Verso la sesta estinzione (iltascabile.com)

di

Quali sono le responsabilità degli esseri umani nella 
perdita di fauna e biodiversità?

Cinque sono le grandi estinzioni che Sepkoski e Raup identificarono nel 1982. È però ormai luogo comune – ma non tutti i luoghi comuni sono irreali – che all’elenco dovremmo aggiungere la sesta grande estinzione di massa, conseguenza della nostra espansione sul pianeta e delle sue ramificazioni ecologiche.

Alla fine, al di là di tutti gli allarmi e i grafici, è un concetto semplice. Come per tutte le specie, la nostra è in un’eterna competizione con altre per spazio e risorse.

Il che non vuol dire che sia una guerra totale e che non ci siano spazi di collaborazione tra le specie (anzi, la simbiosi è un fenomeno quasi universale), ma sta di fatto che le risorse che i viventi possono sfruttare sono finite, e se un’ape beve del nettare, quel nettare non c’è più per un’altra ape … leggi tutto

Francia, i reattori EPR sono «un fallimento». Ma il governo ne promette altri sei (valori.it)

di Andrea Barolini

Nonostante la pioggia di critiche sui nuovi reattori 
EPR, con costi alle stelle e ritardi decennali, 
Parigi rassicura EDF: programma nucleare confermato

La decisione definitiva non è stata ancora presa. Ma il governo della Francia ha mostrato in modo chiaro il proprio orientamento in materia di energia. Non attraverso una proposta di legge, né rivolgendosi alla popolazione: lo ha fatto in una lettera indirizzata a Jean-Bernard Lévy. Ovvero all’amministratore delegato del colosso Edf, che gestisce il parco nucleare transalpino.

La promessa di nuovi reattori in una lettera alla compagnia EDF

I ministri dell’Economia e della Transizione ecologica, Bruno Le Maire e Elisabeth Borne, hanno voluto infatti rassicurare il manager. Spiegandogli che lo Stato prevede la costruzione di sei nuovi reattori nucleari EPR di terza generazione. Nonostante l’esplosione dei costi e gli enormi ritardi accumulati nel cantiere di Flamaville … leggi tutto

Perché Freud è ancora necessario (doppiozero.com)

di Janigro, Barbetta, Ferruta

Di Freud oggi sappiamo tantissimo, ogni suo oggetto, lettera, testo, incontro è stato studiato e interpretato. Alla Biblioteca del Congresso, sono ora consultabili tutte le sue carte: ci sono le opere, l’elenco e gli appunti dei libri letti, l’enorme epistolario. 

Durante la sua esistenza Freud conserva un senso ben preciso di quanto fosse possibile mostrare in pubblico e quanto si dovesse mantenere privato. È forte la sua preoccupazione che gli aspetti intimi, i “tristi segreti”, potessero esser utilizzati contro di lui. Nella sua Autobiografia, malato, convinto di essere prossimo alla fine, dopo la diagnosi di cancro alla mandibola, nel 1924, Freud propone «una nuova combinazione di elementi oggettivi e soggettivi», anche se, scrive, «il pubblico non ha diritto di saperne di più», «né dei miei rapporti personali, né delle mie battaglie, né delle mie delusioni, né dei miei successi».

Quello che prevale è il Freud che distrugge le lettere alla fidanzata, che dice «ho parlato di me stesso più del consueto o più del necessario», perché «tutte le mie personali esperienze non hanno alcun interesse se paragonate ai miei rapporti con questa scienza». Il segno e lo stigma della sua vita sono affidati a queste righe: «Anzitutto mi feriva l’idea che per il fatto di essere ebreo dovessi sentirmi inferiore e straniero rispetto agli altri»leggi tutto

“Xylella come Stamina, vinca la ricerca” (gazzetta del mezzogiorno)

In occasione del Festival della Scienza di Fasano, 
inaugurato da un dialogo su scienza, democrazia e 
politica fra Elena Cattaneo e Gustavo Zagrebelsky, 
il giornalista Leonardo Petrocelli della Gazzetta 
del Mezzogiorno intervista la senatrice sui temi 
discussi durante il Festival e sul rapporto tra 
scienza e politica.

Ecco l’intervista di Leonardo Petrocelli a 
Elena Cattaneo.

Senatrice Cattaneo, celebre per le sue ricerche sulle cellule staminali, ieri al Festival della Scienza di Fasano. Quanto incide sul buon funzionamento della democrazia la valorizzazione, documentata, delle competenze?
Accompagnare le decisioni politiche con un processo che parta delle evidenze disponibili, definito appunto “evidence-based policy making”, sarebbe utile alla buona salute della nostra democrazia. Infatti il metodo scientifico è un argine contro decisioni irrazionali e “controproducenti”, ma anche contro i cedimenti a pregiudizi ideologici cui i decisori politici sono soggetti tanto quanto i cittadini, ci permette di avvicinarci a quello che non capiamo e aiuta a correggere le contraddizioni.

L’insieme di una cittadinanza attiva, una classe dirigente, politica e amministrativa ben preparata e un solido corpo accademico rappresentano una potente assicurazione per il buon funzionamento del processo democratico.

Dalla campagna no vax, alle terapie improprie, all’idolatria del biologico. Il dibattito è mutato. Imputa a qualcuno la responsabilità del cambio di narrazione?
Esiste un parallelo tra la ricerca “a tesi”, volta solo a confermare una teoria, senza tener conto dei dati contrari, con metodi superficiali, senza un’idea del “dopo”, senza controlli, che getta discredito sull’intera comunità degli scienziati, e la demagogia in politica, che, per ottenere un consenso tanto vasto quanto superficiale, fa leva su paure e luoghi comuni piuttosto che su studi approfonditi, dati verificati e prove: entrambe possono cancellare in pochissimo tempo anni di progressi … leggi tutto

Banchisa antartica: l’erosione procede dal basso (lescienze.it)

In Antartide, l'acqua più calda che arriva dall'oceano forma dei canali alla base del ghiaccio che galleggia sul mare, accelerandone il collasso

L’acqua relativamente calda dell’oceano erode la banchisa antartica dal basso, creando canali che ne accelerano la fratturazione e la fusione. L’allarme è stato lanciato sulle pagine della rivista “Science Advances” da Karen Alley del College of Wooster e colleghi di altri istituti statunitensi.

La banchisa dell’Antartide è costituita da uno spesso strato di ghiaccio che galleggia sulla superficie dell’oceano, circondando per circa tre quarti della sua lunghezza il bordo della calotta glaciale che ricopre la terraferma.

Gli studi da satellite dimostrano che più dell’80 per cento del lento flusso del ghiaccio verso il mare inizia proprio sulla terraferma, con la banchisa, trattenuta dalle irregolarità del fondo oceanico simili a pareti di roccia e canyon, che fa da frenoleggi tutto