L’omelia di Francesco nella giornata per i poveri. “Non basta l’etichetta per essere credenti” (articolo21.org)

di Riccardo Cristiano

Da quando c’è Papa Francesco non è inusuale sentir 
parlare di poveri durante le celebrazioni a 
San Pietro. Anzi, poveri, discriminati, perseguitati, 
detenuti, sono divenuti soggetti citati con frequenza. 

Questo può aver giustificato un po’ di disattenzione all’omelia di Francesco in occasione della prima giornata mondiale per i poveri. Eppure questa distrazione è grave, perché come spesso accade Bergoglio ha pronunciato un discorso sorprendente, dal profondo valore culturale. E cosa avrebbe detto di così importante sui poveri? Non c’era bisogno neanche di seguire tutta l’omelia per arrivarci, dato che la prima affermazione sulla quale soffermarsi è arrivata subito. “Oggi, nel Vangelo, Gesù sorprende i suoi contemporanei e anche noi.

Infatti, proprio mentre si lodava il magnifico tempio di Gerusalemme, dice che non ne rimarrà «pietra su pietra» (Lc21,6). Perché queste parole verso un’istituzione tanto sacra, che non era solo un edificio, ma un segno religioso unico, una casa per Dio e per il popolo credente? Perché queste parole? Perché profetizzare che la salda certezza del popolo di Dio sarebbe crollata? Perché, alla fine, il Signore lascia che crollino delle certezze, mentre il mondo ne è sempre più privo?

Cerchiamo risposte nelle parole di Gesù. Egli oggi ci dice che quasi tutto passerà. Quasi tutto, ma non tutto. In questa penultima domenica del Tempo Ordinario, Egli spiega che a crollare, a passare sono le cose penultime, non quelle ultime: il tempio, non Dio; i regni e le vicende dell’umanità, non l’uomo. Passano le cose penultime, che spesso sembrano definitive, ma non lo sono.” Capito? Le cose penultime … leggi tutto

Parlare di diversità umana (iltascabile.com)

di

Il Manifesto della diversità e unità umana, contro 
l'errore sociale, scientifico e culturale del razzismo.

Comunicare saperi, stimolare riflessioni e confrontare punti di vista sulla diversità umana è oggi un compito tutt’altro che semplice. Il problema non sta tanto nella profondità delle conoscenze, quanto in ciò che accade nel mondo in cui viviamo.

Le persistenti difficoltà economiche, e i primi effetti della crisi ambientale, hanno da tempo generato rilevanti flussi migratori dai paesi più poveri e politicamente instabili verso le nazioni più ricche, senza che quest’ultime siano riuscite a sviluppare politiche efficaci per l’integrazione. Questa situazione si inserisce in un quadro globale di forte crescita delle disparità economiche, a causa della quale strati crescenti della popolazione, anche nel mondo occidentale, si trovano in situazione di disagio economico se non di povertà.

Insieme, questi fattori hanno creato un terreno di crescita ideale per la diffusione, in Italia e altrove, di atteggiamenti, ideologie e forme politiche che identificano strumentalmente nei migranti la causa principale dei molti problemi irrisolti sul piano sociale ed economico … leggi tutto

La preside che ha trasformato la scuola peggiore d’Italia in un simbolo di bellezza (rollingstone.it)

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A Caivano, una delle peggiori piazze di spaccio del Paese, Eugenia Carfora – ospite alla Fondazione Feltrinelli per il lancio di "Stagione Alternativa" – ha dimostrato che la bellezza è la vera alternativa all'illegalità

Eugenia Carfora è la preside dell’Istituto Morano, scuola “di frontiera” costruita in una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa: il Parco Verde di Caivano, un complesso costruito negli anni ’80 a pochi chilometri da Napoli.

Qui, tra i casermoni “con i buchi nei muri e le armi sugli alberi”, il tasso di dispersione scolastica è tra i più alti d’Italia e la maggior parte dei giovani proviene da famiglie disastrate dalla droga e dalla camorraleggi tutto

Io, professore e i miei studenti schiavi dell’azzardo (il mattino)

di Davide Morganti

La geografia, i miei alunni, l’hanno imparata non sulle cartine geografiche ma nei centri di scommesse sportive, consultando per ore fogli dove sono stampate decine e decine di partite di calcio internazionale – che include anche incontri e campionati del tutto sconosciuti – con vari tipi di giocate e quote; c’è chi passa interi pomeriggi in questi posti a scrivere, cancellare e riscrivere risultati possibili o forse improbabili.

Molti alunni conoscono città ucraine, norvegesi, moldave, uzbeke perché puntano sulle loro squadre, in classe sarebbe il caso, dunque, di sostituire la mappa geografica (casomai ci fosse) con un tabellone di scommesse da cambiare ogni settimana.

Talvolta succede che citino un fatto storico avvenuto in un luogo, che so, della Germania e lo colleghino ad uno scontro di sedicesimi di finale di Coppa, per esempio, che richiama la località studiata … leggi tutto

Il calcio salvato dalle ragazzine (doppiozero.com)

di Daniele Martino

Dal 7 giugno al 7 luglio 2019 si è svolta in Francia la FIFA Women’s World Cup, il campionato mondiale di calcio femminile. Ne avrete sentito tutti parlare perché, a differenza della nazionale maschile dello sport più popolare in Italia, che non si è qualificata all’ultimo Mondiale, le azzurre invece al Mondiale ci sono andate.

Non sboccia un fiore se qualcuno molto tempo prima non sceglie un campo, non comincia ad ararlo, seminarlo, concimarlo, ed effettivamente il successo sportivo e civile di queste atlete è cominciato qualche anno fa, quando la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha capito che c’era qualcosa che non andava più nel nostro sistema.

Il modo di preparare i giovanissimi calciatori non funzionava più, perché poi i calciatori professionisti di serie A hanno cominciato a non essere i più forti in Europa e nel Mondo, le società più ricche hanno lasciato loro sempre meno spazio nelle prime squadre ai giovani italiani, e in generale i tesseramenti complessivi nelle scuole calcio hanno cominciato a calare, lentamente, ma inesorabilmenteleggi tutto

Sgombero XM24. Non c’è una sola verità (diario.world)

di Gregorio Dimonopoli 

Proverei a ragionare con calma, lasciando 
da parte le ennesime contrapposizioni 
preconcette e. soprattutto, se non si 
conoscono le situazione/zona di persona.

E non mi fido di chi non abbia mai dubbi. Elemento ormai trascurato in tante arene on line (vedi sotto). Premettendo che sono nato e cresciuto nella zona ben sessant’anni fa, ritengo siano da mettere in fila informazioni concrete e non supposizioni o peggio.

Questo spazio fu occupato. Leggi tutto “Sgombero XM24. Non c’è una sola verità (diario.world)”

Mediazione di comunità a Bologna (GD 2001 – Edizioni Centro Studi Erickson, Trento) (diario.world)

di Gregorio Dimonopoli

Buone prassi (Lavoro Sociale, Novembre 2001) – Prevenzione e inclusione sociale sul territorio

Premessa
Il Servizio di Mediazione di Comunità è stato incluso nelle attività di Nuova Sanità Cooperativa Sociale dal 1999. Questa nuova esperienza si è naturalmente collocata nell’area della prevenzione e dell’esclusione sociale, nella quale, da anni, altri nostri servizi operano sul territorio della città a favore di persone che versano in stato di difficoltà o di povertà estrema (senza fissa dimora, tossicodipendenti, immigrati).

Questa collocazione ha inoltre rappresentato un ulteriore rafforzamento di una primaria rete interna alla stessa cooperativa, consentendo peraltro un significativo rafforzamento anche dei rapporti con le istituzioni e i loro servizi presenti nei territori (d’ora in poi definiti, indicativamente, quartieri).

L’arricchimento della rete dei nostri servizi presenti nella città ha comportato, segnatamente, anche un’ulteriore arricchimento di confronti e scambio di metodologie tra gli stessi coordinatori e gli operatori di esperienze d’intervento su fronti di prima linea nel sociale; buone prassi, queste, sperimentate in un campo sempre estremamente delicato quale è quello delle pratiche di contenimento di forme di burnout professionale … (leggi tutto nel PDF) Mediazione di comunità a Bologna 2001