Bologna – Covid-19 e senza tetto, Avvocato di strada: «Basta multe, curateli e proteggeteli» (gazzettadibologna.it)

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«Dovete restare a casa!». 

A urlarlo un uomo ad una donna senza fissa dimora che chiedeva qualcosa da mangiare alla porta dell’oratorio di Santa Cecilia e Valeriano di Bologna. Ma ovviamente un senza fissa dimora la casa dove andare non ce l’ha. Nel vortice dei divieti di questa quarantena, dunque, i primi a rimetterci sono sempre gli “ultimi”, i più deboli, perché di fronte a questa emergenza non siamo sempre tutti uguali.

C’è chi ha una casa per curarsi e proteggersi e chi no. Infatti, da giorni, sono già numerose le multe fatte in alcune città d’Italia alle persone che non hanno un tetto dove andare che non avrebbero rispettato l’obbligo di restare in casa.  

Come se non bastasse, associazioni e realtà pubbliche che si occupano quotidianamente di dare assistenza, cibo, coperte e letti per dormire, si sono trovate costrette a rimodulare, e in alcuni casi anche a sospendere temporaneamente, i servizi offerti a queste persone per non creare situazioni che favoriscano il contagio.

È questo il caso di Bologna, come ci dice Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di Strada. Nel capoluogo emiliano i volontari stanno continuando a offrire i loro servizi seppur con modalità differentileggi tutto

Zuppi: «I movimenti vanno nella direzione giusta, sono indispensabili» (ilmanifesto.it)

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Intervista. Il vescovo di Bologna Matteo Zuppi: la solidarietà è un principio costitutivo della Ue. È una scelta decisiva per la sua credibilità. Dobbiamo ricostruire con passione un mondo migliore e più giusto per tutti, perché è il contrario della pandemia che dobbiamo scegliere

Vescovo di Bologna dal 2015 e recentemente creato cardinale, Matteo Zuppi si è fatto conoscere per la semplicità e l’acume della sua pastorale, da sempre molto attenta alle problematiche sociali.

Quattro anni fa ci siamo trovati insieme al centro sociale Tpo per commentare i discorsi tenuti da Bergoglio ai movimenti popolari, in occasione dei tre incontri mondiali che si sono svolti in Vaticano e in Bolivia dal 2014 al 2016.

La domenica di pasqua il papa è tornato a rivolgersi ai movimenti con una lettera di denuncia degli effetti della crisi pandemica sui settori più deboli della società: i migranti, i precari, i cartoneros, i lavoratori nell’economia informale. Nella sua analisi sociale della crisi il papa ha suggerito di mettere in campo una «forma di retribuzione universale di base». Una proposta che ha incontrato il sostegno dei movimenti, e che sembra modificare lo scetticismo che la Chiesa aveva manifestato in passato.

Cardinale, si può parlare di un aggiornamento della dottrina sul lavoro?

Nella sua lettera il papa ha in mente l’azione dei movimenti popolari e il problema dei lavoratori “informali”, senza garanzie, eppure fondamentali, soprattutto nel contesto latinoamericano. Il principio da cui muove il pontefice è che nessun lavoratore deve rimanere senza diritti. È chiaro che in questa prospettiva la quarantena, che è già insostenibile per chi vive in condizioni di precarietà e non ha tutele legali, diventa del tutto inaccettabile nella ricerca di una società più giusta … leggi tutto

Il lockdown della sinistraNon solo non ha abolito i decreti sicurezza, sull’immigrazione il governo ha sposato la linea Salvini (linkiesta.it)

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Dodici persone sono morte su un barcone alla deriva, nonostante fosse stato individuato da giorni. Neanche le proteste di un gruppo di parlamentari ha scosso la maggioranza, ormai completamente grillizzata

In questi giorni il governo ha preso una decisione molto importante, forse la più importante di tutte, senza che se ne sia discusso da nessuna parte. Di fatto, in nome dell’emergenza coronavirus, ha abbandonato anche quel minimo di ipocrisia che ancora consentiva di accreditare una qualche differenza, almeno di principio, tra le parole d’ordine di Matteo Salvini e la linea della nuova maggioranza in tema di immigrazione, sicurezza e diritti umani.

Lo testimoniano i tragici fatti degli ultimi giorni, culminati nella denuncia dell’Ong Alarm Phone, secondo cui dodici persone sono morte di sete, o per annegamento, su un barcone, nonostante fossero state individuate da diversi giorni. Abbandonate al loro destino – secondo il rapporto pubblicato da Alarm Phone in collaborazione con Sea Watch e Mediterranea – dall’agenzia europea Frontex e dai governi di Malta, Italia, Germania e Portogallo (mentre cinquantasei superstiti sarebbero stati riportati dai maltesi in Libia) … leggi tutto

Covid-19: attenzione alle violenze domestiche. L’allarme delle Ong (euronews.com)

di Cecilia Cacciotto  & rayan thompson

La cattività imposta dal coronavirus 
rallenta la corsa dell'epidemia ma non 
mette il freno agli abusi domestici.

Anzi esaspera situazioni di sofferenza psicologica e fisica in alcuni casi. Migliaia sono le vittime, soprattutto donne, che in una situazione di isolamento corrono ancora maggiori rischi, come sottolinea anche Suzanne Jacob di SafeLives.

“Gli abusi domestici rientrano nel quadro più ampio di quello che è potere e controllo. Solitamente c’è qualcuno che cerca di limitare chi sei, come sei, cosa puoi fare. E ovviamente questa situazione porta all’esasperazione tutti questi aspetti”.

La violenza dentro le mura domestiche non è cessata con il confinamento, e Italia e Spagna hanno registrato nuove vittime. Lorena Quaranta aveva 27 anni e una laurea in Medicina quasi in tasca, quando all’inizio di aprile il fidanzato l’ha uccisa.

In Francia i femminicidi sono aumentati del 30% nei primi giorni di confinamento, con il numero maggiore di casi a Parigi … leggi tutto

I lavoratori invisibili che tengono vive le nostre città (corriere.it)

di Venanzio Postiglione

Sui medici, gli infermieri, tutto il 
personale sanitario, si è scritto e non 
si scrive mai abbastanza. 

Ma c’è la lista (lunga) di chi combatte e non appare. L’edicolante che si sveglia all’alba per vendere i giornali. La cassiera che fa i turni come nulla fosse. I volontari, spesso giovani, in giro a portare la spesa agli anziani

Come se il rumore, sulle rotaie, fosse cento volte più forte. Perché piazza Cordusio, il luogo più frenetico di Milano, è una specie di deserto. Arriva il tram. Nessuno a bordo, nessuno in giro, nessuno in attesa per salire. E l’autista, da solo, si ferma, apre e richiude le porte, riparte. Sembra scontato. Ma è una sorta di metafora (bellissima) dei nostri giorni: il dovere per il dovere. A prescindere. Il tranviere che fa il suo lavoro con pochissimi passeggeri (autorizzati) o neppure un’anima.

E poi il poliziotto che sorveglia piazza Duomo senza nessuno, ma proprio nessuno, come nelle cartoline dei monumenti che avevano i nonni. L’addetto alle pulizie che spazza la Galleria, avanti e indietro, tanto che alla fine sembra veramente un salotto. Il tassista che sta lì per aspettare il cliente, non si sa mai. Una fetta di città che tiene viva la città: comunque. A Milano, in tutta Italia … leggi tutto

Covid-19 ed emergenza sanitaria: è fondamentale proteggere i diritti e la salute di migranti e rifugiati (valigiablu.it)

di Claudia Torrisi

I pericoli e le difficoltà dell’emergenza 
Coronavirus – e delle misure che l’accompagnano 
– rischiano di essere ancora maggiori per 
migranti e richiedenti asilo stipati nei grandi 
centri, finiti fuori dai percorsi di accoglienza 
o ammassati in insediamenti informali nelle città 
o nelle campagne. 

Luoghi in cui è particolarmente complicato rispettare misure igieniche e distanziamento sociale e dove spesso mancano strumenti di protezione, senza contare la difficoltà ad accedere al servizio sanitario per chi è sostanzialmente invisibile.

Mercoledì un comunicato congiunto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e Organizzazione mondiale per la sanità (OMS) ha ricordato che “migranti e rifugiati sono vulnerabili in modo sproporzionato rispetto al rischio di esclusione, stigma e discriminazione, in particolare quando privi di documenti”, richiamando i governi ad adottare “un approccio inclusivo capace di proteggere i diritti alla vita e alla salute di ogni singolo individuo” per “scongiurare una catastrofe” e contenere la diffusione del virus: “È di vitale importanza assicurare che tutti, migranti e rifugiati compresi, possano accedere in modo paritario ai servizi sanitari e siano inclusi efficacemente nei piani nazionali di risposta all’emergenza COVID-19, incluse le misure di prevenzione e la possibilità di sottoporsi a esami clinici e terapie … leggi tutto

ActionAid lancia la piattaforma comunitaria dei bisogni (vita.it)

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Il portale covid19italia.help, sostenuto da 100 civic hacker volontari, mappa i bisogni matchandoli con risposte concrete di aiuto. Spazio anche alla verifica delle fake news. Ad oggi sono 700 le segnalazioni già processate

È online covid19italia.help la piattaforma comunitaria di attiviste e attivisti volontari sostenuta e promossa da ActionAid.

Una mobilitazione di decine di persone che si sono messe a disposizione nelle ultime ore per fare la propria parte nella gestione dell’emergenza italiana del Covid19.leggi tutto

Panni sporchi (1980)

Regia: Giuseppe Bertolucci. Casa di produzione: 
Unitelefilm. Anno: 1980

Film girato nel febbraio 1980 tra gli emarginati che popolano la stazione Centrale di Milano. La sua struttura è quella alfabetica di un dizionario a voci: da “alba” a “violenza”. Ogni voce è incentrata e “rappresentata” dai vari personaggi che vivono in quello spazio franco dei “senza fissa dimora” che è la stazione di una grande città: l’alcolizzato, la prostituta, l’handicappato, il drogato, l’omosessuale, il “suonato”.

Questi personaggi si mostrano, “recitano”, dimostrano il loro essere – ancora e da sempre – persone, soggetti sociali … Scheda integrale: https://goo.gl/RwpVw