Un milione di utenti italiani praticano quotidianamente su Telegram violenza contro le donne – il report (open.online)

di David Puente

Non solo revenge porn, il social network è 
diventato il «covo sicuro» dove gli italiani 
condividono materiale pornografico 
non consensuale. 

L’indagine dell’associazione PermessoNegato

La «Giornata contro la violenza sulle donne» venne istituita dall’Onu nel 1999, ma all’epoca non avevano idea di come si sarebbe evoluta la tecnologia e soprattutto il mondo dei social.

Nel 2013 due russi, Nikolaj e Pavel Durov, fondano e finanziano il servizio gratuito di messaggistica istantanea Telegram che, nel tempo, è diventato il «covo sicuro» di fenomeni come il «Revenge Porn» che la giornata di oggi, 25 novembre, cerca di contrastare.

Ci siamo, purtroppo, abituato a parlare e soprattutto a comprendere il significato di «Revenge Porn», che identifica le «vendette di relazione», ma dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un tassello di un fenomeno molto più vasto chiamato «Pornografia Non-Consensuale» (NCP). L’associazione no-profit PermessoNegato APS, nata nel 2019 per supportare a livello tecnologico e legale le vittime di NCP, pubblica oggi un report di questo fenomeno radicato nel Telegram italiano … leggi tutto

La sanità italiana è frammentata, la sanità digitale ancora di più (ilpost.it)

I sistemi informatici sono diversi da regione 
a regione e faticano a dialogare anche all'interno 
delle stesse ASL e ospedali, e nell'epidemia si 
sono visti i risultati

Se i sistemi sanitari italiani di fatto sono 21, quelli delle 19 regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, i sistemi informatici sanitari con cui ci si può ritrovare ad avere a che fare, direttamente o indirettamente, sono molti di più. In questi nove mesi di epidemia da coronavirus, le manifestazioni di questa frammentazione sono state tante, ed è diventato evidente a molti quello che di cui prima avevano percezione in pochi: non è una frammentazione che si sviluppa soltanto su base regionale, ma anche all’interno delle stesse ASL, addirittura degli stessi ospedali.

I dati sanitari di chi vive in Italia, dai referti degli esami del sangue ai dettagli su quel ricovero ospedaliero qualche anno fa, dallo storico delle terapie farmacologiche alle vaccinazioni fatte, sono sparpagliati, registrati in formati diversi e spesso difficili da consultare non soltanto per i pazienti, ma anche per i medici di famiglia, per gli specialisti, per gli ospedali.

Oppure per circa un terzo degli italiani sono raccolti nel Fascicolo Sanitario Elettronico, che però – almeno per il momento – è uno strumento per l’assistenza individuale al paziente che non può essere usato per scopi collettivi.

Della farraginosità dei sistemi informativi – un termine più appropriato rispetto a “sistemi informatici – della sanità italiana si è accorto chi ha dovuto prenotare online un tampone su siti che andavano continuamente offline, chi ha atteso per giorni un SMS dell’ASL dopo aver ricevuto il referto positivo di un tampone, o chi si è ritrovato nella kafkiana situazione di essere in una regione diversa da quella del proprio medico di famiglia durante il lockdown.

Oppure non si è accorto di niente di tutto questo: perché in Italia ci sono anche posti dove questi sistemi funzionano bene e dialogano efficientemente tra di loro … leggi tutto

FACT-CHECKING / Usa 2020. Arrestato il responsabile della campagna di Joe Biden per frode elettorale? Falso! (open.online)

di David Puente

Sui social circola la notizia del presunto 
arresto di Dallas Jones, responsabile della 
campagna di Biden in Texas, ma c’è un motivo 
se nessuno ne parla

Il 28 settembre 2020 il sito Thegatewaypundit.com pubblica un articolo in cui si riporta che il responsabile della campagna elettorale di Joe Biden in Texas, tal Dallas Jones, sarebbe stato accusato di aver condotto un’operazione volta a frodare il responso elettorale. L’articolo è diventato fonte di ispirazione per le teorie sui presunti brogli elettorali ai danni di Donald Trump.

Il 14 novembre, giorni dopo la conclusione del voto, circola la voce che Dallas Jones sia stato arrestato dall’FBI a seguito di «molteplici prove che lo coinvolgono nell’incetta e nell’impegno di schede elettorali illegali inviate via posta».

Per la cronaca, in Texas ha vinto Donald Trump e Dallas Jones non è stato arrestato.

Per chi ha fretta

  • Nessuna testata del Texas o americana riporta la notizia del presunto arresto. La falsa notizia è stata diffusa da siti dubbiosi e attraverso i social.
  • Non risultano procedimenti a suo carico dal sito del Tribunale della Contea di Harris, luogo dove sarebbe stato arrestato secondo i rumors.
  • Utenti online pubblicano lo screenshot di un video in cui sostengono venga mostrato l’arresto di Dallas Jones, ma non è lui quello ritratto nell’immagine (è un attore arrestato nel 2019) … leggi tutto

Il consigliere della Lega contro i gay: “Ora la giornata del cattolico eterosessuale” (dire.it)

di

Mette tutto nero su bianco il leghista Gregorio 
Martinelli Da Silva in un'interrogazione rivolta 
al sindaco di Bagno a Ripoli. 

Una richiesta che ha sollevato reazioni aspre

Discriminato perché “i gay hanno più gusto”. Addirittura molestato “con avance che spesso si sono tradotte in palpate, commenti ed altri tipi di aggressioni”. Lo mette tutto nero su bianco il consigliere comunale di Bagno a Ripoli Gregorio Martinelli Da Silva, della Lega, in un’interrogazione rivolta al sindaco Francesco Casini per chiedere una giornata in difesa del “cattolico eterosessuale”, che, come reso noto dal Pd, dovrebbe essere discussa dall’aula il 30 novembre. Una richiesta che ha sollevato reazioni aspre dello stesso sindaco e dei dem.

Nell’atto l’esponente del Carroccio si scaglia sulla legge per il reato di omofobia (la cosiddetta legge Zan) che ha già ottenuto il primo sì alla Camera: non sarà “possibile esprimere i propri pensieri riguardo l’argomento omosessualità a meno che non siano elogi, venendo emarginati o addirittura puniti coloro i quali vedono le relazioni omosessuali come gravi depravazioni”, scrive.

Con l’avanzamento di questa ideologia arriveremo anche al punto di penalizzare tutta la categoria degli eterosessuali, soprattutto maschi“. E ancora, quelli degli omosessuali sono “atteggiamenti che per quanto mi riguarda sono da condannare (condannare non vuol dire punire), mascherata come se fossero iniziative in difesa contro qualcosa che non esiste sono in realtà il trampolino di lancio” per l’adozione, “che ha come conseguenza la pratica dell’utero in affitto, fino ad arrivare un giorno al matrimonio gay”.

Parole che fanno “rabbrividire” il sindaco Casini: “Una sequenza di deliri e luoghi comuni violenti, aberranti e pericolosi, che vanno oltre i limiti della ragione, utilizzati dal consigliere di Salvini per chiedere l’istituzione di una giornata dedicata a coloro che secondo lui sarebbero i ‘veri discriminati’, per di più ‘costantemente minacciati’, i cattolici eterosessuali”, scrive su Facebook … leggi tutto

Come la Lega di Casalecchio usa un senzatetto per alimentare la propaganda razzista (gazzettadibologna.it)

di Davide Giorgi

A utilizzare la storia di un senzatetto come 
strumento di propaganda è il consigliere 
comunale leghista di Casalecchio Andrea Doria 
sul suo profilo Facebook. 

I suoi post poi sono stati condivisi da pagine di estrema destra (i cui link sono stati ricondivisi dallo stesso Doria) alimentando così una macchina razzista anti-migranti. 

La povera storia di un senza fissa dimora a Casalecchio di Reno per fare propaganda: è la macchina social della Lega che usa Rocco, terremotato abruzzese 45enne che ora si trova sotto un cavalcavia vicino al centro commerciale Meridiana, per cercare consensi e alimentare odio contro i migranti.

A utilizzare la vita di Rocco come strumento di propaganda è il consigliere comunale leghista di Casalecchio Andrea Doria che, sul suo profilo Facebook pensa di impietosire gli italiani con una vicenda che appare subito come gonfiata e strumentalizzata per creare sensazionalismo. Secondo Doria, Rocco avrebbe perso tutto nel terremoto di Amatrice (Rieti) del 2016, ma in un video girato dallo stesso consigliere leghista il senzatetto sostiene di essere originario di Penne (Pescara), una cittadina che sta a quasi 160 chilometri di distanza. Ma le incongruenze non finiscono qui.

Secondo un sostenitore della Lega di Casalecchio, Rocco sarebbe in condizioni precarie da qualche mese, e non dal terremoto di 4 anni fa (si contraddicono tra loro). La disinformazione via social sulla storia di Rocco, intricata e a tratti bizzarra, è stata subito divulgata su un account Twitter e su un sito internet famoso per lanciare fake news, entrambi legati all’estrema destra, provocando centinaia di commenti razzisti e la partecipazione di attivisti di #parlatecidiBibbiano, profili Facebook falsi e addirittura di assistente di una eurodeputata leghista.

Tutto ha avuto inizio lo scorso mercoledì mattina alle 10,20 circa, quando il leghista Andrea Doria ha pubblicato su Facebook un post sulla vicenda di Rocco accompagnato da alcune foto che lo ritraggono con il senzatetto. Il consigliere della Lega scrive che l’uomo «ha perso tutto, la casa distrutta dal terremoto di Amatrice, è malato di cuore…», e poi aggiunge: «riesce un giovane ITALIANO a trovare un tetto da non condividere con i topi?».

Un’ora dopo il profilo Twitter RadioSavana condivide un video di Rocco girato da Doria, in cui il senza fissa dimora sostiene di essere di Penne, non di Amatrice, e chiede semplicemente aiuto senza fare paragoni tra la sua situazione e quella dei migranti. RadioSavana accompagna il filmato con il seguente scritto: «Rocco terremotato italiano senza lavoro con problemi di salute, sopravvive al freddo sotto un ponte a Casalecchio di Reno (Bologna), senza cibo, senza nessun aiuto. Questo mentre Conte assicura ai clandestini africani vitto e alloggio in hotel a spese degli italiani» … leggi tutto

Usa 2020, il successo di Parler, il social senza “censura” che piace ai fan di Trump (in fuga da Facebook e Twitter) (open.online)

di Valerio Berra

Le prime tracce si sono state registrate nei 
mesi scorsi, 

ma è solo nell’ultima settimana che è arrivata un’impennata di download per la piattaforma dove è possibile pubblicare qualsiasi contenuto

Fino al 27 maggio il rapporto tra Donald Trump e Twitter, anche se chiacchierato, sembrava funzionare. Il Presidente lo usava come canale per comunicare con i suoi quasi 89 milioni di follower e la piattaforma poteva contare su una visibilità preziosa in anni in cui la parabola discendente degli utenti (attivi) sembrava inesorabile.

Poi è comparsa un’etichetta, per la prima volta, che ha definito due tweet presidenziali «potenzialmente fuorvianti». Fake news, in sostanza. Da qui la situazione è precipitata, tanto che andando sull’account di Trump bastano pochi scroll per inciampare in qualsiasi tipo di etichette, delle informazioni dubbie a quelle usate ai contenuti violenti.

Dopo anni di Far West, i social network hanno cominciato (a suon di pressioni) a curarsi dei contenuti che vengono postati dai loro utenti. E questo non ha riguardato solo Trump. Negli ultimi mesi Facebook e Twitter hanno bandito i gruppi del complotto QAnon, quelli del movimento di estrema destra Boogaloo, hanno oscurato Steve Bannon e limitato il movimento Stop the Steal, che sostiene le teorie sui brogli elettorali a favore dei democratici.

In pratica, i social network stanno facendo terra bruciata attorno ad alcuni gruppi schierati a sostengo di Donald Trump. Esattamente come nel Far West però, per ogni città in cui è arrivata la legge, ne esiste una un po’ più in là dove ognuno può essere chi vuole … leggi tutto

Facebook riabilita Stalin: “Non è vietato” (dire.it)

di 

Dire a qualcuno “sei cattivo come Stalin” non 
è messaggio d’odio. Almeno secondo gli 
standard di Facebook

Dire a qualcuno “sei cattivo come Stalin” non è messaggio d’odio. Almeno secondo gli standard di Facebook. Largo a ‘baffone’ anche sul social network di Mark Zuckerberg. Facebook aveva inserito l’immagine di Iosif Stalin tra quelle politicamente vietate, come ha potuto appurare Lanfranco Palazzolo, cronista parlamentare di Radio radicale.

Per uno scherzo, Palazzolo aveva postato sul gruppo di amici del calcetto una maxi foto del leader sovietico, su sfondo rosso e con tanto di falce e martello. “L’avevo fatto nel 2014 in un gruppo di amici del calcetto. Mi avevano negato un rigore, e gli avevo scritto in calce alla foto di Stalin: ‘Siete cattivi come lui’.

Dopo sei anni mi è arrivata la censura di facebook nella quale si diceva che facebook avrebbe esaminato il mio post perché non rientrava negli standard, ed anzi configurava un potenziale messaggio d’odio“. Palazzolo si è opposto con un reclamo formale. Dal successivo controllo é arrivato il passo indietro di Facebook. Stalin può tornare su facebook … leggi tutto