L’effetto Brexit su Google e Facebook che riguarda i dati personali (giornalettismo.com)

Cosa succede con la formalizzazione 
dell'accordo di uscita dall'UE del Regno Unito

Il tormentato accordo sulla Brexit è arrivato al capolinea proprio alla vigilia di Natale. Ci sono senz’altro diversi aspetti che verranno presi in considerazione e che cambieranno nei rapporti tra il Regno Unito e gli altri stati dell’Unione Europea, così come ci saranno effetti per le aziende – a livello di import ed export -, sulle produzioni delle specificità territoriali, sulla pesca, persino sul progetto Erasmus che, da questo momento in poi, escluderà tutti gli studenti europei che vorranno studiare in Gran Bretagna (a meno che non lo facciano a loro spese, pagando esattamente le stesse rette dei cittadini britannici). Ma ci sarà anche un effetto Brexit su Google e Facebook.

Con l’uscita dall’Unione Europea, il Regno Unito avrà la possibilità – ovviamente – di modificare in maniera meno restrittiva il proprio ordinamento sui dati personali che, al momento, è figlio del GDPR, il regolamento dell’Unione Europea in materia che è stato approvato tra il 2016 e il 2017 e che è stato recepito nei vari stati membri.

Le prime indiscrezioni – che in gran parte dipendono anche dai comportamenti dei colossi del web – vanno nella direzione di una modifica delle normative in tema che potrebbe portare a una tutela dei dati personali più simile a quella statunitense che non a quella europea … leggi tutto

FACT-CHECKING / Coronavirus. Le false prove usate per sostenere la «morte» dell’infermiera svenuta dopo il vaccino Pfizer (open.online)

di David Puente

Mentre l’ospedale risponde agli utenti, 
smentendo la presunta morte, sui social vengono 
fornite prove del tutto false

[Aggiornamento: in fondo all’articolo la risposta dell’ospedale dove lavora Tiffany]
Il caso dell’infermiera svenuta poco dopo l’iniezione del vaccino Pfizer nel Tennessee, Tiffany Pontes Dover, viene arricchito da un meme in cui vengono riportate diverse immagini e un testo per sostenere che sia morta. Non solo, molti utenti si affidano a un sito per sostenere che il suo nome sia presente in un database dei deceduti negli Stati Uniti.

L’infermiera del CHI Memorial Hospital di Chattanooga, nel Tennessee, era svenuta a causa di una condizione di cui lei stessa era a conoscenza, ossia la sincope, come spiegato agli stessi giornalisti presenti in sala poco dopo il mancamento. Le prove di un decesso fornite dagli utenti non risultano corrette, Tiffany e i familiari sono in «silenzio social» mentre l’ospedale informa ufficialmente – in diverse occasioni e sedi – che è viva.

Analisi

Veniamo al testo del meme:

La ragazza è morta poche ore dopo il vaccino. I parenti non rilasciano informazioni, stanno ricevendo minacce. I siti antibufala si stanno affrettando a smentire. Intanto però, sul suo account instagram, su cui non posta da sei giorni, iniziano a chiederle se stia bene, e nessuno risponde … leggi tutto

Il problema dei giornali che titolano sul sangue di San Gennaro: «Cos’è accaduto quando» (giornalettismo.com)

di Gianmichele Laino

Non si può confondere un fenomeno di devozione 
popolare con eventi storici contemporanei

Il sangue di San Gennaro è un elemento imprescindibile della tradizione religiosa popolare ed è un elemento della cristianità a un livello collettivo, che supera i confini di Napoli e della Campania. Ma come tale deve essere affrontato. Non bisogna, infatti, associare in maniera troppo insistente – è la Chiesa stessa a essere prudente da questo punto di vista – cause ed effetti rispetto alla ripetizione di quello che viene definito «miracolo» ma che, con lo sguardo della razionalità, può essere spiegato con una serie di fenomeni della chimica e della fisica, rari, concomitanti e, per questo motivo, affascinanti.

Ma non c’è alcun rapporto tra il mancato ripetersi di quello che per brevità chiameremo miracolo e tragedie della storia contemporanea. 

Nella giornata di ieri – su gran parte dei siti di news (esempi come il Fatto Quotidiano, l’edizione online del MattinoNapoli Today e altri siti e blog dal grande pubblico come Greenme) – e oggi sulle prime pagine dei quotidiani in edicola (ancora Il Mattino e Il Giornale, ad esempio) si è dato ampio spazio alla notizia.
Nei siti di news si cercava di intercettare il pubblico di chi fa ricerche su Google attraverso titoli SEO che contenessero la stringa “cosa succede se il sangue di San Gennaro non si scioglie” … leggi tutto

Su Parler torna la “caccia” a Hillary Clinton: “Non è ancora stata arrestata” (giornalettismo.com)

Sul "Twitter" della destra riesplode la campagna 
contro l'ex candidata alla Casa Bianca al grido 
di "Lock her up"

“Lock her up (rinchiudetela, ndr)“. Riparte al grido reso famoso da Trump nel 2016 la campagna anti Clinton su Parler. Crescono infatti i post sul ‘Twitter di destra” che chiedono perché l’e segretario di Stato e candidata democratica “non sia ancora stata arrestata”.

Non sono chiari i motivi per cui Hillary Clinton dovrebbe finire in galera, ma è chiaro il riferimento al grido che ha caratterizzato la campagna elettorale del 2016.

La campagna anti Clinton su Parler e il legame con complottisti e QAnon

La campagna anti Clinton su Parler riparte proprio in contemporanea con la progressiva perdita di peso delle accuse di brogli lanciate e mai provate da Trump. Se la nuova teoria del complotto perde quota i fedelissimi di Trump e del complottismo più assurdo si rivolgono dunque alla fonte madre, quella Hillary Clinton che è stata forse la prima vittima delle paranoidi accuse dell’ultra destra americana.

Una delle accuse è quella del “Clinton body count” la teoria portata avanti da vari membri della destra Usa, tra i quali l’editore di Newsmax, Christopher Ruddy, secondo la quale i Bill e Hillary Clinton avrebbero ucciso una cinquantina dei loro collaboratori.

Voci assurde e smentite in maniera netta e definitiva da varie inchieste giornalistiche, che hanno scoperto che, per esempio, molte delle presunte vittime erano invece ancora vive, ma che sono state rilanciate negli ultimi anni nel circuito dei fedeli di QAnon e simili … leggi tutto

È ora di dare una direzione al digitale (ilsole24ore.com)

La crisi Covid-19 ha promosso la digitalizzazione 
di molti aspetti della nostra vita quotidiana in 
tutta Europa: dallo smart working all’istruzione 
a distanza e all’uso di piattaforme digitali per 
la consegna del cibo. 

Strumenti e dati digitali stanno giocando un ruolo importante nella risposta sanitaria a Covid-19, dal tracciamento del virus con app di tracciamento dei contatti all’uso dei dati per identificare epidemie e valutare l’impatto sui posti di lavoro e sull’ambiente.

Più la digitalizzazione avanza, più dobbiamo darle una direzione. Il momento per farlo è adesso.

Oggi la Commissione europea presenterà la sua legge sui servizi digitali (Digital Service Act) una sorta di nuova costituzione per la digitalizzazione in Europa con, un percorso verso «un’Europa adatta all’era digitale». Ne fanno parte la nuova normativa per piattaforme, contenuti digitali e dati. I dati sono la materia prima dell’economia digitale e un uso intelligente dei dati è di grande interesse pubblico.

Per riguadagnare il controllo democratico, saranno necessarie regole rigide come regole antitrust più rigorose per le piattaforme digitali che colleghino il diritto della concorrenza, privacy e gestione dei dati, modelli di governance come i data trust, imponendo alle aziende di condividere i dati con i rivali e la promozione dello sviluppo di tecnologie decentralizzate e che tutelano la privacy … leggi tutto

C(r)ashback (diario.world)

 di Gregorio Dimonopoli
Trasformare una buona idea in una sciocchezza.
1. Come fai ad autorizzare una transazione se non hai un secondo dispositivo invece dallo stesso smartphone (inserimento OTP autorizzativo)?
2. Perche’, oltre ai numeri delle carte, devo concedere anche il codice sicurezza anche per la carta di credito?
3. Stanno testando l’app da 2 anni e adesso rompono gli zebedei sul numero degli accessi?
4. Mai vista tanta ansia. Come mai non c’era la stessa con Immuni, levando scudi contro la presunta violazione della privacy? Il pelo ipocrita cresce
5. GOVERNO DISCRIMINATORIO. Perche’ tagliare fuori altre Persone dall’idea buona ma non praticabile per chi non ha connessione privata?
6. Gli imbecilli, di cui sopra al punto precedente, potevano rendere semplicemente accessibile la procedura attraverso la tessera sanitaria per tutt*. Recandosi presso un CUP, o altro servizio di accettazione pubblico, e si poteva dichiarare la propria carta credito o bancomat.
Battaglie sfigate contro l’evasione

Non vediamo gente indignata per la privacy quando si tratta di cashback di Natale (giornalettismo.com)

di Gianmichele Laino

Eppure, i dati personali da inserire sono tanti

A partire da ieri, 7 dicembre, con un aggiornamento dell’app IO della Pubblica Amministrazione, è possibile accedere al programma Cashback Natale, che prenderà il via a partire dalla giornata di domani, 8 dicembre e che prevede un rimborso massimo del 10% di tutti gli acquisti effettuati con moneta elettronica in negozi fisici da parte dei cittadini italiani. Il sistema dell’app IO della Pubblica Amministrazione è già – come al solito – sovraccarico, dal momento che in tanti stanno cercando di aderire al programma e di inserire i propri metodi di pagamento da collegare al tracciamento del cashback.

Cashback Natale, non c’è nessuna crociata contro la privacy?

Una previsione che era stata fatta dalla stessa Pubblica Amministrazione che, nelle FAQ e nelle istruzioni che hanno preceduto questa ennesima giornata difficile del digitale istituzionale italiano, avevano già anticipato la possibilità che, soprattutto nelle prime ore del 7 dicembre, ci sarebbero potuti essere problemi con il caricamento delle modalità di pagamento da associare all’app.

Tuttavia, non vediamo persone indignate per questo tipo di cessione dei propri dati personali. Ricordate il clamore che c’è stato con app Immuni? Eppure, in quella circostanza non erano entrati in ballo né geolocalizzazioni, né tantomeno cessione di estremi di pagamento (come IBAN e numero dei propri strumenti di pagamento elettronico). Però sui social network e nel dibattito pubblico era tutto un gridare alla violazione della privacy, che non poteva in alcun modo contrastare con il diritto alla salute … leggi tutto