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Liliana e i no vax

di Massimo Gramellini

Si fa fatica a capire perché una donna mite e 
conciliante come Liliana Segre abbia dovuto 
trascorrere l’intera vita a ripararsi dall’odio. 

Gli ultimi a detestarla, in ordine di tempo, sono i no vax che le augurano la morte sui social. Nei mesi scorsi uno di loro era arrivato a definirla in pubblico «una donna vergognosa che dovrebbe sparire».

Ma che cos’ha mai fatto di male, la senatrice sotto scorta, oltre a mettersi in coda per il vaccino e indossare la mascherina come milioni di altri anziani giustamente preoccupati degli effetti di un virus che stava mandando molti di loro al Creatore?

Non si sa. Forse avrebbe dovuto aggirarsi per i vagoni della metropolitana di Milano starnutendo in faccia ai pendolari? Nelle teste di certi fanatici scorre un film dell’assurdo: la Segre, in quanto ex deportata, aveva l’obbligo morale di riconoscere nei no vax i legittimi eredi dell’Olocausto, mettendo la sua tragedia a disposizione di una farsa.

Quel che più colpisce, in questa disfida surreale, è il profondo squilibrio di ironia tra le parti in causa. Mentre i complotto-vittimisti che maledicono la Segre si prendono terribilmente sul serio, il bersaglio dei loro improperi si protegge con un’arma di difesa che gli altri ignorano: il senso dell’umorismo.

A quelli che ancora ieri le auguravano di morire tra atroci tormenti, la senatrice ha risposto: «Ho 92 anni, portate un attimo di pazienza».

Poi, dopo 92 anni, si è finalmente rotta le scatole e li ha denunciati.

(Markus Spiske)

Malagò alla Egonu: “Niente decisioni affrettate, siamo con te” (ansa.it)

Anche il premier Draghi chiama la pallavolista 
azzurra, "è un orgoglio dello sport italiano"

Una telefonata affettuosa per manifestare totale vicinanza a Paola Egonu.

Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò – apprende l’Ansa -, ha chiamato la campionessa azzurra per testimoniarle l’appoggio dello sport italiano e invitarla “a non prendere decisioni affrettate”.

“Ti siamo accanto, ci vediamo al rientro dalle tue meritate vacanze”, ha sottolineato Malagò a Egonu, pronto a considerare l’eventualità di raggiungerla in Turchia – dove si trasferirà a giocare – e invitandola anche a ponderare ogni scelta futura.

“Piena solidarietà alla campionessa di volley Paola Egonu dal premier Mario Draghi nella telefonata di questa mattina. L’atleta azzurra è un orgoglio dello sport italiano, avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale”. Lo si legge in un tweet di Palazzo Chigi.

“Paola Egonu è attaccatissima alla maglia azzurra, il suo è stato uno sfogo a caldo determinato da quattro imbecilli da social”. Giuseppe Manfedi, presidente della Federazione pallavolo, al telefono con l’ANSA tiene a “riportare l’episodio di ieri, che ha oscurato l’ennesima impresa di queste ragazze capaci di andare a conquistare il bronzo mondiale, alle sue reali dimensioni”.

“Paola veniva da sei mesi di ritiro, era normale che fosse stressata. Adesso ci calmiamo tutti, la prossima convocazione è ad aprile 2023 e non ho motivo di pensare che lei non ci sarà: tra l’altro, la pallavolo propone integrazione piena altro che razzismo”.

Il segretario Pd Enrico Letta ha twittato un disegno di Mauro Biani che rappresenta Paola Enoghu vestita col tricolore: “Paola Enogu Azzurra”.

“Sorridi Paola, è un momento difficile per tutti, ma passerà. E festeggeremo insieme”: così attraverso i suoi canali social l’ex ct azzurro del volley, ora parlamentare del Partito Democratico, Mauro Berruto si rivolge a Paola Egonu, la schiacciatrice azzurra che ieri ha annunciato di volersi prendere una pausa dalla nazionale . “Grazie Paola, orgoglio italiano – prosegue – Grazie a te, alle tue compagne, al tuo staff per questa ennesima medaglia che solo chi non ha mai alzato il fondoschiena dal divano non apprezza” … leggi tutto

Scoppia l’ironia sui social per la gaffe di Fontana: scrive «inpiegato» (per due volte) al posto di «impiegato» (open.online)

di Ygnazia Cigna

Lo strafalcione ortografico nella scheda 
personale depositata a Montecitorio e 
datata 21 marzo 2018

Sui social sta spopolando un documento firmato dal neo presidente della Camera, Lorenzo Fontana, in cui tra le cariche ricoperte indica quella di «inpiegato presso Verona fiere in aspettativa dal 2009».

Scritto con la «n», al posto della «m». Un errore ortografico che ha ripetuto due volte. Il foglio in questione è datato 21 marzo 2018 ed è la sua scheda personale depositata a Montecitorio.

Si tratta di un obbligo previsto dal Codice di condotta dei deputati, secondo il quale ogni deputato è obbligato a dichiarare «le cariche e gli uffici di ogni genere che ricopriva alla data della presentazione della candidatura e quelle che ricopre in enti pubblici o privati».

(CAMERA DEI DEPUTATI / Scheda personale Lorenzo Fontana, 21 marzo 2018)

L’ironia social: «Ha anche tre lauree…»

Fontana è entrato alla Camera nel 2018 in seguito alle elezioni politiche del 4 marzo e – come si legge nella sua dichiarazione – in quel periodo era un parlamentare europeo e un impiegato in aspettativa. Questa mattina, 16 ottobre, è diventato virale il documento con l’errore ortografico.

«E all’inprovviso, una figura di alto livello», ironizza un’utente su Twitter. «Diamo la cittadinanza italiana solo a chi conosce l’italiano #inpiegato», scrive un altro ancora. Tra chi ha preso di mira il documento anche l’attore Luca Bizzarri, che su Twitter scrive: «A me non fa tanta impressione che sia Presidente della Camera, quanto che abbia tre lauree…».

FACT-CHECKING / No! La bandiera Lgbtq+ non è collegata alla pedofilia (open.online)

di Ludovica Di Ridolfi

Un post su Facebook prova a rilanciare questa 
teoria tanto popolare quanto infondata

La presunta associazione tra comunità LGBTQ+ e pedofilia torna regolarmente ad agitare le acque della disinformazione. Da falsi volantini a contraffatte pubblicità, il materiale per i bufalari non manca di certo. L’ultima fake in circolazione riguarda la bandiera del movimento, che secondo alcuni segnalerebbe un pericolo per i bambini: ecco perché (e perché non è vero).

Analisi

«Cambiano le parole per rendere qualcosa di inaccettabile accettabile»: questo l’attacco lanciato in un post su Facebook. I suoi destinatari vengono presto dichiarati: «Non più ‘PEDOFILO’ ma ‘MAP’S’: ‘Persona attratta da minori’. (…) Fatevi fregare di nuovo, in mezzo ci sono i nostri figli. PSICOPATICI». L’invettiva viene accompagnata da un avvertimento: «ATTENZIONE A QUESTI COLORI», vicino all’emoji di un dito che indica la bandiera arcobaleno del movimento Lgbtq+.

Non è l’unica foto di questo tipo che circola sul social. Ma il collegamento compiuto tra il vessillo arcobaleno e la pedofilia veicola una notizia falsa.

Il termine contestato

Il concetto di Minor-Attracted Persons (MAP), che è percepito da alcuni come parte del tentativo di normalizzare la pedofilia, è un termine generico utilizzato da organizzazioni come B4U-ACT o The Global Prevention Project, un’organizzazione che si occupa di «pensieri, fantasie e comportamenti sessuali problematici senza contatto in uomini e donne adulti», al fine di prevenire abusi sessuali su minori, così come alcuni ricercatori, per definire una varietà di persone attratte dai minori.

Questi includono nepiofili (attratti da neonati e bambini piccoli), pedofili (attratti da bambini in età prepuberale), ebefili (attratti da bambini pubescenti e primi adolescenti) ed efebofili (attratti da adolescenti in tarda età).

A causa dell’introduzione di questa nuova locuzione, il Global Prevention Project aveva attirato su di sé diverse critiche in passato. Questo aveva reso necessaria l’introduzione di un disclaimer pubblicato in grassetto sul sito dell’organizzazione, che affermava a chiare lettere: «Per ribadire, questo non è un termine che abbiamo inventato, NÉ è un termine usato per rinominare i pedofili O per collegarli alla comunità LGBTQ».

La bandiera “MAP”

Alla categoria, ben distinta dalla comunità Lgbtq+, è effettivamente collegabile una bandiera, anche se come vedremo i confini tra realtà e “trollaggio” sono molto labili. La suddetta bandiera non si presenta con i colori dell’arcobaleno, tipici del movimento Lgbtq+, ma con colori pastello che vanno dall’azzurro, al giallo, al rosa.

Il primo esempio di questa immagine sul web è rintracciabile su questa pagina Tumblr, archiviata dal sito web statunitense di verifica dei fatti Snopes, che ha definito l’iniziativa un esperimento lanciato da alcuni troll.

Un utente della piattaforma aveva infatti presentato la bandiera nel 2018, in un thread dedicato all’accettazione delle MAP, “Support NOMAPS” (per le persone “non offendenti” attratte dai minori) … leggi tutto