#Perugia9ottobre No a fake news, sentimenti di odio e intolleranza (articolo21.org)

di LUCA PERRINO E CRISTINA VISINTINI

“Troppo spesso le parole sono pietre. 
Troppo spesso le parole vengono scagliate 
con il chiaro intento di ferire e di fare male, 
come fossero pietre taglienti. 

E’ anche per questo che l’associazione culturale Leali delle Notizie di Ronchi dei Legionari (Gorizia) ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere la libertà di stampa ed espressione, ma una libertà di stampa che sia rispettosa della verità e delle persone.

Una libertà di stampa che combatta le fake news, i sentimenti di odio e intolleranza e sostenga invece parole rispettose delle diversità, le differenti opinioni e i diversi orientamenti ma lo faccia con parole che devono essere pulite, trasparenti, proattive e non aggressive. Concetto che sosteniamo con forza nel corso del nostro Festival del Giornalismo, che apre le sue porte a tanti giornalisti e tante opinioni.

Come associazione stiamo sviluppando il progetto della Panchina della Libertà di Stampa ed Espressione: la prima panchina è stata realizzata e collocata Ronchi dei Legionari per ricordare e diffondere il messaggio di Daphne Caruana Galizia la giornalista maltese uccisa in un attentato a Malta nel 2017, ma a questa sono seguite la panchina di Torre Annunziata in occasione della cittadinanza onoraria riconosciuta da quel comune a Giancarlo Siani e la panchina del Ghetto ebraico di Roma per ricordare i giornalisti e i tipografici ebrei deportati nei campi di sterminio e mai più tornati … leggi tutto

Scatta da oggi la legge che censura i social network (askanews.it)

Preoccupazione degli attivisti per la libertà 
di espressione. Il testo era stato approvato 
a luglio

Entra in vigore oggi in Turchia la nuova legge che rafforza notevolmente il controllo delle autorità sui social network, minacciando la presenza di Twitter e Facebook nel Paese in caso di rifiuto alla richiesta di rimozione di contenuti ritenuti controversi. Il Parlamento – ricorda oggi l’Afp – ha approvato la legge a luglio, meno di un mese dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva chiesto di “portare ordine” sui social media, uno degli ultimi spazi di libera espressione, non completamente controllati dal governo di Ankara.

“La legge solleva molte preoccupazioni sui diritti umani”, ha commentato su Twitter Iain Levine, capo del dipartimento per i diritti umani di Facebook.

Nonostante le loro preoccupazioni, gli attivisti per i diritti dubitano però che il governo Erdogan possa attuare davvero le rigide misure previste dalla legge. “È impossibile in un paese come la Turchia sopprimere i social network che sono parte integrante della vita delle persone”, ha detto Emma Sinclair-Webb, direttrice di Human Rights Watch in Turchia.

Secondo la nuova normativa, i social network con più di un milione di connessioni uniche al giorno, come Twitter e Facebook, dovranno avere un rappresentante in Turchia e obbedire ai tribunali che chiedono la rimozione di determinati contenuti entro 48 ore.

In caso di mancato rispetto di tali obblighi sono previsti una forte riduzione della loro banda e sanzioni fino a 40 milioni di lire turche (4,3 milioni di euro). Questi giganti digitali sono anche chiamati a memorizzare i dati dei loro utenti in Turchia, ma nessuna misura vincolante in questa direzione è stata adottata quando è stata approvata la legge … leggi tutto

Un fiume di panzane / Bisogna fermare l’esplicito progetto eversivo dei grillini: il totalitarismo internettiano (linkiesta.it)

di

Come siamo giunti da Pietro Calamandrei 
a Toninelli e Vito Crimi?

I Cinquestelle disprezzano la democrazia rappresentativa e picconano il Parlamento, una volta accortisi che non è una scatoletta di tonno, ma qualcosa di più complesso voluto così dai costituenti

Un portaborse, non molto tempo fa, segnalò a Luigi Di Maio un certo Pietro Nenni. Scovata su Wikipedia una sua frase, «L’immobilismo giova alla conservazione», il ministro degli Esteri, eccitato, la usò ignorando che Nenni era la figura più lontana dal grillismo: un alfiere della democrazia come partecipazione delle masse alla costruzione della Storia, oltre che un uomo avvolto nella leggenda per coraggio e coerenza.

Laddove il grillismo, anche nella versione dal volto smunto del dimaismo, è l’annichilimento progressivo della democrazia, lo svilimento della partecipazione, l’opacità del comando a-democratico.

I giochi di prestigio di un Beppe Grillo possono incantare le ultime file di qualche teatrino di provincia, ma la politica intesa come governo dei problemi grazie al consenso non passivo del popolo è un’altra cosa. Alla democrazia, al Parlamento, dunque alla politica democratica, ci si crede o non ci si crede. O sei politica o sei antipolitica.

Il Movimento Cinque stelle, per quanto ondivago, resta una faccia dell’antipolitica, quella che demolisce l’edificio con la scusa di fare qualche riparazione: e il riferimento al taglio del numero dei parlamentari non è affatto casuale. Abbasso il Parlamento!, e tanto basti.

Alle origini del totalitarismo internettiano di Casaleggio padre e di Beppe Grillo c’è il postulato in versione versetto confuciano di quest’ultimo («Il M5s vuole realizzare la democrazia diretta, la disintermediazione tra Stato e cittadini, l’eliminazione dei partiti, i referendum propositivi senza quorum: i cittadini al potere») e tutto l’armamentario ideologico di Gianroberto Casaleggio ispirato a una post-democrazia che coincide con un sistema dispotico fondato sul controllo delle centrali della formazione delle coscienze: un moderno aggiornamento delle conosciutissime teorie reazionarie del Novecento … leggi tutto

“Ho le mani sporche di sangue”, la gola profonda inguaia Facebook (giornalettismo.com)

Un memo inviato a BuzzFeed da una ex 
dipendente del gigante social rivela la 
scelta dei manager di girarsi dall'altra 
parte di fronte ad abusi o irregolarità 
di profili falsi e alla diffusione di 
fake news

Le fake news politiche su Facebook tornano a fare polemica. Stavolta a causa di un memo scritto dall’ex data scientist del gigante social, Sophie Zang, e inviato a BuzzFeed News dove si racconta che la compagnia fondata da Mark Zuckerberg avrebbe ignorato o risposto in maniera estremamente lenta a prove evidenti che profili falsi stavano interferendo in elezioni o situazioni politiche in varie parti del mondo.

Sono tanti gli esempi che Zhang presenta nel suo memo sulle fake news politiche ignorate da Facebook per non perdere denaro e influenza. E così ci sono gli esempi di capi di governo e di partiti politici in Azerbaijan e Honduras che usano account falsi o volutamente ingannano il pubblico per influenzare l’opinione pubblica.

Oppure le prove che in India, Ucraina, Spagna, Brasile, Bolivia ed Ecuador ci sono state campagne organizzate da mandanti misteriosi per favorire o contrastare candidati politici o eventi. “In tre anni di lavoro a Facebook, ho trovato tanti tentativi clamorosamente espliciti di ingannare i propri cittadini da parte di vari governi, anche con notizie che poi sono diventate virali in tutto il mondo” ha scritto Zhang nel suo memo sulle fake news politiche raccontando di avere lei, a sua volta, “preso decisioni che hanno inciso sulla sorte di presidenti stranieri senza alcun controllo” oltre ad aver “agito contro svariati politici a livello globale così spesso da aver preso il conto”.

Notizie e rivelazioni che riportano alla mente l’interferenza russa nelle elezioni americane del 2016, terminate con la clamorosa e inattesa vittoria di Trump, ma che, secondo il racconto di Zhang a BuzzFeed riguarderebbero soprattutto il destino politico di Paesi fuori dall’asse Stati Uniti – Europa occidentale.

E che fanno dire all’ex data scientist di Facebook: “So di avere le mani sporche di sangue” … leggi tutto

Mimmo Parisi ha trovato una cosa inutile da far fare ai navigator (ma in che mani siamo?) (linkiesta.it)

di

Su richiesta del presidente di Anpal, ai 
quasi 3mila operatori assunti la scorsa 
estate è stato chiesto di inserire i dati 
(vecchi) di oltre 1,5 milioni di imprese 
sulla nuova piattaforma Moo, 

che però fatica a reggere gli accessi e va spesso in crash. Ma non doveva rivoluzionare il mondo del lavoro con il favoloso software del Mississippi?

Piero Fassino l’aveva buttata lì: considerata «la scarsa incidenza dei navigator nel reperire posti di lavoro per chi beneficia del reddito di cittadinanza», perché non usarli per affiancare il personale Ata nella riapertura post-Covid delle scuole? La proposta non dev’essere passata inosservata a Mimmo Parisi, presidente di Anpal (Associazione nazionale politiche attive del lavoro). Il guru del Mississippi anche noto come il “padre dei navigator” si è ingegnato subito per trovare qualcosa da far fare ai 2.874 «assistenti tecnici» da lui assunti la scorsa estate: metterli a inserire nel database di Anpal i dati di oltre 1,5 milioni di imprese.

Tim, via libera a rete unica da marzo 2021. Sei domande per capire (avvenire.it)

di Marco Girardo

Il Cda di Tim ha approvato una lettera 
d'intenti con Cdp Equity per realizzare 
il progetto di rete unica nazionale 
attraverso la fusione tra FiberCop e 
Open Fiber. Ecco cosa c'è da sapere

Un possibile punto di svolta per le telecomunicazioni italiane. Con un paletto temporale già messo nero su bianco: entro marzo 2021 AccessCo dovrà essere realtà. Dopo giorni di indiscrezioni e il segnale politico dell’esecutivo, il Cda di Tim ha approvato e dato il via libera alla firma di una lettera d’intenti con Cdp Equity (Cdpe), per realizzare il progetto di rete unica nazionale attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber, controllata al 50% da Enel.

Alla vigilia ci aspettavano solo i principi base del Memorandum, invece in serata sono arrivati molti dettagli, con il board parallelo di Via Goito che parla di passo “necessario” per l’accelerazione dello sviluppo digitale dell’Italia”.

Perché da Corso Italia è stato deliberato come previsto un tratto fondamentale per questo percorso: è stato approvato l’accordo con Kkr Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di Tim (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da Tim (80%) e Fastweb (20%).

La nuova società – di cui Tim deterrà il 58%, gli americani Kkr il 37,5% e Fastweb il 4,5% – offrirà servizi di accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato … leggi tutto

Crotone, il disonore degli sciacalli, l’onore dei soccorritori (articolo21.org)

di MICHELE CERVO

La dinamica dei fatti di Praialonga lungo 
la costa di Crotone la stabilirà l’inchiesta 
della magistratura. 

Al momento sono tre i morti, due i dispersi, numerosi gli ustionati ed i feriti nell’esplosione dell’imbarcazione arrivata nella parte jonica della Calabria ieri mattina. Tra i ricoverati anche due uomini della guardia di finanza, feriti mentre tentavano di salvare uomini donne e bambini dalle fiamme della piccola imbarcazione a vela.

Uomini che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare altre vite, non importa se italiane o straniere, se dalla pelle nera o bianca, per loro erano solo uomini , donne o bambini  in serio pericolo, tutte da riportare in porto, al sicuro, come impone la legge del mare. Il video trasmesso ieri sera in esclusiva dalla Tgr Calabria lo testimonia, immagini drammatiche, ma allo stesso tempo belle.

Drammatiche perché alcuni migranti non ce l’hanno fatta, belle nel vedere gli sforzi dei soccorritori, personale della Guardia Costiera e della Finanza, nel tentare di raggiungere quelli che si erano tuffati per sfuggire alle fiamme. Si vede che per loro tirare i naufraghi al sicuro, sulle motovedette, era una questione d’onore.

Quell’onore messo sempre in primo piano dai fascisti patrioti, che si trasforma per loro in disonore  sui social. Anche questa volta non sono mancati insulti, like  e frasi ingiuriose verso chi ha perso la vita, o l’esprimere  il proprio rammarico per lo scarso numero di morti nel naufragio.

Insulti anche per i soccorritori con faccine sorridenti nei post che rilanciavano la notizia … leggi tutto