Il lavoro culturale ha bisogno di una lotta (creativa) di classe (che-fare.com)

di Tiziano Bonini

C'è un problema di classe nelle industrie creative 
e culturali italiane. E questo problema è enorme, 
ma è un elefante nella stanza dei creativi che 
tutti fanno finta di non vedere.

La “classe creativa” italiana non rappresenta la diversità della società italiana, è altresì composta al suo interno di una frazione ben precisa della società: la classe media urbana, ad alto tasso di capitale culturale/sociale/economico, riprodotto di padre in figlio, di generazione in generazione.

Perché è un problema? Perché quello che questa classe produce – giornali, libri, film, serie tv, pubblicità, moda – è un universo di simboli che portano inscritto nel loro DNA il retaggio culturale di chi li ha prodotti. C’è una classe che continua a produrre simboli, rappresentazioni del mondo, opinioni, narrazioni e una classe che le consuma, senza avere accesso ai mezzi di produzione. Sembra un discorso vecchissimo, nell’epoca della creatività diffusa, dei media digitali che trasformano i consumatori in produsers, ecc. ecc..

Gli studi sui media in Italia si concentrano ancora moltissimo sull’analisi dei testi dei media, sul mitico “messaggio”, o al massimo sulla sua “ricezione” e solo di recente è tornata l’attenzione verso la “produzione” dei media, il tentativo di capire quali regole, quali routine produttive, quali culture stanno alla base dell’infrastruttura della produzione dei media e quanto questa infrastruttura produttiva, invisibile ai più, ha effetto su COSA si produce e COME lo si fa … leggi tutto

Francia, dopo che uno studente si è dato fuoco si è tornati a parlare di precarietà studentesca (euronews.com)

“La precarietà uccide, la solidarietà fa vivere” e 
“Condizioni di vita dignitose per tutti gli studenti”: 
sono alcuni degli slogan con cui gli studenti francesi 
hanno manifestato nei giorni scorsi, in ben 40 città, 
contro il sistema scolastico che non concederebbe borse 
di studio sufficienti. 

A Parigi alcuni studenti sono anche entrati nel cortile esterno del ministero dell’Istruzione provando a forzare i cancelli.

La protesta si è sparsa a macchia d’olio dopo che uno studente di 22 anni si è dato fuoco davanti all’università di Lione II; ustionato nel 90% del corpo, ora rischia la vita. Dopo questo gesto estremo in Francia si è tornato a parlare di “precarietà studentesca”: prima del tentato suicidio, in un messaggio su Facebook lo studente francese ha infatti raccontato di aver perso la borsa di studio dopo essere andato fuori corso … leggi tutto

Remo Bodei nel ricordo del professor Alfonso Maurizio Iacono (unipi.it)

di Alfonso Maurizio Iacono

"Un’erudizione sterminata e una grande disponibilità 
nelle relazioni con gli altri, come se volesse farsi 
perdonare dell’incredibile quantità di cose che sapeva" 

Conoscevo Remo sin da quando ero studente e lui giovane professore incaricato. Era l’epoca del ’68. Remo apparteneva a quel giro di giovani studiosi, per lo più normalisti, che si erano formati, direttamente o indirettamente, con un professore che non arrivai mai a conoscere, e il cui fascino aleggiava ancora tra le mura del vecchio Istituto di Filosofia e nei luoghi dintorno, Arturo Massolo, siciliano.

Sto parlando di Gargani, Cristofolini, Nicastro, Barale, Cazzaniga e molti altri che non erano più a Pisa, tra cui Sergio Landucci, Alberto Gajano, Furio Cerutti. Era l’epoca di Adriano Prosperi, Gian Biagio Conte, Carlo Ginzburg, Adriano Sofri.

Quella di Massolo per me, giovane studente alle prime armi, impegnato politicamente, ma smarrito su tutto il resto, era una figura mitica al pari di Sebastiano Timpanaro o di Delio Cantimori. Quando arrivai a Pisa i due ordinari erano Barone e Badaloni, ma la figura di Arturo Massolo ancora campeggiava: un grande studioso di Hegel, ma anche, a quanto capivo dai racconti di Remo e degli altri, uomo che amava frequentare gli studenti e gli studiosi più giovani nella vita quotidiana, tra le strade e i caffè della Pisa di allora … leggi tutto

Remo Bodei – Democrazia e Filosofia

Mercoledì 6 dicembre 2018, è stato ospite del Centro Pecci Remo Bodei, filosofo e professore di Filosofia alla University of California, Los Angeles,  per il terzo appuntamento del ciclo After Democracy.

Teniamo alta la fiamma! (voxeurop.eu)

Liceo franco-tedesco di Friburgo

Per popolarizzare la scienza gli alunni del liceo franco-tedesco di Friburgo in Brisgovia, in Germania, hanno lanciato le "Serate Duplex". In questo intervento invitano gli studenti di tutta Europa ad affrontare la questione del cambiamento climatico secondo questa formula, per "diventare attori del clima". 

Vi siete mobilizzati per il clima e abbiamo sentito la vostra voce e la vostra collera. Anche da noi, a Friburgo in Germania, i giovani scendono in piazza il venerdì.

Queste proteste sono importanti, come sono importanti per il clima le numerose soluzioni innovative che sta a noi scoprire, comprendere e diffondere! Facciamo circolare le nostre idee e le nostre competenze per vincere questa sfida comune. Entriamo in azione per il clima! Ailleurs ici partout… Ovunque e in tutte le lingue. Riuniamoci nei nostri licei. Sollecitiamo tutta la scuola, la cittadinanza ed i politici affinché ci ascoltino.

Nel nostro liceo franco-tedesco di Friburgo in Brisgovia stiamo sviluppando già da alcuni anni una formula interessante per diffondere idee scientifiche. Gli scolari sono i protagonisti di una simpatica serata: la “serata DupleX” che ha preso spunto dagli “Sciences Slams” delle università tedesche nel corso dei quali diversi oratori presentano in meno di dieci minuti un’idea scientifica. Come nel “Poetry Slam” è il pubblico a decidere quale sia la migliore presentazione … leggi tutto

Boom di bimbi poveri, la scuola non aiuta (lastampa.it)

di Gabriele De Stefani

Anno 1969: un bambino guarda il nonno e immagina una 
vita migliore della sua perché ha il 70% di probabilità 
di diventare più ricco: basta l’inerzia a far 
crescere il benessere. 

Anno 2019: la prospettiva è drammaticamente ribaltata, il bambino del 1969 è diventato nonno e oggi il rischio di finire in povertà è cinque volte più alto per il suo nipotino che per lui.

È la diseguaglianza più profonda che attraversa l’Italia: un milione 260mila minorenni vivono in stato di povertà assoluta e 500mila non hanno i soldi sufficienti a mettere regolarmente proteine nel piatto. E nello stesso decennio (2008-2018) in cui il numero degli under-18 indigenti è triplicato, non è aumentata per contro la quota di over 65 poveri: più si è giovani più è alto il dazio che si paga alla crisi.

Così oggi in Italia un povero su due ha meno di 34 anni. La povertà non è solo nel portafogli, ma è anche educativa e culturale … leggi tutto

Il prologo di un insegnante (laletteraturaenoi.it)

di Roberto Contu

È appena uscito per l’editore Aguaplano il volume 
Insegnanti. Il più e il meglio scritto dal nostro 
redattore Roberto Contu anche grazie dall’esperienza 
del blog. Pubblichiamo il prologo del libro.

«A proposito – soggiunse il burattino –

per andare alla scuola mi manca sempre qualcosa:

anzi mi manca il più e il meglio.»

(C. Collodi, Le avventure di Pinocchio)

Sono entrato in classe per la prima volta a ventisette anni non compiuti. Ricordo perfettamente il mio primo giorno di scuola da insegnante, come potrei dimenticare. Vengo convocato a inizio ottobre in un istituto superiore, per una supplenza di un mese in Italiano e Storia. Ho in mente il bacio di mia moglie prima di uscire di casa e il maglioncino blu di cotone morbido scelto come quello giusto.

Poi i venti minuti di macchina, con la radio accesa ma senza sentire nulla, ebbro della constatazione che finalmente il momento sognato fin dai tempi del liceo fosse arrivato. Parcheggiata l’auto nel grande piazzale gremito di scooter, per un attimo mi scopro felice e mi beo tra me e me: «prof. Contu, suona bene» … leggi tutto