Dal pensiero neo-reazionario alla sinistra radicale (indiscreto.org)

di Enrico Monacelli

Un percorso critico nel pensiero reazionario contemporaneo, da “La guerra di tutti” di Raffaele Alberto Ventura a Mencius Moldbug, per arrivare a Nick Land fino alle reinterpretazioni accelerazioniste e della sinistra radicale.

Il Leviatano, Civil War

L’alta marea dell’autorità Occidentale si abbasserà nella maggior parte del mondo, anche se non ovunque. Il suo ritrarsi lascerà un vero e proprio casino, fatto di detriti sociali. Alcune parti del mondo saranno l’anarchia incarnata, alcune saranno devastate da conflitti orribili, altre saranno Imperi, altre saranno spazi di libertà e ci sarà, chiaramente, una stranezza inimmaginabile.(Anonimo)

Nel mondo del fumetto c’è stato un passaggio di testimone che non ha destato il sufficiente interesse: Grant Morrison, autore di The Invisibles – probabilmente il fumetto più influente del secolo scorso – ha scelto uno fra i suoi futuri eredi Gerard Way, ex-cantante della band emo My Chemical Romance, ora fumettista a tempo pieno. Questo passaggio è stato ufficializzato con una sorta di ecce homo sulla copertina dell’opera più riuscita di Way, The Umbrella Academy: «The heroes of the 21st century are here at last».

Questa eredità e, soprattutto, questa affermazione sulla portata simbolica dei supereroi di Way dovrebbero essere controverse per almeno un motivo: mentre Morrison è sempre stato un carismatico mago del caos, autore di personaggi epici, che spesso si ritrovavano a giocare a fare gli dei, Way è il preciso opposto … leggi tutto

Lo storico israeliano si autocensura per non irritare Putin: «Mi adatto agli usi» (corriere.it)

di Davide Frattini

Yuval Noah Harari sotto accusa per un libro edulcorato in Russia: parla di post-verità ma la esercita

GERUSALEMME I suoi libri sono stati letti, consigliati, regalati da (tra gli altri) Barack Obama, Bill Gates, Mark Zuckerberg. Sono stati tradotti in 45 lingue e hanno venduto 20 milioni di copie. Un successo globale immerso in quella globalizzazione che Yuval Noah Harari non smette di esaltare. Senza perdere di vista i mercati nazionali con le loro sensibilità, a volte Paesi dove i censori sono suscettibili.

Così il saggista israeliano più conosciuto al mondo sembra aver creato un nuovo motto, oltre a nuove teorie: pensa globale, adatta locale … leggi tutto

Addio a Rutger Hauer di «Blade Runner». Qui la nostra ultima intervista (vanityfair.it)

di Enrica Brocardo

Se n’è andato dopo una breve malattia all’età di 75 anni Rutger Hauer, il famoso replicante di Blade Runner. Lo ha reso noto il suo agente a funerali già avvenuti. Hauer, nato nei Paesi Bassi, era stato anche il seducente Etienne Navarre, al fianco di Michelle Pfeiffer in Ladyhawke (1985). In Italia aveva lavorato con Ermanno Olmi nel film La leggenda del santo bevitore

Qui di seguito, l’ultima intervista realizzata da Vanity Fair in occasione del Lucca Film Festival di quest’anno, dove era stato ospite dell’evento Tears in rain per celebrare il film Blade Runner.

«Ci siamo sempre detti: stiamo insieme finché lo vogliamo, il giorno che non ci andasse più, ognuno per la sua strada. Nemmeno per un secondo ho dubitato che non fosse lei l’amore della mia vita» … leggi tutto

Ipermusica Manifesto (neroeditions.com)

di dTHEd

Qual è il ritmo degli iperoggetti? Come tradurre in suono quanto non è umanamente concepibile? Appunti e ipotesi per una musica neurodiversa, capace di processare i sensi in maniera complessa e a volte impossibile
Leggere Iperoggetti di Timothy Morton è senza dubbio un’esperienza trasformativa. Non solo per i temi che tratta e le riflessioni a cui induce il lettore, ma anche per lo stile – visionario, lisergico – con cui è scritto. L’esperienza è ancora più coinvolgente se si è musicisti. Questo perché nella sezione L’età dell’asimmetria Morton illustra vari esempi di musiche che a suo dire rappresentano degli iperoggetti … leggi tutto

I forestierismi nei dizionari: quanti sono e di che tipo (treccani.it)

di Antonio Zoppetti

La questione dei forestierismi è atavica: rappresentano un inquinamento o un arricchimento?

Nei tempi andati i puristi identificavano l’italiano con quello di Dante, Petrarca e Boccaccio, anche se in seguito si aprirono sempre più ad altri autori. Erano ostili ai neologismi, alle voci dialettali non toscane, e respingevano a priori tutti i “barbarismi”.

Si opposero al purismo tanti sostenitori di una lingua più aperta, puntando il dito sul rischio di ingessare l’italiano nella “lingua dei morti” e di impedirne l’evoluzione. Già Machiavelli aveva compreso l’importanza di accogliere parole da altri: se vengono adattate arricchiscono una lingua, altrimenti la “imbastardiscono”.

Ludovico Muratori aveva notato che anche gli autori del Trecento avevano abbondantemente attinto dal lessico provenzale o delle altre lingue “sorelle dell’italiana”, usando termini che “fecero divenir propri” e rendendo la lingua non “intorbidita”, ma “arricchita” … leggi tutto

Ágnes Heller: filosofia, rivoluzioni e vita quotidiana (doppiozero.com)

di Riccardo Mazzeo

Ágnes Heller, una delle più importanti filosofe del secolo scorso e dei primi diciannove anni del Duemila, è morta nuotando nel lago di Balaton il 19 luglio.

Aveva novant’anni e l’acqua era il suo elemento più congeniale. A Budapest tutte le mattine si tuffava nella piscina della sua casa, ma poi quando era in giro per il mondo e trovava uno specchio d’acqua, non esitava un secondo: una volta a Fano, con il suo fraterno amico Francesco Comina, nel mare, ma le piacevano anche i laghi e una volta si era tuffata persino nel Rio delle Amazzoni.

Al pari di Derrida, Bauman, Goytisolo, è stata una “sradicata”: già a quindici anni, lei ebrea, fu rinchiusa nel ghetto di Budapest, strappata ai suoi affetti. Poi fu censurata, licenziata dall’università, e infine costretta a rifugiarsi in Australia a causa del fondamentalismo comunista. Infine, nell’ultimo periodo della sua vita, quando dopo il crollo del Muro era finalmente potuta tornare a Budapest, è stata continuamente osteggiata e minacciata di morte per la sua implacabile opposizione a Orbàn .. leggi tutto

Andrea Camilleri: un arcitaliano (doppiozero.com)

di Nunzio La Fauci

L’Italia è un’ultra-nazione o, in altri termini, una nazione di varietà. La nazione italiana è varia in tutto, perché è anzitutto varia la sua espressione. E c’è niente che dica meglio cosa si è del modo con cui ci si esprime?

Si apre bocca e il gioco è fatto: funzione emotiva, la chiamò Roman Jakobson, e non perché avesse a che fare (principalmente) con le emozioni, ma perché chi emette parola, non fa in tempo a emetterla che ha già detto di sé (e anche per tale ragione l’analisi dell’espressione, per chi sa farla, è ovunque uno spasso: in Italia, inenarrabile).

C’è (stato) qualcuno che si è illuso di farla una, l’Italia. Non c’è riuscito, ovviamente, ma, ci fosse riuscito, avrebbe ipso facto decretato la fine dell’Italia che o è varia o non è e, se talvolta è parsa o pare una, è perché ci ha fatto e ci fa (altro tratto italiano caratteristico)leggi tutto

Bologna, clochard come guide turistiche: “Uno sguardo diverso” (repubblica.it)

di CATERINA GIUSBERTI

Un giro turistico alla scoperta di una Bologna diversa. Fragile. Umana. A tratti ironica, a tratti disperata. La città dei tappetari, dei solfanai, dei masticatori della notte (i biassanòt) e degli indiani metropolitani, ma anche quella dove si può perdere tutto dall’oggi al domani, «e non ci pensi che può capitare anche a te» .

Una storia che comincia nel 1500, dalla Quadreria di via Marsala, e finisce nella sala d’attesa della stazione, «dove ho dormito per tre anni e mi piange il cuore ogni volta che ci torno» , ricorda Giuseppe. Dietro di lui cammina un piccolo gruppo di turisti con l’auricolare: bambini, anziani, famiglie, bolognesi e nonleggi tutto