Due vite di Emanuele Trevi (iltascabile.com)

di

La scrittura è un mezzo singolarmente buono 
per evocare i morti”, scrive Trevi. 

“Consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo ma scriverne”. Il motivo è semplice. Quando scriviamo di un morto, il suo spettro si manifesta con una presenza ingombrante, quasi tangibile, e non in un debole miraggio, come può succedere invece in un sogno, o nel pensiero. In Due vite Trevi evoca così gli amici scrittori Rocco Carbone, scomparso in un lampo, sbattendo con il motorino contro una macchina parcheggiata in doppia fila, e Pia Pera, morta invece lentamente di SLA.

Trevi ricorda le serate e i viaggi passati tutti e tre insieme. Ripercorre le carriere dei due amici, le loro qualità umane e letterarie, le rispettive storie d’amore, i litigi e i lenti riavvicinamenti. Rocco Carbone ne emerge come una persona eternamente insoddisfatta, con un carattere “per niente facile”, ostinato; uno che, da autore, cerca un ordine razionale che nella vita gli sfugge: usa la scrittura come una cesoia per tagliare e levigare la realtà nell’allegoria.

Il suo ultimo libro, L’apparizione, (“quello che per comune consenso si può definire il suo capolavoro”) sarà un romanzo simbolico sul disturbo mentale, la psicosi, la mania bipolare di cui soffriva … leggi tutto

Oltre le distanze, webinar 7: La didattica a distanza per l’inclusione degli studenti con disturbi dello spettro autistico (repubblica.it)

Ancora più in difficoltà di altri BES nella 
didattica a distanza, 

per rendere oggi più inclusivo il setting educativo degli allievi con disturbi dello spettro autistico servono collaborazione con la famiglia, senso di comunità, specifiche strategie di strutturazione.

“Oltre le distanze è un progetto di Fondazione Agnelli, GEDI visual e GOOGLE. In collaborazione con Università di Bolzano, Università di Trento, LUMSA. 

Scopri il progetto

L’Ungheria caccia malati di cancro e amputati dagli ospedali per “fare posto” ai Covid-19 (euronews.com)

di Lillo Montalto Monella  & Redazione ungherese

L'Ungheria ha dato ordine di liberare letti 
per malati Covid-19 negli ospedali pubblici, 
e di conseguenza migliaia di pazienti si sono 
trovati senza cure da un giorno all'altro. 

Si teme che persone con patologie terminali, tumori o altre malattie croniche siano state “buttate fuori”, finendo in strutture alternative o, talvolta a casa dai propri parenti.

La denuncia arriva da Human Rights Watch (HRW). L’Ong raccoglie la testimonianza di un’infermiera, Athina Németh, che si era impegnata a prendersi cura di dieci dei pazienti dimessi. Nove di loro, malati oncologici, sono morti. Uno di questi era stato mandato a casa con una ferita allo stomaco ancora aperta.

Ad inizio aprile, gli ospedali ungheresi hanno ricevuto una lettera dal Ministro delle Risorse Umane, l’oncologo Miklós Kásler, con l’ordine di liberare 36mila posti letto sui 68mila disponibili per fare spazio ai pazienti Covid-19.

L’ordine governativo ha colpito anche pazienti affetti da demenza, che hanno avuto un ictus o recentemente amputati come la signora Ambrózy József, ex infermiera di 80 anni … leggi tutto

Coronavirus, Pancalli: “Per atleti disabili effetto negativo a livello sociale” (vijon.tv)

di Andrea Corti

"Per i nostri ragazzi spesso sport era 
unico momento di inclusione"

“Un primo effetto negativo è sotto il profilo dell’impatto sociale: il nostro associazionismo sportivo di base assolve a un’importantissima funzione sociale. Oggi è la giornata mondiale dell’autismo: per tutti i ragazzi con autismo e disagio intellettivo medio-grave spesso lo sport è l’unico momento che hanno, 2-3 volte a settimana di vivere un momento inclusivo.

Non sappiamo ancora quale sia il danno economico. Il rinvio delle Paralimpiadi significa il sogno infranto degli atleti che stavano per partire. Ma i nostri atleti sono in grado meglio di tutti di rialzarsi … leggi tutto

Disabili non meritevoli di respiratori. Gli Usa si ribellano: valore prezioso (avvenire.it)

di Elena Molinari

Ventisette deputati e cinque senatori hanno chiesto al presidente di tutelare le persone con difficoltà dalla decisione di molti Stati di lasciarli indietro nelle cure. Cuomo: «Chi li sceglierà?»

«Chi sceglierà le 26mila persone che moriranno perché ci avete mandato solo 400 respiratori?». La voce di Andrew Cuomo si fa disperata. Il governatore di New York da giorni lancia richieste su richieste di aiuto all’Amministrazione federale e ieri ha ricordato a tutte le autorità che un giorno dovranno motivare le scelte che hanno fatto durante la “Grande pandemia”.

O vergognarsene. La priorità o meno di accesso alle cure fondamentali durante la crisi del coronavirus è un’inquietudine pressante per la comunità dei disabili americani, che sta assistendo con crescente preoccupazione alla pubblicazione di linee guida dei singoli Stati o di gruppi di ospedali privati che rischiano di farli passare «in fondo alla fila» in caso di carenza di equipaggiamento di sopravvivenzaleggi tutto

Leggi anche: Virus.Usa, «niente respiratori per i disabili». Più di 10 Stati scelgono chi salvare

Nicole Orlando: “Ho la sindrome di Down, non sono stupida. Basta usare il termine come insulto” (huffingtonpost.it)

di Eleonora Giovinazzo

L’atleta paralimpica ha scelto di rispondere con un video messaggio all’uscita infelice della concorrente del Grande Fratello Vip, Asia Valente. Ecco un vademecum su come smettere di fare questo e altri errori stilato dal CoorDown per l'Huffpost

“Down non è un insulto. A me non piace affatto. Siamo nel 2020. Dovete attivare il cervello, santo cielo. Porco cane, porca puzzola! Non si dice così. Io ho la sindrome di Down, non sono stupida”.

L’atleta paralimpica Nicole Orlando ha scelto di rispondere con un video messaggio all’uscita infelice della concorrente del Grande Fratello Vip Asia Valente. Quest’ultima, vittima di uno scherzo di Sossio Aruta che voleva spaventarla, ha risposto dicendo “Sei un Down”leggi tutto