Rai: Borghi, ‘da M5S attacco sguaiato a Boschi’ (adnkronos)

"L'attacco sguaiato e sul piano personale 
-nel pieno stile della ditta pentastellata- a 
Maria Elena Boschi non sposta di una virgola il 
tema, che lei ha sviscerato in commissione 
di vigilanza: 

la Rai è corsa in soccorso per il salvataggio economico-finanziario del gruppo mediatico di Marco Travaglio & C”.

Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.

“Quelli che hanno passato una vita a giurare che non avrebbero mai preso soldi pubblici (e ora occupano la Tv di Stato -oltre che quelle private- con i loro opinionisti), oggi si sono messi in coda per godere delle provvidenze pubbliche che la politica della destra lascia cadere. In Rai, quindi – aggiunge Borghi – funziona così: si silenziano gli autori scomodi, si censurano i giornalisti e le giornaliste con la spina dorsale, e poi si salvano le società che producono la linea editoriale di un finto partito di opposizione, che esprime il presidente della vigilanza, e che lottizza alla grande come manco nella Prima Repubblica (che almeno sapeva cosa fosse la politica). Potete urlare e attaccarci sul piano personale finché volete: ma i fatti, come diceva quel tale, hanno la testa dura. E quelli del Fatto (e vostri) sono sotto gli occhi di tutti”.

 

La Rai è un Travaglio. La staffetta Fatto-M5s per sostituire Repubblica e Pd (ilfoglio.it)

di CARMELO CARUSO

LA LOFTIZZAZIONE

Format televisivi da vendere, intese politiche. La Rai di Meloni chiede aiuto ed è pronta ad acquistare i programmi prodotti dalla società del quotidiano. Tra i volti, Gomez, Sommi e Lucarelli

Se gli Angelucci amano davvero Meloni devono comprarle il Fatto. Per i format ci pensa la Rai. Peter Gomez ha già venduto le sue “Confessioni” a Rai 3, Luca Sommi è corteggiato più di Bonolis, Andrea Scanzi, anni fa, è stato perfino provinato per “Mi Manda Rai Tre”.

Perché il M5s sulla Rai tace? Perché Giuseppe Conte sorride? Perché legge i fondi di Marco Travaglio dove viene spiegato che la Rai di Meloni è nulla rispetto alla Rai di Silvio Berlusconi, che i ciucci di Meloni non hanno le qualità degli antennisti del Cav., e che dunque tutto il resto è “noia”. Tace, perché è la volta buona per sostituire  il Pd, e quel che resta di Repubblica, in Rai, poco, con M5s e  Fatto.

Tace, perché grazie a quest’opera di “pulizia” televisiva si può stringere un’invincibile intesa tra cugini di vaffa, nipoti di forca, bisnonni di moschetto. La destra intelligente lo dice: “Travaglio difende Meloni meglio di Sechi”, così come Selvaggia Lucarelli è più temuta di Lilli Gruber, una che ora sputacchia  Mentana (Nove lo attende) e sul Tg La7, il tg che le mette in piega gli ascolti.

I dirigenti Rai si allargano: “Il Fatto è una fucina di volti. Sommi con il suo Accordi e Disaccordi è perfetto per la Rai”. Mediaset ha già infarcito i palinsesti con il Fatto, la Rai di Meloni  vuole subaffittargli  il meteo. Il prossimo talk in prima serata? Lo può condurre Gomez che, dicono in Rai, è “più affidabile di Giletti”.

Lo spazio di Augias? “Ci sarebbe Tomaso Montanari”. Lucio Presta e simili rischiano di incartare il pesce con gli editoriali di Alessandro Orsini, il dottor Stranamore con la colonia.