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Gratteri contro Saviano: sei un cattivo maestro (ildubbio.news)

di

L’anatema del magistrato antimafia. L’accusa del procuratore: «c’è chi dice che vogliamo censurare la cultura. Io invece sono preoccupato, perché i bambini si nutrono di queste porcherie»

“Gomorra” e affini sono diseducativi e rischiano di provocare un effetto “emulazione”. E così, anziché censurare le mafie finiscono per esaltarle, trasfor-mando in eroi coloro che, nella realtà, sono i cattivi.

LE ACCUSE DI GRATTERI
Nicola Gratteri, procuratore capo della Dda di Catanzaro, ancora una volta non le manda a dire. E, così come più volte ha fatto negli ultimi tre anni, punta il dito contro la serie tv nata dalla penna di Roberto Saviano, definito, nemmeno troppo tra le righe, un professionista dell’antimafia, un ingordo … leggi tutto

A Mattarella la diagnosi sul buio informativo (ossigeno.info)

Ossigeno ha consegnato al presidente della Repubblica il rapporto sugli ostacoli alla pubblicazione di informazioni sulla criminalità organizzata

Il 25 luglio 2019 al Palazzo del Quirinale, dopo l’annuale cerimonia del Ventaglio, il presidente di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, ha consegnato al presidente della Repubblica, Sergio Matterella, una copia del rapporto “Molta mafia, poche notizie”. ”Lo leggerò”, ha dichiarato il presidente Mattarella.

Il rapporto evidenza gli ostacoli di diversa natura – editoriale, giornalistica, politica, criminale – che impediscono ai lettori e ai telespettatori di conoscere molte informazioni di grande interesse pubblico … leggi tutto

La mafia “liquida” penetra nell’Unione europea (euronews.com)

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E’ una mafia liquida quella che viene fuori dall’ultimo rapporto della Direzione investigativa antimafia: dal sud Italia si è estesa al nord, in Europa e nel mondo.

Una mafia che si sposta seguendo la crescita economica come spiega a Euronews il direttore della Dia, generale Giuseppe Governale, e guarda con attenzione ad alcuni paesi dell’Unione europea come Malta, Bulgaria, Romania, Slovenialeggi tutto

Palazzolo e il rischio di fare domande (ossigeno.info)

di Raffaella Della Morte

Da una intercettazione pubblicata il 17 luglio 2019 ha appreso che un boss aveva detto al telefono: “Due colpi di legno glieli avrei dati” e la sua protezione era stata rafforzata

L’intercettazione della telefonata nella quale Benedetto Gabriele Miltello e Tommaso Inzerillo (entrambi arrestati a Palermo il 17 luglio 2019, nell’operazione antimafia della polizia) esprimevano risentimento nei confronti del cronista di Repubblica, Salvo Palazzolo, dimostra ancora una volta quanto sia complicato e rischioso fare giornalismo in una terra dove la mafia – con la sua forza intimidatrice – rende imperscrutabili, inaccessibili a qualsiasi domanda alcune persone e i fatti che li riguardano.

I due arrestati avrebbero infatti voluto punire il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo per avere infranto questo divieto implicito … leggi tutto

Falcone-Borsellino, la scatola nera delle stragi del ’92 in un hangar della polizia (ilsole24ore.com)

di Nino Amadore

C’è una “scatola nera” delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio che finora non è stata analizzata compiutamente e che potrebbe dare un contributo importante per comprendere che cosa è accaduto in quei 57 giorni che separano la strage in cui morì Giovanni Falcone il 23 maggio da quella in cui invece venne fatto saltare in aria Paolo Borsellino il 19 luglio.

Quella scatola nera è il “master delle intercettazioni e tutti gli atti del gruppo investigativo Falcone e Borsellino” a quel tempo guidato dal capo della Mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, oggi defunto ma accusato di aver messo in piedi un vero e proprio depistaggio nelle indagini sulla strage di Via D’Amelio grazie anche, ma non solo, al finto pentimento di Vincenzo Scarantino … leggi tutto

Fiammetta Borsellino: «Hanno tradito papà anche da morto» (famigliacristiana.it)

di Nicola Lavacca

La figlia del magistrato ucciso il 19 luglio 1992 ricorda la figura paterna e denuncia i depistaggi. «Per me quella di via D’Amelio fu una strage di stato. Non a caso la sentenza della Corte d’assise di Caltanissetta del 2017 dice che indagini e processi sono stati caratterizzati da gravissime anomalie»

La verità sulla strage di via D’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta è ancora nascosta nel buio fitto di un mistero infinito. Da quella tragica domenica (era il 19 luglio 1992), diventata la data di uno dei più sanguinosi attentati mafiosi, la famiglia del magistrato diventato il simbolo, con Giovanni Falcone, della lotta contro Cosa Nostra, continua a cercare la verità. Una verità disattesa e forse “scomoda”, che sarebbe purificatrice delle coscienze e sedimento civile per onorare il sacrificio di uomini che hanno servito lo Stato … leggi tutto