FACT-CHECKING / No! Questo aereo non rilasciava le fantomatiche “scie chimiche” per generare un alluvione in Piemonte (open.online)

di Ludovica Di Ridolfi

Si tratta di una teoria del complotto già 
rispolverata in relazione all’alluvione che 
ha devastato l’Emilia-Romagna

Se c’è una cosa da riconoscere ai credenti nella teoria delle scie chimiche, è l’ostinazione: nonostante la tesi secondo cui le scie di condensazione degli aerei siano foriere di sostanze misteriose e pericolose sia stata smentita categoricamente in moltissime occasioni, trovano sempre il modo di ritirarla fuori dal cappello. Ultimamente, lo hanno fatto in relazione alle frane e al maltempo che hanno devastato l’Emilia-Romagna. Fenomeni catastrofici che, a detta loro, sarebbero stati provocati dal rilascio di strane sostanze dal cielo. E che adesso rischierebbero di colpire anche il Piemonte.

Analisi

«ATTENZIONE!! Un aereo stesso stile EMILIA ROMAGNA è partito stamattina ed ha sorvolato per ben 6 ore le zone evidenziate. Vedrete che nel week end ci saranno alluvioni in quella zona!!! Il Piemonte sarà la prossima regione. SCIE CHIMICHE E ARMI DI BIOINGEGNERIA!!!». Questo testo accompagna due immagini. Su una ripresa dall’alto della regione Piemonte, notiamo un ingarbugliato filo blu che rappresenta l’itinerario di volo di un aereo.

La stessa tesi è stata rilanciata anche in altri post, raccogliendo sempre un gran numero di likes, commenti e condivisioni. Gli utenti sostengono sostanzialmente che, come quanto avvenuto per l’Emilia-Romagna (e già smentito), un velivolo sarebbe stato utilizzato per fare operazioni di cloud seeding (inseminazione delle nuvole), causando – secondo la narrazione – l’alluvione. Si tratta, come già spiegato in quell’occasione, di meri copia-incolla della narrazione cospirazionista legata alla teoria delle Scie chimiche (per es. quiquiquiquiqui qui). Un precedente molto simile era avvenuto anche a seguito dell’alluvione nelle Marche del settembre 2022.

Ma vediamo in questo caso specifico perché il racconto non è credibile. Per capirlo, basta verificare le affermazioni sullo stesso portale indicato nelle immagini: Flightradar24, servizio globale di tracciamento dei voli che fornisce informazioni in tempo reale su migliaia di aerei in tutto il mondo.

Il mezzo che ci interessa è l’aereo della compagnia francese Aero-Sotravia: scopriamo che quella (apparentemente) insolita traiettoria che insiste su aree specifiche senza spostarsi di molto ha una spiegazione. Che risiede nel fatto che il mezzo era ufficialmente destinato a riprendere una tappa del Giro d’Italia, la principale corsa a tappe di ciclismo del nostro Paese. Decollato il 14 maggio da Ancona, quattro giorni dopo (nella data indicata dai complottisti) era impegnato a volare da Cuneo a Torino, restando in volo per cinque ore e 52 minuti.

(La risposta del 10 maggio 2023 a un utente: «Television relay aircraft for the Giro d’Italia»)

Come abbiamo spiegato in una analisi precedente, il cloud seeding (tecnologia per stimolare artificialmente la produzione di pioggia all’interno delle nubi) è una tecnica tanto nota quanto poco efficace. Ancora oggi, i risultati sono incerti, soprattutto quando si tratta di prevedere le condizioni atmosferiche in zone ristrette. Difficoltà e costi che aumenterebbero esponenzialmente per influenzare il clima su larga scala, addirittura provocando seri danni in intere regioni, senza peraltro che – per quanto ne sappiamo – esistano motivazioni fondate alla base dell’operazione.

Conclusioni

La teoria delle scie chimiche è stata smentita a più riprese. Ciononostante è stata nuovamente proposta sulla base della traiettoria bizzarra di un aereo, che ha sorvolato a lungo un’area precisa in Piemonte. Strana evoluzione che si spiega considerando che il mezzo era ufficialmente destinato a riprendere una tappa del Giro d’Italia, la principale corsa a tappe di ciclismo del nostro Paese.

Diga di Ridracoli Forlì e alluvione: “Nessun pericolo”. Pronti a denunciare Red Ronnie (ilrestodelcarlino.it)

Bernabè, presidente di Romagna Acque: 

“C’è chi ci ha dato la colpa per l’alluvione, niente di più falso. Dopo i no vax ora tocca ai ’no diga’: teorie antiscientifiche. I fiumi esondati sono in altre vallate”

Tonino Bernabè presidente di Romagna Acque – Società delle Fonti SpA, alcune persone in questi giorni usano la rete e i social per diffondere fake news. Tra queste c’è anche chi ha incolpato la diga di Ridracoli dell’alluvione e chi ha diffuso questo messaggio, come il conduttore televisivo Red Ronnie. Li denuncerete per queste voci infondate?

“Certamente. Abbiamo dato mandato come cda ai nostri legali di raccogliere tutto il materiale in rete da consegnare poi alla Polizia Postale per individuare anche chi si nasconde dietro i nickname. Red Ronnie è un personaggio pubblico, conosciuto e si dovrà prendere le sue responsabilità visto che il post che ha condiviso lunedì è stato già visualizzato da 80mila utenti. Ci sono gli estremi per denunciarlo per procurato allarme, diffamazione e calunnia”.

Al di là della giusta lotta alle fake news diffuse in una fase emergenziale, ultimamente il ruolo della diga di Ridracoli è molto enfatizzata come esempio di infrastruttura virtuosa. La diga, entrata in funzione nel 1982, è nata per dissetare la Romagna e aiutare a fermare la subsidenza che colpisce Ravenna in particolare, ma non come strumento di difesa idrogeologica.

“Certamente. La funzione primaria resta quella di dare buona acqua a un milione di romagnoli. Inoltre, con la centrale Enel di Isola (S. Sofia), produce anche energia elettrica. Aggiungo che la diga e l’invaso sono inseriti nel Parco nazionale, un ambiente di foreste secolari che proteggono i territori circostanti, il lago e la diga stessa dall’interramento e dove interveniamo direttamente o indirettamente per favorire lavori di difesa e di manutenzione dei versanti che si sono rilevati particolarmente utili per la stessa sicurezza idrogeologica. Senza dimenticare che la presenza del lago ha anche una funzione antincendio”.

Quindi da cosa nascono queste critiche sui social che incolpano la diga di aver contribuito all’alluvione rilasciando l’acqua sul Bidente?

“Ci troviamo di fronte a persone che credono a teorie antiscientifiche, che sono passate dalle battaglie no vax a quelle no diga. Persone contrarie a priori alla costruzione di infrastrutture, non capendo che esistono infrastrutture utili e infrastrutture dannose. L’uomo deve adattarsi ai cicli naturali e costruire infrastrutture necessarie a metter in sicurezza i territori, visti i rapidi cambiamenti climatici. Magari le istituzioni dovranno operare con più velocità e coordinarsi tra di loro.

Aggiungo una semplice constatazione. Le piogge eccezionali dei giorni scorsi hanno fatto esondare il Savio, il Montone, il Rabbi e anche il Lamone, vallate prive di una diga. In val Bidente, ad esclusione dell’esondazione circoscritta di Meldola a causa del torrente Voltre, non si sono registrati problemi seri” … leggi tutto