Davide Serra con Renzi contro il reddito di cittadinanza: “Aspetto il referendum” (lanazione.it)

di DAVID ALLEGRANTI

Il finanziere si schiera con il leader di 
Italia viva. 

Secondo l’Inps, nei primi sei mesi del 2021 i nuclei beneficiari di almeno una mensilità sono già 1,6 milioni per un totale di 3,7 milioni di persone coinvolte e l’importo medio mensile erogato è crescente nel tempo

Sul reddito di cittadinanza il finanziere Davide Serra si schiera con Matteo Renzi. Un tempo, su Twitter, menava fendenti contro misure da lui considerate parassitarie. Oggi non è più su Twitter (troppe polemiche a quanto pare) ma non smette comunque di dire la sua.

Specie su un tema caldissimo come il reddito di cittadinanza: “Aspetto il referendum per votare”, dice alla Nazione Serra, uno che non è mai stato tenero con i Cinque stelle, principali sostenitori del sussidio introdotto nel 2019: “Usano la parola popolo per aumentare disoccupazione e distruggere crescita e fiducia e finanziano tutto solo con debito”, ha detto una volta Serra al Foglio parlando degli acerrimi avversari a Cinque stelle.

“Il loro unico obiettivo è ciulare uno stipendio che nessuno gli darebbe nel settore privato. Nessuno dei Cinque stelle prenderà mai più uno stipendio come quello da politico il giorno in cui se ne torneranno a casa”.

A ciascuno il suo reddito di cittadinanza, insomma, pensava (e pensa tuttora) Serra per il quale quella misura va abolita tramite referendum, come chiede oggi Renzi: “Nel 2022 vorrei che l’Italia potesse decidere se continuiamo con questo fallimento o se questi soldi li mettiamo per cose che servono: soprattutto per riqualificare il lavoro delle persone”, ha detto nei giorni scorsi il capo di Italia viva: “Quindi faremo questa raccolta di firme.

Mi piace pensare che chi di referendum ferisce di referendum perisce. Il M5s ha vinto contro di me quello sulla Costituzione, ora credo che gli italiani abbiano diritto di esprimersi se vogliamo andare avanti sui sussidi o sul lavoro” … leggi tutto

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Le parole sbagliate di Saviano. Non si sconfigge la mafia calunniando la famiglia (avvenire.it)

di Maurizio Patriciello

Maria Licciardi, chi è costei? 

Roberto Saviano, in un articolo apparso sul ‘Corriere della Sera’, la fa conoscere anche a chi di malavita organizzata non s’interessa troppo. Licciardi, infatti, è una boss della camorra napoletana. Una criminale «più pericolosa di Matteo Messina Denaro», la descrive Giuseppe Misso, collaboratore di giustizia.

Una donna intelligente, scaltra, sanguinaria, che insieme ai fratelli ha sparso terrore e sangue. Arrestata, scarcerata, latitante, riacciuffata pochi giorni fa. Una storia squallida la sua, come quella di tutti gli affiliati. Una vita passata ad arraffare e accumulare illecitamente tanto denaro di cui mai potrà goderne. Giornate vissute tra rabbia, odi, ipocrisie, menzogne, incubi di finire al 41bis o di essere ammazzata.

Una vita sprecata, quella di Maria. Saviano scende nei dettagli e di lei ci fa conoscere parentele, amicizie, inimicizie, alleanze e tante altre noiosissime cose. Dico noiosissime perché, in fondo, le dinamiche della camorra sono sempre le stesse. Si fanno accordi, si litiga, si tradisce, ci si ‘scinde’, si uccide, si viene uccisi.

Le alleanze si disfano, gli amici diventano nemici, i capi invecchiano, i giovani come puledri scalciano. E iniziano le guerre. Guerre intestine che sovente sono note solo agli adepti e agli inquirenti; altre volte, invece, esplodono all’esterno e coinvolgono tutto e tutti. Un uragano. Sono quelli i momenti in cui la camorra si fa più violenta ma anche più stupida e fragile. Alla base di tutto ci sono la bramosia per il denaro e per il potere.

I camorristi ne vanno pazzi. Li cercano, li vogliono, li bramano. E quando li hanno ottenuti precipitano in quel delirio di onnipotenza che si rivelerà il loro tallone di Achille. Denaro e potere, come due vecchi compari ubriachi, si tengono per mano, barcollano, si abbracciano, si sorreggono. Stanno o cadono insieme.

L’uno è causa ed effetto dell’altro. Le mafie sono uno dei cancri – non il solo – della nostra società … leggi tutto

(Bermix Studio)

Reddito di cittadinanza, il 36% va a famiglie sopra la soglia di povertà (corriere.it)

di Enrico Marro

Se da un giorno all’altro si abolisse il 
Reddito di cittadinanza (Rdc), 

l’Italia tornerebbe ad essere l’unico Paese europeo a non avere uno strumento di lotta universale alla povertà. Strumento che la commissione Ue sollecitava all’Italia già ben prima che i 5 stelle ne facessero un cavallo di battaglia. Forse anche per questo il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che lui «il concetto alla base del Reddito di cittadinanza» lo condivide.

Del resto, la pandemia ha reso evidente che almeno una parte di vecchi e nuovi poveri si è tenuta a galla anche grazie a questa misura. Che, dice l’Istat, ha concorso, insieme con il Reddito di emergenza (Rem), la cig in deroga e altri strumenti, a ridurre — di poco, per la verità — «il valore dell’intensità della povertà assoluta», cioè quanto la spesa media mensile delle famiglie povere è al di sotto della linea di povertà, insomma «quanto poveri sono i poveri». Valore sceso dal 20,3% del 2019 al 18,7% del 2020, 1,6 punti in meno.

La povertà è aumentata

Ma questo non significa che il Rdc funzioni bene. Anzi. I dati dicono che, nonostante il Reddito e la Pensione di cittadinanza interessino 1,3 milioni di famiglie per complessivi tre milioni di persone, nel 2020 le famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè non in grado di acquistare un paniere di beni e servizi sufficiente a «uno standard di vita minimamente accettabile» (definizione Istat), sono aumentate da un milione 674 mila a due milioni, il che equivale a un milione di poveri in più: da 4,6 a 5,6 milioni.

Certo, c’è stata la pandemia, ma siamo ben lontani dall’«abbiamo abolito la povertà» urlato dall’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi il 27 settembre 2018.

Normale, quindi, che l’attuale ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) abbia costituito un Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, presieduto da Chiara Saraceno, che a ottobre consegnerà le sue proposte … leggi tutto