, di conseguenza, viene lasciato in balia del proprio destino»

Siamo nel bel mezzo di una trasformazione di portata epocale. come poche ve ne sono state nel passato. La storia ci insegna che quando una società si trova ad affrontare un punto critico e di passaggio – l’ultimo è stato nel 2001, quando ci fu il passaggio dalle tecnologie settoriali a quelle trasversali con l’ingresso sul mercato di iphone e ipad – nascono paure … leggi tutto

E se la soluzione fosse aprire le frontiere? (wired.it)

di Simone Fontana

Nel dibattito pubblico americano imperversa il tema degli open borders, ma in Italia è ancora un tabù. Ha pro e contro, e non è un approccio che piace solo a sinistra (anzi)

Da qualche tempo il dibattito pubblico americano ospita un fervente confronto di idee circa la possibilità di rivedere le politiche migratorie degli Stati Uniti d’America, in particolar modo quelle riferite all’idea stessa di frontiera. Il tema non è esattamente una novità per chi segue la politica a stelle e strisce, ma per lungo tempo i border issues erano stati relegati alla saggistica e ai botta e risposta tra opinionisti ospitati sulle pagine dei grandi giornali … leggi tutto

Chi sono i più odiati su Twitter: ecco la “mappa dell’intolleranza” (redattoresociale.it)

Presentato il progetto di Vox e 4 università che con algoritmi intercetta e geolocalizza i tweet contenenti espressioni di odio: 151 mila in 2 mesi. Diretti contro stranieri, ebrei, musulmani, donne. La sorpresa della Milano “accogliente” che odia in rete

MILANO – Sale “l’odio” per stranieri, musulmani, ebrei e disabili. Scende per gli omosessuali. Stabili le donne. Aumenta in assoluto il numero di tweet contenenti espressioni di odio ma diminuiscono i profili da cui sono generati. Ecco in sintesi la “Mappa dell’Intolleranza”, il progetto ideato da Vox Diritti – Osservatorio italiano sui diritti in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari, La Sapienza di Roma e il Dipartimento di Sociologia della Cattolica di Milano.

Giunta alla sua quarta edizione, ecco la mappatura che consente l’estrazione e geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili. Un’azione mirata a identificare l’intolleranza “social” diffusa nei confronti di sei categorie: donne, omosessuali, migranti, disabili, ebrei e musulmani. Tra le sorprese del 2019 anche la geografia dell’odio: su Twitter è Milano – nella narrazione generalizzata città accogliente e aperta a ogni diversità – a svettare nell’infausta classifica dell’odio online nei cluster disabilità, omofobia e xenofobia. È terza sull’islamofobia dietro a Bologna e Torino mentre Roma è prima per l’antisemitismo “twittato” … leggi tutto