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Su molti media nei giorni scorsi si è dato grande risalto alle celebrazioni per i 100 della biodinamica®, che ha avuto un certo spazio al Salone del Gusto di Torino. Si è pertanto parlato di biodinamica® riportando le parole dette dal presidente italiano dall’unica azienda che detiene la proprietà del marchio biodinamica®, la Demeter.
Vorremmo che questo fosse chiaro fin da subito: biodinamica® è un marchio, come lo sono Coca Cola o Kamut, un marchio, a cui, su svariati media, viene dato spazio senza che venga segnalato che potrebbe trattarsi di pubblicità. Un marchio che sfrutta ogni possibile occasione per dare a intendere agli utenti di essere valido, e che possa generare prodotti più sani di quelli da agricoltura intensiva. Prove di questo assunto? Nessuna, se non le parole di chi è del settore della biodinamica®. Un po’ come chiedere all’oste se il suo vino è buono.
La cosa che ci dà più fastidio è quando, grazie a questo sistema ormai consolidato, viene gettato fango su altre pratiche agricole. Il 29 settembre ad esempio Repubblica titolava:
La biodinamica compie 100 anni, il grido d’allarme: “L’agricoltura industriale ci sta avvelenando”
Nell’articolo subito leggiamo:
L’agricoltura industriale ci sta avvelenando, è la principale causa insieme agli allevamenti del riscaldamento globale e contribuisce al proliferare di malattie e disagi che riguardano l’intestino, le allergie, problematiche del sistema immunitario. Senza contare i danni agli animali.
Sono le parole usate da Enrico Amico, presidente appunto di Demeter. L’articolo poi ci racconta:
La biodinamica nasce un secolo fa quando un gruppo di contadini in Germania chiede a Steiner indicazioni su un metodo alternativo di agricoltura. “Già all’epoca – continua Amico – molti avevano capito che il metodo di agricoltura, poi diventato industriale, basato sulla chimica aveva delle falle perché portava a una debolezza della qualità del cibo. A Steiner chiedevano che cosa dovevano fare per portare qualità. E noi biodinamici ancora oggi lavoriamo in questo solco”.
Siamo di fronte allo stesso modus operandi che i sostenitori della biodinamica usano da sempre: prima si attaccano gli altri sistemi di agricoltura, poi si dà a intendere che il proprio sia migliore.
La biodinamica, sebbene spesso promossa come una pratica agricola sostenibile e affine all’agricoltura biologica, è ampiamente considerata pseudoscientifica da molti esperti, come noi e molti altri cerchiamo di spiegare da anni.
Questo metodo, basato sulle teorie di Rudolf Steiner, include concetti esoterici e superstiziosi, come l’uso di corna di vacca riempite di letame e sepolte nei campi per “raccogliere energie cosmiche”, o l’idea che la posizione della Luna e dei pianeti possa influenzare la crescita delle piante. Tali credenze non hanno basi scientifiche sensate e sono considerate più vicine all’astrologia che all’agronomia.
Steiner non aveva alcuna competenza nel settore agricolo e biologico, ma era un appassionato di pratiche esoteriche, come appunto l’astrologia, l’olistica e l’omeopatia. Steiner a quegli agricoltori che gli chiedevano aiuto impartì otto lezioni intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”, e nelle lezioni trovano spazio suggerimenti come questo:
Catturate un topo abbastanza giovane e spellatelo in modo da recuperare la pelle. Ora avete la pelle (ci sono sempre abbastanza topi, ma devono essere topi di campo se volete fare questo esperimento). La pelle del topo però deve essere ottenuta quando Venere è nel segno dello Scorpione. Quando Venere è nello Scorpione procuratevi la pelle di un topo e bruciatela. Raccogliete attentamente le ceneri e gli altri resti della combustione. Non sarà rimasto molto, ma se avete abbastanza topi è sufficiente. A patto che il fuoco sia avvenuto quando Venere è nello Scorpione, lo troverete un rimedio eccellente. In questo modo riuscirete a scacciare i topi dal vostro campo visto che verranno distrutte le corrispondenti forze negative nei confronti della capacità riproduttiva del topo di campo. Successivamente, prendete la cenere e spargetela su tutto il vostro campo.
Questi sono gli insegnamenti del fondatore della biodinamica®, e non sono altro che esoterismo applicato all’agricoltura, senza che vi sia appunto nulla di scientifico.
La cosa che però ci dà più fastidio è quella frase:
…il metodo di agricoltura, poi diventato industriale, basato sulla chimica aveva delle falle perché portava a una debolezza della qualità del cibo…
Tutto si basa sulla chimica, la vita stessa è chimica, parlare di chimica VS natura è una presa per i fondelli. Tutto è chimica, anche il cornoletame tanto amato dai sostenitori della biodinamica® si basa sulla chimica. La comunità scientifica ha contestato l’approvazione di queste pratiche, evidenziando che non esistono prove a sostegno delle affermazioni di chi le sostiene.
La biodinamica® si distingue dall’agricoltura biologica, che perlomeno si basa su principi scientifici verificabili, proprio per l’inclusione di questi elementi mistici che non possono essere testati empiricamente.
Non spiegare queste cose in articoli destinati al grande pubblico è vergognoso.
Qualche fonte per voi che amate approfondire:
- Genetic Literacy Project – Organic vs ‘biodynamic’ farming: What’s the difference?
- Dario Bressanini – Le Scienze – Biodinamica®: cominciamo da Rudolf Steiner
- Word On The Grapevine – Biodynamic farming: myths, quacks and pseudoscience
Qui trovate gli articoli che abbiamo scritto in passato sul tema, e per non farci mancare nulla i due video di Tommaso Di Mambro e la sua chiacchierata con Sergio Saia, professore associato di Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa: