Rivive la casa di Balzac nella periferia di Parigi (lastampa.it)

di Leonardo Martinelli

Torna visitabile l’unica abitazione ancora esistente dell’autore della “Commedia umana”

La sua giornata iniziava a mezzanotte. Si piazzava su questa poltrona e si allungava sullo scrittoio (che è così piccolo e lui, invece, Honoré de Balzac, appare sempre grosso e imponente nei ritratti). Scriveva, scriveva. Gli bastavano un candelabro e il caffè: tanto caffè, la sua droga.

«Ieri ho lavorato 19 ore e oggi ce ne vorranno 20 o 22. È la scrittura che mi trascina, occorrono 16 o 20 fogli scritti ogni giorno», raccontava in una lettera a Ewelina Hanska, nobildonna polacca, sua amante a distanza … leggi tutto

Addio a Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura e autrice di Amatissima (open.online)

Premio Nobel per la letteratura, premio Pulitzer con “Beloved”: se ne va a 88 anni una delle scrittrici più importanti del Novecento

Il lavoro che fai, la persona che sei. Si intitola così un racconto di Toni Morrison, uscito per il New Yorker nel 2017. E il lavoro di Morrison era esattamente come lei: maestoso. Muore il 5 agosto 2019 a New York, all’età di 88 anni, la prima scrittrice afroamericana a vincere il premio Nobel per la letteratura, nel 1993 … leggi tutto

Leggi anche: TONI MORRISON Prolusione al Premio Nobel, 7 dicembre 1993

Addio a Francesco Durante, scrittore dei napoletani d’America (ilsole24ore.com)

di Giuseppe Lupo

Esisteva un legame particolare tra Francesco Durante e la città di Napoli, intorno a cui egli gravitava da sempre (pur essendo cresciuto in Friuli ed essendosi laureato all’Università di Padova) e alla cui storia culturale aveva contribuito con la sua intelligenza.

Certo non era la Napoli che la tradizione aveva reso una cartolina a volte sguaiata, a volte di maniera. Piuttosto una città che sentiva il valore di un passato ambizioso e cercava la via migliore per ricordarlo ai suoi abitanti … leggi tutto

La sentinella Primo Levi a un secolo dalla nascita. Lo speciale (corriere.it)

di FREDIANO SESSI

L’esempio del testimone di Auschwitz che metteva in discussione anche sé stesso: le sue parole restano un monito contro l’infezione sempre latente dell’odio

«Molte lettere che ricevo ammirano la forza con cui ho sopportato un anno di prigionia (nel Lager di Auschwitz, ndr); ma era una forza passiva, quella con cui uno scoglio sopporta l’urto dell’acqua di un torrente. Io non sono un uomo forte. Affatto». Nel 1987 quando Primo Levi dice di sé queste cose al giornalista Roberto Di Caro, è già uno scrittore affermato a livello internazionale e, per la maggioranza dei suoi lettori, è considerato il testimone per eccellenza del sistema concentrazionario nazionalsocialista; il sopravvissuto che più di altri ha saputo restituire al mondo dei vivi la storia degli ebrei sterminati … leggi tutto

Lo speciale del Corriere della Sera