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Violenze e torture ai migranti. Italia-Libia: un memorandum da dimenticare? (euronews.com)

Cinque anni di violenze, torture e uccisioni 
ai danni di profughi e richiedenti asilo. 

Amaro, secondo Amnesty International, Emergency e Medici Senza Frontiere, il bilancio del Memorandum Italia-Libia sul contrasto all’immigrazione illegale. Amnesty International parla di veri e propri rastrellamenti a tappeto, condotti dalle autorità in Libia tra i richiedenti asilo. Molti di loro, denuncia l’ONG, subiscono maltrattamenti e torture.

Ancora di recente, nel centro di detenzione di Al Malabani, sei sarebbero state addirittura uccise e una ventina rimaste ferite da colpi d’arma da fuoco. Non violenze episodiche ma un modus operandi ricorrente, che risponderebbe a un vero business model, incentrato sulla “vendita” dei migranti intercettati a gruppi criminali o sull’estorsione operata ai danni delle loro famiglie.

La protesta in scena davanti alla Farnesina: “Il Memorandum apre ad abusi e torture”

In occasione del 5° anniversario della firma del Memorandum, siglato nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni con il primo ministro del Governo di Riconciliazione libico Fayez al-Sarraj, diverse ONG hanno quindi organizzato un sit-in davanti al Ministero degli esteri a Roma, per invocare un cambiamento di rotta e denunciare quello che definiscono un “sistema di abusi e torture”.

“Ancora una volta vediamo che le politiche migratorie europee e italiane danno priorità alla sicurezza delle frontiere rispetto alla vita delle persone – denuncia Bianca Benvenuti di MSF Italia:.

Questo memorandum non fa che continuare a condannare migliaia di migranti alla morte in mare e a un ciclo di abusi e di violenze in Libia” … leggi tutto

Protagonismo di Frontex, ma non sui diritti umani (lavoce.info)

di  E 

Nel suo rapporto annuale, Frontex riporta 
dati “eccellenti” per il 2021. 

Non mancano però denunce secondo le quali i risultati sono stati ottenuti ignorando violazioni sistematiche dei diritti umani. L’Unione non può consentire ambiguità su questi temi.

Il rapporto del 2021

Il 17 gennaio, Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, ha pubblicato il rapporto annuale del 2021, definito dal suo direttore esecutivo, Fabrice Leggeri, come game-changer year, ovvero l’anno di svolta nella lotta al crimine transnazionale e nella gestione dei confini degli stati membri.

Il primo dato importante del 2021 è lo schieramento ai confini dell’Unione europea dei primi duemila membri delle European Border and Coast Guard standing corps, il corpo permanente proprio dell’Agenzia nonché primo servizio europeo in uniforme. Gli standing corps, che raggiungeranno entro il 2027 le 10 mila unità (fra personale proprio di Frontex e agenti inviati dagli Stati membri), hanno il compito di sorvegliare le frontiere, nonché di effettuare registrazione, identificazione e screening dei migranti irregolari che attraversano i confini. 

Per il momento, il corpo permanente è stato messo in azione al confine sud-orientale della Finlandia, in Georgia a sostegno dell’evacuazione dall’Afghanistan, e sui confini orientali europei (in particolare in Ungheria e Lituania).

Fra gli altri risultati del 2021, che Frontex riporta come “eccellenti”, ci sono più di 18.300 cittadini extra-europei rimpatriati verso 102 paesi e 1.050 persone identificate come trafficanti di migranti (smugglers). Inoltre, grazie alle sue tre operazioni (su 19 in corso) nel Mediterraneo, nel 2021 Frontex ha partecipato al soccorso di oltre 34 mila persone che si proponevano di migrare verso l’Europa, un dato in crescita rispetto ai circa 13 mila salvataggi del 2020 ma inferiore agli oltre 50 mila del 2019.

A questo riguardo, va considerato che il numero di tentativi di ingresso registrato l’anno scorso è aumentato su tutte le rotte, fatta eccezione per quella africana occidentale, arrivando a sfiorare i 200 mila totali. Si tratta di un incremento del 57 per cento rispetto ai circa 125 mila del 2020 e del 36 per cento rispetto al 2019 (Figura 1). Fra questi flussi in arrivo, ci sono in prevalenza (nell’ordine) siriani, tunisini, marocchini, algerini e afgani.

Il rispetto dei diritti umani

Frontex afferma che questi risultati vanno di pari passo con un significativo aumento della difesa dei diritti fondamentali. Nel febbraio 2021, l’Agenzia ha adottato la Fundamental Rights Strategy, un documento mirato a “garantire la protezione dei diritti fondamentali nello svolgimento dei compiti quotidiani dell’Agenzia”.

Nello stesso mese, tuttavia, ha dovuto sospendere l’operazione in corso in Ungheria, a seguito di una decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea che condannava i respingimenti dei migranti verso la Serbia da parte delle autorità ungheresi. Frontex, impegnata su quello stesso confine, è stata accusata di aver ignorato le violazioni sistematiche dei diritti umani e di non aver agito di conseguenza.

Pochi mesi più tardi, a maggio, l’Ong Front-lex ha presentato la prima azione legale contro Frontex presso la Corte di giustizia europea, per violazioni dei diritti umani ai danni di due persone richiedenti asilo in Grecia. Ancora, l’intervento rapido lanciato a luglio 2021 da Frontex in Lituania, sul confine con la Bielorussia (raccontato tra l’altro positivamente nel report, tramite le parole del capo della guardia di frontiera lituana) è stato oggetto di non poche critiche e controversieleggi tutto