Quelli che Trump, una ballata del pane salato (ilmanifesto.it)

di Enrico Caria

Il colonnino infame 

Canzonetta per ricapitolare, ma anche per non capitolare, in attesa del nuovo assetto a Capitol Hill

Quelli che adesso la Harris ha smesso di ridere,
quelli che gli Stati in bilico ah ah ah,
quelli che io mai avuto dubbi, oh yeah.
Quelli che NY, LA… grandi ZTL,
quelli che lui fascista, razzista, molestatore, bugiardo… ma lei peggio perché ipocrita,
quelli che il popolo diceva pane e Kamala capiva brioche, oh yeah.
Quelli che quel rimbambito di Biden,
quelli che se si presentava Michelle,
quelli che l’America profonda,
quelli che l’America superficiale,
quelli che Biden ha dato un sacco di armi a Israele e fin qui lui niente,
quelli che fin qui, oh yeah.
Quelli che lui mai iniziato una guerra,
quelli che la Nato è finita la pacchia,
quelli che finalmente gli europei si fanno un esercito tutto suo, oh yeah.
Quelli che con Putin ora ci parla lui e PUFF la guerra finisce,
quelli che con Netanyahu ora ci parla lui e BOOM la guerra non finisce più,
quelli che mò Putin ti invade la Polonia, oh yeah.
Quelli che adesso gli immigrati haitiani la pianteranno di mangiare cani e gatti dei residenti,
quelli che le donne che non hanno tradito i mariti nelle urne continueranno a farlo in automobile,
quelli che la gente vuole l’omo forte e ‘a fimmina bottana, oh yeah.
Quelli che mò i cinesi dazzi loro,
quelli che ora l’Ungheria si allarga a macchia d’olio di ricino,
quelli che ora Putin ti invade pure i Paesi baltici, oh yeah.
Quelli che per l’Europa una grande occasione,
quelli che l’Europa in ordine sparso,
quelli che Von der Leyen, Macron, Scholz tutti insieme… a Mar-a-Lago col cappello in mano, oh yeah.
Quelli che il suo modello sempre stato Berlusconi ma di Berlusconi ce n’è uno solo,
quelli che Tajani chi?
quelli che Italy First, oh yeah.
Quelli che Salvini Great Again,
quelli che a me mi chiamava Giuseppi,
quelli che ora la Meloni getta la maschera, oh yeah.
Quelli che Franza o Spagna purché se magna,
quelli che maccherone mi hai provocato e io te distruggo adesso me te magno,
quelli che ve lo meritate Donal Trump, oh yeah.

Quelli che Trump, una ballata del pane salato

No-vax imbrattano le scuole Saltini di Carpi: i bambini coprono le scritte con i disegni (gazzettadimodena.it)

di Manuel Marinelli

La condanna del sindaco Righi: «Un vile atto 
vandalico, ma questa dei piccoli studenti è la 
risposta migliore»

No-vax imbrattano le scuole Saltini di Carpi: i bambini coprono le scritte con i disegni

I “no-vax” colpiscono ancora.

Questa volta nel mirino del gruppo “Vivi” sono finiti i muri della scuola elementare Saltini di via Magazzeno a Carpi, imbrattati nella notte tra giovedì e ieri. “Vax e 5G=morte”, “Agenda 2030=frode”, “Solo bugie su vax, Co2 e pandemie”. Questo è quello che si sono trovati davanti i bambini all’inizio delle lezioni ieri mattina: scritte a caratteri cubitali realizzate con vernice rossa che inneggiano esplicitamente al complotto.

Le folli scritte rosse
C’è anche l’immancabile sigla, quella doppia V che identifica il gruppo ViVi, già tristemente noto per gli innumerevoli precedenti a Modena aumentati esponenzialmente durante e dopo la pandemia. Recentemente era stato preso di mira anche l’ex presidente della Regione Stefano Bonaccini, sui suoi manifesti elettorali era apparsa la scritta “Bonaccini nazista”.

Anche a Carpi l’episodio fa seguito a una lunga serie di imbrattamenti avvenuti negli ultimi tempi su luoghi pubblici. Sempre il 7 novembre, ma di due anni fa, i muri del liceo Fanti erano stati cosparsi di scritte analoghe a quelle apparse ieri notte alle elementari Saltini e quindi sempre a sfondo no-vax.

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A dicembre dell’anno scorso era invece stato vandalizzato l’ospedale carpigiano, con un chiaro messaggio minatorio nei confronti dei medici, definiti “provax assassini”. Più recentemente erano invece finite nel mirino le sedi elettorali dei candidati sindaco in occasione delle scorse elezioni.

Il gesto dei bimbi
I muri sono ora tornati allo stato originario, ma prima degli operai dell’azienda incaricata dal Comune sono intervenuti gli stessi bambini, che con un gesto simbolico ma dal grande significato emotivo hanno riempito le facciate con numerosi disegni.

E così, fogli e pennarelli alla mano, i giovani studenti si sono adoperati per coprire le indecorose scritte e ridare decoro alla loro scuola. “Non disegnare sul muro”, “Il Covid fa morire” si legge su alcuni di essi.

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Il sindaco
«Un vile atto vandalico, ancora una volta a danno di studentesse e studenti, piccoli e grandi, docenti nei loro luoghi di studio e formazione», ha commentato il sindaco di Carpi Riccardo Righi, che poi ha aggiunto: «Quali parole trovare per commentare l’imbrattamento di una scuola? Un gesto privo di senso che non merita certamente visibilità, ma questa delle bambine e dei bambini è la risposta migliore. Grazie. Questa mattina, ci siamo attivati per denunciare l’accaduto e le mura saranno prontamente ripulite. La ditta incaricata è già in loco e sta procedendo con i lavori».

Per chi suona la campana dell’alluvione in Spagna? Il negazionismo climatico uccide (greenreport.it)

di Luca Aterini

Crisi climatica e adattamento

Mancata allerta e soppressione dell’Unità valenciana d’emergenza sono un’eredità dell’ultradestra di Partito popolare e Vox, appoggiato in campagna elettorale dalla presidente Meloni

La tragica conta dei morti per l’alluvione alimentata da Dana (Depresión Aislada en Niveles Altos) che il 29 e 30 ottobre scorsi ha colpito la Spagna, e in particolare la regione di Valencia, sta continuando giorno dopo giorno: al momento si ferma a 217 vittime ma è destinata a salire, nonostante barlumi di speranza come quello arrivato oggi dal parcheggio sotterraneo nel centro commerciale Bonaire di Aldaia, dove si temeva un’ecatombe – sono 5.700 i posti auto finiti sott’acqua – al momento non si registrano vittime.

La legittima disperazione dei cittadini ancora immersi nel fango si è scagliata ieri contro il re Felipe e il premier Sanchez, che durante un sopralluogo sono stati sottoposti al lancio di fango e bastoni.

Ma il bersaglio politico è quello sbagliato: a governare la regione di Valencia è la destra negazionista di Carlos Mazón, del Partito popolare, che è stato eletto grazie all’appoggio della destra neofascista di Vox – la stessa che la premier Meloni lo scorso anno ha appoggiato in campagna elettorale, attaccando il cosiddetto «fanatismo ultraecologista» –, oggi fuori dalla Giunta per contrasti sulle politiche migratorie.

«Si apprende a mezzo stampa che il presidente della Regione Valenciana Carlos Mazón possa aver sottovalutato e rimandato in maniera significativa l’allarme – ricapitola nel merito l’europarlamentare Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica del Pd nazionale – A causa di ciò, per 11 ore i cittadini sarebbero rimasti ignari e quindi indifesi rispetto agli eventi catastrofici cui stavano andando incontro.

Un fatto che, se confermato, sarebbe aggravato dalla soppressione dell’Unità valenciana di emergenza, voluta e istituita dall’ex presidente Puig (Psoe) proprio per fare fronte a emergenze di questo tipo. Una soppressione che all’epoca era stata rivendicata e che si era concretizzata su iniziativa di Vox, uno dei partiti di estrema destra negazionista della crisi climatica».

Lo stesso 29 ottobre, poche ore prima del disastro, è emerso come Mazón continuasse a minimizzare la portata dell’incombente alluvione. È la dimostrazione plastica di come il negazionismo e l’inazionismo climatico non siano solo una strategia per orientare politicamente l’opinione dell’elettorato, ma rappresentino ormai un pericolo enorme per la vita stessa delle persone.

Come sottolinea adesso l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), è la crisi climatica in corso col relativo surriscaldamento di mari e atmosfera, a rendere più intensi e più probabili eventi meteo estremi come l’alluvione di Valencia, che in 8 ore ha scaricato a terra la pioggia attesa in un anno.

«L’inondazione che stiamo vedendo in Spagna è solo uno dei tanti, tanti, tantissimi disastri estremi legati al meteo e all’acqua che si sono verificati in tutto il mondo quest’anno. Quasi ogni settimana vediamo immagini così scioccanti», commenta la portavoce Onu Clare Nullis.

Per affrontare una simile situazione tutti i Paesi del mondo sono chiamati a muoversi su un doppio binario: affrontare la causa della crisi climatica, ovvero tagliare le emissioni di gas serra dovute all’impiego di combustibili fossili investendo in efficienza energetica e rinnovabili, e al contempo investire nell’adattamento dei territori alla quota parte di cambiamento climatico già avvenuta, e con la quale non possiamo fare altro che convivere.

L’estrema destra rifiuta però questa soluzione, negando la crisi climatica o limitando l’azione a contrasto. È accaduto nella regione di Valencia, potrebbe accadere negli Stati Uniti se domani Trump uscisse vincitore dalle elezioni che lo vedono confrontarsi con Kamala Harris, e sta succedendo anche in Italia: nella legge di Bilancio predisposta dal Governo Meloni le risorse per l’adattamento climatico sono quasi inesistenti, nonostante le alluvioni siano cresciute del 400% rispetto al 2018, mentre il Green deal continua ad essere additato – dall’efficientamento energetico delle case all’auto elettrica, passando dagli impianti rinnovabili – come nemico del popolo anziché strumento di sviluppo sostenibile.

Una retorica che fa danni al Paese, e può arrivare a uccidere come mostra il caso spagnolo.