Che brutta aria (corriere.it)

di Massimo Gramellini

Il caffè

Il gestore del cinema milanese che si rifiuta di proiettare il film su Liliana Segre per paura che gli danneggino il locale.

L’albergatore di Selva di Cadore che cancella la prenotazione di un gruppo di clienti israeliani, ritenendoli «responsabili di genocidio» per il solo fatto di essere israeliani. Ma che cosa sta succedendo? Se tornasse in vita Primo Levi verrebbe chiamato a rispondere dei fatti di Gaza?

Qui non sono più soltanto i centri sociali o i comitati studenteschi, e nemmeno gli ultrà di calcio o gli estremisti islamici. Qui c’è un umore diffuso nella società civile che associa ogni ebreo alle azioni del governo d’Israele. Non mi risulta che si applichi lo stesso metro ad altri popoli.

Chi considera Putin un criminale di Stato non estende indiscriminatamente quel giudizio a tutti i russi e i pochi che lo fanno (ricordate la cancellazione del seminario su Dostoevskij?) diventano subito oggetto di barzellette.

In questi giorni, tantissimi europei stanno manifestando disprezzo e finanche odio per Trump, eppure non si ha notizia di gestori spaventati all’idea di proiettare un film su qualche eroe americano o di albergatori che sbattono la porta in faccia ai turisti provenienti da New York.

Così come è assurdo dare dell’antisemita a chiunque denunci gli obbrobri di Gaza, è altrettanto folle scaricare su ogni ebreo le responsabilità di Netanyahu. Si tratta di ovvietà, lo sappiamo bene.

Ma allora perché la cronaca ci costringe a scriverle?

La pericolosa battaglia contro la scienza (corriere.it)

di Aldo Grasso

Padiglione Italia

Sospetti. Il clima negli Usa tra bizzarre teorie del complotto e accuse ai vaccini

Uno potrebbe dire: affari loro.

Ma se l’attivista no vax Robert F. Kennedy Jr. viene nominato segretario del Dipartimento della salute degli Usa rischia di diventare anche affare nostro.

L’erede degenere dei Kennedy è uno che ha strizzato l’occhio alla «cospirazione aliena», uno che ha scritto un libro contro Anthony Fauci, accusandolo di aver cospirato con Bill Gates e le case farmaceutiche per vendere i vaccini contro il Covid-19, uno che sostiene di essere stato schiavo di «impulsi selvaggi» riguardo al sesso, uno svalvolato che voleva scuoiare un orsetto. Uno così fa paura.

Il timore è che non faccia paura a tutti. Anche i nostri no vax, che speravamo essere in quiescenza, riprenderanno coraggio, daranno credito alle più disparate teorie del complotto, mineranno ancora la fiducia nella scienza, ignorando che i vaccini hanno salvato la vita a tantissime persone e stanno continuando a salvarne. Se si mette in discussione il principio scientifico della immunizzazione si torna indietro nel buio del tempo.

La democrazia rudimentale dei Trump e l’eccitazione dei loro follower sanno tanto di ritorsione, un bisogno di trovare qualcuno su cui riversare il fanatismo del peggio, qualcuno su cui vendicarsi delle proprie inadeguatezze.

Ma la battaglia contro la scienza potrebbe rivelarsi la più pericolosa. E non c’è vaccino.