Andrea Camilleri: un arcitaliano (doppiozero.com)

di Nunzio La Fauci

L’Italia è un’ultra-nazione o, in altri termini, una nazione di varietà. La nazione italiana è varia in tutto, perché è anzitutto varia la sua espressione. E c’è niente che dica meglio cosa si è del modo con cui ci si esprime?

Si apre bocca e il gioco è fatto: funzione emotiva, la chiamò Roman Jakobson, e non perché avesse a che fare (principalmente) con le emozioni, ma perché chi emette parola, non fa in tempo a emetterla che ha già detto di sé (e anche per tale ragione l’analisi dell’espressione, per chi sa farla, è ovunque uno spasso: in Italia, inenarrabile).

C’è (stato) qualcuno che si è illuso di farla una, l’Italia. Non c’è riuscito, ovviamente, ma, ci fosse riuscito, avrebbe ipso facto decretato la fine dell’Italia che o è varia o non è e, se talvolta è parsa o pare una, è perché ci ha fatto e ci fa (altro tratto italiano caratteristico)leggi tutto

Bologna, clochard come guide turistiche: “Uno sguardo diverso” (repubblica.it)

di CATERINA GIUSBERTI

Un giro turistico alla scoperta di una Bologna diversa. Fragile. Umana. A tratti ironica, a tratti disperata. La città dei tappetari, dei solfanai, dei masticatori della notte (i biassanòt) e degli indiani metropolitani, ma anche quella dove si può perdere tutto dall’oggi al domani, «e non ci pensi che può capitare anche a te» .

Una storia che comincia nel 1500, dalla Quadreria di via Marsala, e finisce nella sala d’attesa della stazione, «dove ho dormito per tre anni e mi piange il cuore ogni volta che ci torno» , ricorda Giuseppe. Dietro di lui cammina un piccolo gruppo di turisti con l’auricolare: bambini, anziani, famiglie, bolognesi e nonleggi tutto

Inchiesta psichedelica (iltascabile.com)

di

La nuova ondata di ricerche sul potenziale beneficio di psilocibina e LSD: un’intervista a Michael Pollan.

Per molti anni Michael Pollan ha raccontato, e per certi versi anticipato, la nuova consapevolezza alimentare, nei suoi articoli e nei suoi libri. Lo ha fatto in maniera laterale (per quei tempi) e innovativa, diventando un assoluto punto di riferimento sul tema.

Poi si è preso una lunga pausa, durata tre anni, nella quale è partito per un viaggio alla scoperta del Rinascimento psichedelico e, insieme, di se stesso, viaggio anticipato, nel 2015, da un lungo articolo pubblicato sul New Yorker e ora raccontato in un magnifico libro: Come cambiare la tua mente (Adelphi) … leggi tutto

La libertà è avere coscienza della propria oppressione, ci disse Simone Weil (thevision.com)

di Manuel Santangelo

A volte si vorrebbe assistere all’incontro di persone che si reputano in qualche modo affini, pur non conoscendosi tra loro. Simone Weil e Albert Camus non si sono mai visti dal vivo, lei non ha neanche mai letto niente di lui, eppure molti hanno fantasticato su un possibile incontro fortuito tra i due.

Le loro brevi esistenze avrebbero potuto effettivamente incrociarsi tra il maggio e il settembre del 1937, quando entrambi si trovavano a visitare Firenze e dintorni, ma non si imbatterono l’uno nell’altra neanche in quell’occasione. Camus scoprì Weil come autrice qualche tempo dopo la sua morte … leggi tutto

Insultare Camilleri, c’è un limite alla vergogna? Evidentemente no (GD)

  “… in realtà era il fedele vassallo dei vincitori …

Nelle tristi ore nelle quali si piange la perdite di uno dei più grandi intellettuali degli ultimi cinquant’anni ci sono strani (?) parassiti che ancora non hanno accettata la propria, presente e futura, anonima esistenza sputano veleno.

Essere anonimi non è un delitto: tocca a quasi tutti noi. Ma esercitare il vomito pseudo intellettuale, ed ignorante, per tentare di asserire pregiudizi proto fascisti dispiace.

Non sarebbe il momento, proprio no. di creare partizioni del sentire, della riflessione e del riconoscimento verso chi ha rubata l’attenzione di trenta milioni di lettori.

Questo squallido articolo, e mi duole dirlo per un personale rispetto in generale verso le contrarietà di pensieri altrui , suona invece ancor più rancido ed anche con un tempismo non appropriato. Nel lutto!

Auguro il peggio, professionalmente, all’autore di tanta fetida, finta e falsa riflessione.

Leggi (se hai fegato): Camilleri, ottimo scrittore ma cattivo maestro