La lingua immorale (succedeoggi.it)

di Giuseppe Grattacaso

L’escalation immorale e volgare del linguaggio del ministro dell’Interno tende a far credere che i problemi si possano risolvere con un urlo o uno slogan. Come nel mondo irreale dei supereroi. Così, lentamente, siamo tutti diventati protagonisti di un fumetto dell’orrore

La crisi relativa al linguaggio, di cui il nostro Paese è oggetto, andrebbe vissuta ed affrontata come una vera e propria emergenza. Gli effetti, già ora piuttosto evidenti, rischiano di diventare, con il passare del tempo, devastanti e recuperabili solo a fronte di un lungo lavoro di ricostruzione.

Provo a riassumere in maniera alquanto sintetica e dunque inevitabilmente approssimativa: se nel recente passato, il linguaggio sciatto, volgare e rozzo si era progressivamente diffuso tra i più giovani e appariva tollerato in certi ambiti sociali e in certi contesti, ora una buona parte degli italiani, di ogni livello culturale, lo considera elemento di forza per una comunicazione più diretta e chiara … leggi tutto

Perché ci fa male vedere degli uomini che picchiano un robot (rivistastudio.com)

di Francesco Oggiano

I video di robot maltrattati o anche solo stressati ci trasmettono tristezza e rabbia: ne abbiamo parlato con Kate Darling, ricercatrice del Mit ed esperta di interazioni tra uomo e macchine.

Lo chiameremo Chris, come si fa con le vittime che bisogna proteggere con l’anonimato. Chris sta giocando con Paul. Si lanciano l’un l’altro un pacco postale, all’interno di un magazzino. Alle sue spalle si avvicina un uomo con una mazza da hockey. Senza dire niente, gli tira un calcio sulla schiena. Chris crolla a terra, col pacco ancora tra le mani. Ha la faccia sul pavimento. Prova a rialzarsi. L’uomo solleva in alto la mazza da hockey e gliela tira più forte. Una volta, due, con un ghigno sempre più evidente. Chris sbatte di nuovo la faccia a terra … leggi tutto

Ancora sugli insulti a Carola Rackete. Il vero senso del pudore (avvenire.it)

di Mauro Leonardi

Vengono resi pubblici, e poi subito cancellati prendendone maldestramente le distanze, video schifosi contro Carola Rackete, la comandante della “Sea Watch 3”.

Quelle parole sono il miglior spot a favore del pudore, valore sul quale si può discettare quando si è stesi in spiaggia a prendere il sole sorseggiando una granita, ma che insorge invincibile in casi come questi.

Quando il contrasto politico diventa invettiva sessista, bisogna fare un discorso sul pudore perché è necessario dire che la vergogna non riguarda solo i centimetri e i gesti da compiere in pubblico o quelli da destinare all’intimità, ma si riferisce anche alle parole. Le parole, soprattutto in epoca di Internet, vanno sorvegliate più dei gesti … leggi tutto

Leggi anche: Qualcuno ha diffuso online una foto scattata a Carola Rackete al momento della foto segnaletica (ilpost.it)

La storia della foto di Carola Rackete diffusa illegalmente (di Giulia Giacobini – wired.it)

È stato un deputato della Lega a diffondere la foto fake del «banchetto Pd» vicino alla Sea Watch  (di Enzo Boldi – giornalettismo.com)

Emma attaccata sui social per aver difeso la capitana Carola Rackete (repubblica.it)

L’immaginazione giusta che guarda verso gli altri (altreconomia.it)

di

Mentre lo 0,8% più ricco del nostro Pianeta detiene il 44,8% della ricchezza e il 63,9% più povero può contare appena sul 2%, cresce anche la confusione dei ruoli e lo spazio di un’alternativa continua a restringersi. Il sistema si è fatto “antisistema”. Che fare? L’esempio della giovane maestra Mariangela Maccioni. L’editoriale del direttore di Altreconomia, Duccio Facchini

“Possiamo avere la democrazia o possiamo avere la ricchezza concentrata nelle mani di pochi, ma non entrambe le cose contemporaneamente”. Riletto oggi, il monito di Louis Brandeis, giudice della Corte suprema USA nella prima metà del XX secolo, è una spia rossa che lampeggia. Ci avverte che qualcosa non funziona se, oltre un secolo dopo, lo 0,8% più ricco del nostro Pianeta -dati Credit Suisse, 2018- detiene il 44,8% della ricchezza aggregata netta complessiva, mentre il 63,9% più povero può contare appena sul 2%. È una luce accesa da tempo … leggi tutto

Il razzismo… “La Crisi” – Coline Serrau (1992)

“La Crisi” film diretto dalla grande Coline Serrau del 1992 già regista del più famoso film “Il pianeta verde”, è una bellissima commedia romantica spiritosa e allo stesso tempo malinconica che si spinge sui problemi sociali, con una sceneggiatura scritta bene alla francese, in quanto molto bravi a fare questo genere di film.

In questo spezzone del film riporto un interessante spunto (fra gli attori Didier Flamand e Michou (Patrick Timsit grandissimo caratterista francese) che fanno riflettere sul ruolo e confronto del problema razziale in Francia e non solo, e del ruolo delle scelte politiche e partitiche individuali.

La metà degli omicidi in Italia avviene in famiglia. Un rapporto (agi.it)

di

Sono dati allarmanti quelli che emergono dall’ultimo Rapporto Eures sul fenomeno. Il maggior numero di vittime (49,1%) degli omicidi in ambito familiare si registra all’interno della relazione di coppia (in essere o passata) ma a crescere (del 47,6%, dai 20 del 2017 ai 31 del 2018) sono i figlicidi. Complessivamente, dal 2000 a oggi, gli omicidi in famiglia sono stati 3.539, in media uno ogni 3 omicidi volontari commessi nel nostro Paese … leggi tutto